Va avanti senza sosta la protesta dei lavoratori della L.Pucci di Castelfiorentino, azienda di via Mazzini che produce abbigliamento femminile e che occupa prevalentemente donne, rappresentando una delle ultime confezioni di medie dimensioni dell’Empolese Valdelsa. La richiesta di aprire una procedura di mobilità per 26 dipendenti su 49 totali è una decisione totalmente “irricevibile” per la Filctem Cgil, presente oggi, giovedì 6 giugno, allo sciopero indetto all’unanimità dai lavoratori davanti ai cancelli dell’azienda. L’azienda infatti vede scadere la cassa integrazione straordinaria a giugno e la direzione ha spiegato che è impossibilitata ad una ripresa produttiva per tutto il personale. Dopo l’ultimo incontro con i vertici aziendali, avvenuto martedì 3 giugno, adesso si passerà alla discussione in Provincia. Si procederà con un piccolo passo in avanti, cioè la riduzione degli esuberi, da 26 a 20, ma ancora non sufficienti: “L’incentivo per l’esubero è salito da 1000 euro a 3000 euro lordi, troppo pochi, oltre a una rateizzazione dei pagamenti del fine rapporto”. Quello che preoccupa, oltre ai numeri è la qualità del lavoro: “La modalità di produzione subirà dei cambiamenti, con maggiori richieste che andranno all’esterno e questo potrebbe incidere molto sul prodotto finale”. Insomma, occorre non svendere le peculiarità e ricchezze del territorio in una zona “già depressa” ribadisce Mozzorecchi e Sergio Luschi della Cgil. La soluzione all’orizzonte è una: “Serve il contratto di solidarietà”. A fianco dei lavoratori della L. Pucci, c’erano anche i lavoratori di due aziende di Castelfiorentino che vivono da mesi situazioni altrettanto difficili come La Falegnami e la Shelbox, entrambe unite in un coro per salvare i posti di lavoro di una eccellenza del territorio.