Nella sede elettorale di Riccardo Sensi si ritrovano i fedelissimi del candidato che ha seguito a distanza l’evoluzione del voto e si è presentato per commentare l’esito delle urne. “Stamani mi sono svegliato e verificato i risultati delle Europee: mai la sinistra era arrivata al 44%. Inimmaginabile! Non parlo a vanvera, nel febbraio 2013 il Pd era al 27,87%. Ci siamo confrontati con un monolite, ha condizionato il voto alle elezione amministrative, è un dato politico incontrovertibile”.
L’8 giugno si torna alle urne per il ballottaggio con il sindaco uscente Bellandi: “Sarà una nuova partita, non ci sarà più Renzi, per questo chiedo di non valutare il simbolo ma quello che ha realizzato l’attuale amministrazione nei cinque anni scorsi e porsi la domanda se la città è migliorata o peggiorata. Secondo me è peggiorata ed a lui molto è imputabile. Faccio appello agli elettori perché non c’è Renzi ma Bellandi, non c’è Berlusconi ma Sensi”.
“Sono un montecatinese purosangue e mi propongo per governare – prosegue con spirito battagliero - Chi non ha votato torni a votare, non delegate ad altri le scelte, la sensazione è che siano dell’area centrodestra gli astenuti. Per evitare di consegnare altri cinque anni la città al centro sinistra, portate la gente a votare”.
Corsi e ricorsi storici. “Nel 2009 eravamo avanti al primo turno e poi perdemmo, sono convinto che possa accadere il contrario. Sta ad ognuno di noi mobilitare i cittadini”.
“C’è chi per spirito rinnovamento ha puntato su Motroni e Berti, mi rivolgo al loro elettorato – afferma Sensi - . Chi dà maggior chance di cambiamento? Risposta scontata, fidatevi di una persona che vuole cambiare, che propone un ricambio della classe dirigente. Il mio programma è serio e fattibile, delle questioni che a loro stanno a cuore siamo in sintonia: sono contro l’edificazione zona musicisti, ferma la mia contrarietà all’eco mostro del polo scolastico”.
Chiude con un pensiero per chi gli è stato vicino: “Ringrazio le liste ed i candidati che mi hanno sostenuto, oltre ai miei collaboratori, la battaglia è ancora aperta”.