Cresce l'attesa per la partita del cuore a Firenze in programma lunedì 19 maggio alle 20. La presenza di grandi campioni del mondo dello spettacolo e dello sport andrà ad arricchire quella cornice di un Franchi che va verso il tutto esaurito. Fra i più graditi c'è ovviamente lui, Re Leone Gabriel Omar Batistuta che ieri, sabato 17 maggio, è intervenuto dalla sala stampa dello stadio.
Si parte dal suo rapporto con la Fiorentina
«Non ci sono novità, rispondo sempre al solito modo, ma onestamente mi sono un po’ annoiato di questa domanda. Sapete come la penso e lasciamo passare il tempo...». Firenze però per lei è sempre un richiamo e stavolta anche per una buona causa. «Sono qui molto volentieri. Io faccio fatica a giocare, ma quando ho sentito Firenze e Partita del Cuore ho accettato senza pensarci e sprero che lunedì ci sia tanta gente allo stadio perchè sarà una serata speciale e bellissima. Vorrei lo stadio pieno (siamo a quota 36mila biglietti venduti e si punta ai 42mila).
E’ stato protagonista del 1999 sempre della Partita del Cuore, quella volta in porta...
«Il primo ricordo è stato lo stadio pieno, con la mia gente, una bella festa, per questo ho accettato più che volentieri. Non ho più giocato da quando ho smesso, vediamo come va in campo. L’importante è divertirci e lavorare per questa causa più che giusta».
Anche questa volta l’affetto della città è stato quello dei bei tempi.
«Onestamente i fiorentini non hanno più niente da dimostrarmi, ho passato qui nove anni, sono arrivato appena sposato e andato via con tre figli. Ogni volta che torno cresce l’affetto. Sono legato a Firenze, alla città, c’è un feeling tra me e la gente e mi sento a casa. I tifosi non devono però aspettarsi il Batistuta del 1998, ho una certa età, e due caviglie in meno...».
Però la voglia di fare gol sarà sempre la stessa...
«Sinceramente corro poco, dovranno passarmi la palla, cercherò di centrare la porta. L’importante è essere qui per la stessa nobile causa e sarà una festa. Sono sicuro».
Se dovesse segnare, correrà alla bandierina, farà la mitraglia o cos’altro?
«Correre alla bandierina è impossibile, perché il tempo che arrivo alla bandierina finisce la partita. Non so cosa potrò fare in campo, e sono un po’ curioso per questo».
Baggio, che sarà l’allenatore della sua squadra, le chiederà ovviamente di fare gol...
«Dipende quanto mi fa giocare, vediamo dopo la partita. Come sempre, gli allenatori se ti fanno giocare sono bravi, sennò fanno schifo. Fatemi dire che è un’emozione dividere il campo con Antognoni. Poi c’è Toldo, un amico, una grande persona. Rivederlo sarà davvero un piacere».
Come detto, nel 1999 giocò in porta e con lei nella stessa squadra c’era Schumacher...
«Sono dispiaciuto per quello che gli è capitato. Ci vedevamo spesso. Spero che ce la faccia, ma non resta che pregare».
Torniamo un attimo alla Fiorentina, si è divertito a guardarla?
«Da tifoso non mi lamento, vorrei uno scudetto, ma si fa quel che si può. A volte anche se hai la squadra migliore non riesci a vincerlo». Montella fa giocare bene la squadra...
«E’ vero. Ha anche più continuità. Non come quando c’ero io; il nostro cammino era da elettrocardiogramma. Una volta su, una volta giù... Comunque ci vuole pazienza, cosa che noi tifosi non abbiamo».
A proposito di Montella, negli ultimi tempi ha tenuto banco la questione rinforzi...
«Mi chiedo quale allenatore non ne vorrebbe? Anche lo stesso Conte che ha vinto lo scudetto lo ha fatto. E’ normale».
Tra meno di un mese inizieranno i mondiali. Come giudica le scelte di Sabella, ct dell’Argentina?
«E’ una buona squadra, ma non si può portare tutti: spesso rimangono fuori giocatori importanti come Gonzalo, Tevez o il portiere Caballero».
Rossi lo porterebbe?
«Ho giocato oggi a golf con Prandelli e... non ho parlato d’altro. Gli allenatori vogliono vincere e scelgono i giocatori per vincere. Non so se lo porterei o no, dovrei vederlo. Se è il giocatore di sei mesi fa merita certamente i mondiali».