
Denunciate anche altre tre persone al termine delle indagini condotte dalla guardia di finanza. L'accusa è truffa aggravata, insolvenza fraudolenta, bancarotta patrimoniale pre-fallimentare e riciclaggio
Si è conclusa con la denuncia di quattro persone - a due dei quali sono state applicate misure cautelari personali (per uno il carcere) in quanto ritenuti responsabili dei reati di truffa aggravata, insolvenza fraudolenta, bancarotta patrimoniale pre-fallimentare e riciclaggio - la vicenda riguardante l'Enoteca 'La Roccia' di Pontedera, una delle aziende più affermate della provincia di Pisa nel campo del commercio al dettaglio e all'ingrosso di alcolici, in particolare vino. L'Enoteca 'La Roccia' era salita alla ribalta delle cronache già qualche mese fa, quando il proprietario Andrea Meucci era stato denunciato dalla polizia per insolvenza fraudolenta. Eravamo nel marzo scorso e ora - a circa due mesi di distanza - la guardia di finanza di Pontedera ha fatto luce sulle cause che hanno portato alla fine dell'azienda.
Il tutto al termine di una complessa attività investigativa nei confronti del titolare che grazie alla consulenza di un professionista di fiducia, in prossimità del dissesto finanziario ha cercato di salvaguardare il proprio patrimonio da un probabile fallimento della società e, contestualmente, di riciclare all’estero il denaro provento di reato.
Il disegno criminoso è stato attuato effettuando ingenti acquisti di merce (vino pregiato e champagne) e dissimulando il proprio stato d'insolvenza, con la consapevolezza di non adempiere alle obbligazioni contratte con i fornitori (imprenditori ed aziende del settore), emettendo assegni privi di copertura e trasferendo contestualmente all’estero le risorse finanziarie dell’azienda in conti correnti personali, riconducibili poi ad una azienda esteuropea.
In tal modo Meucci ha prosciugato il conto intestato all’enoteca trasferendo tutte le liquidità all’estero nel tentativo di evitare l’aggressione del patrimonio personale e familiare da parte dei creditori.
A seguito delle attività di indagine sono state eseguite tre perquisizioni e posti sotto sequestro i locali dell’azienda e circa 11.000 bottiglie di vino pregiato individuate sia presso un deposito occultato all’interno dell'abitazione del Meucci, sia presso i locali aziendali per un valore complessivo superiore a € 250.00,00.
Le indagini della finanza hanno impedito agli indagati la fuga all'estero e la prosecuzione dei reati consentendo la tempestiva attivazione da parte della Procura della Repubblica di Pisa con la richiesta di fallimento dell’azienda e la contestazione, per la prima volta, del reato di bancarotta pre-fallimentare, il tutto al fine di tutelare la par conditio creditorum. E’ stato eseguito inoltre il sequestro preventivo, richiesto ed autorizzato dal GIP di Pisa, finalizzato alla confisca per equivalente di si immobili riconducibili agli indagati (5 appartamenti ed un fondo commerciale) del valore stimato pari a € 1.102.720,20.
Le indagini, coordinate dal PM Giaconi, hanno consentito l’interruzione del "programma criminale abilmente ideato e comprovato - si legge in una nota della guardia di finanza - dalle numerose querele presentate dai fornitori ed i numerosissimi protesti registrati presso la Camera di Commercio di Pisa che danno evidenza della pericolosità sociale dei comportamenti posti in essere dagli indagati".
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