La dolorosa e pesante vicenda di Ecofirenze, con la notizia della revoca dell'autorizzazione al funzionamento e il sequestro delle sedi, rischia di essere arrivata al capolinea.
Nessun appunto ovviamente sulle indagini e sulle ragioni che hanno portato magistratura e istituzioni a prendere queste drastiche decisioni, ma solo preoccupazione per il futuro di 58 lavoratori e delle loro famiglie.
I lavoratori insieme alle Organizzazioni sindacali hanno fatto di tutto per cercare di salvare l'azienda, nonostante i continui ritardi sui pagamenti degli stipendi arrivati ad oltre 6 mesi, nonostante l'attivazione della legge 223/91 per licenziare una parte importante del personale, nonostante il temporaneo sequestro dell'immobile e conseguente blocco dell'attività lavorativa. Infatti, nonostante le fumose rassicurazioni della proprietà sulla solidità economica e su prossimi ingressi di nuovi soci, il Sindacato e i Lavoratori non hanno mai giocato la carta dello sfascio puntando al fallimento dell'azienda.
Abbiamo cercato in tutti i modi di salvarla e con essa salvare i rimanenti posti di lavoro, ma tutto il nostro impegno, tutti i nostri sacrifici, tutta la nostra disponibilità rischia di essere inutile.
Ma noi non ci arrendiamo, l'azienda potrebbe fallire ma crediamo che la struttura e le capacità lavorative della forze lavoro siano un patrimonio che può avere mercato in questo settore e occorre salvaguardarlo, tenendo insieme forza lavoro e azienda ed è questo che chiederemo al tavolo istituzionale di crisi che è aperto alla provincia di Firenze.
Fonte: I lavoratori Ecofirenze - Filcams CGIL