"Dario Parrini ricorda ieri su gonews.it, che nel 2004 e nel 2009 si è presentato candidato a Sindaco di Empoli Massimo Marconcini, quest’anno Damasco Morelli senza un esito positivo. E conclude “Mi si dirà che fra queste tre iniziative ci sono oltre a qualche analogia anche molte differenze. Può darsi. Ma la linea di tendenza mi pare chiara. Ci rifletterei”
Sarebbe sciocco e superficiale non cogliere le differenze fra le tre esperienze citate. Secondo me non si tratta tanto di una “linea di tendenza”, quanto di una situazione che personalmente ho ben chiaro da diversi anni.
A Empoli c’è una parte di elettorato che si muove, valuta e sceglie di volta in volta (questa volta il referendum europeo Grillo-Renzi, nonostante una certa perdita, ha tirato la volata al Pd & C. alle comunali), poi c’è una bella, consistente fetta di elettorato che ha votato Pci, Pds, Ds e ora vota Pd, a prescindere. Per tradizione, per appartenenza, per quello che si vuole, ma a prescindere da tutto, dal candidato, dai programmi, dal giudizio sul governo. Non è un caso che a Empoli basta che il partito (con una qualsiasi modalità) ti candidi da qualche parte, che poi l’elezione vera diventa quasi una formalità.
Su questo si potrà dire in modo ipocrita che non è vero, o peggio che offendo gli elettori, ma è così. Proviamo ad entrare in un centinaio di case di elettori (non militanti) del Pd e chiediamogli quale candidato sindaco e quale programma li ha convinti di più. Sono convinto che non hanno minimamente idea delle proposte e sono convinto che i più non conoscono neanche il nome del nuovo sindaco Pd. D’altra parte una comunità può anche decidere democraticamente (in modo più o meno consapevole) di farsi governare male. E’ successo per 20 anni con il governo nazionale, perché non può succedere a Empoli (a meno che Parrini non mi sostenga che quelli di Berlusconi erano i migliori governi possibile). Non c’è dubbio che i numeri assegnano il vincitore, dei risultati elettorali si prende atto e ci si augura che il nuovo Sindaco faccia il meglio per la città.
Questi numeri però non mi dicono niente sulle qualità. Ritengo che Empoli abbia perso un’occasione per un cambiamento forte, per uno shock potente che poteva davvero farla ripartire…
Per quanto mi riguarda resto totalmente convinto che ci siamo presentati con una candidatura eccezionale, sostenuta da un gruppo di persone diverse ma accomunate dalla condivisione di un progetto, di ottime proposte per la città.
E anche questa diversità di provenienza politica e non solo è stata una ricchezza.
Persone che in questo percorso si sono dapprima fiutate, hanno pian piano preso confidenza, si sono sciolte, conosciute, hanno lavorato gomito a gomito, si sono mescolati, hanno fatto gruppo, stretto relazioni personali.
Parrini ci invita a riflettere… o è un invito a non riprovarci? E le sue riflessioni e conclusioni quali sarebbero? Cosa dovremmo fare? Ci dobbiamo adeguare, conformare, stare muti, o entrare nel gregge degli adoratori? Lo sappiamo bene, qui spazio politico non ce n’è. E’ tutto sotto controllo, fra un po’ controllano anche le foglie che cascano. Il potere è roba loro e fanno quello ciò che vogliono, tanto il consenso è assicurato.
Io le conclusioni le ho tratte da un pezzo. In questa situazione, puoi avere le idee migliori del mondo, ma non serve a niente…… E’ che noi siamo testardi. Non abbiamo da fare politica per rincorrere poltrone o per carriera personale, la facciamo perché ci appassioniamo e ci divertiamo (come ci siamo divertiti anche questa volta), per cui non vi meravigliate se a volte ritorniamo. Ogni tanto ritorniamo e ritorneremo! Caro Dario, aspettateci, mica vi rubiamo il potere (tutti sanno e riconoscono che è vostro per usucapione), ma almeno vi facciamo un po' incazzare. Saremo il vostro incubo!!!"
Flavio Arditi, ex assessore Empoli, candidato con 'Ora si cambia'