Le immagini che vedete in questo articolo potrebbero essere le ultime che sono state scattate al complesso dalla ex Vitrum di Empoli prima che una sua buona parte crollasse poco prima della mezzanotte tra mercoledì 7 e giovedì 8 maggio. Sono state scattate da un fotografo australiano, Stephen Nova, il quale le ha messe a disposizione di gonews.it.
Curiosa la sua storia: era a Empoli per una collaborazione artistica con Sincresis D'A Spazio D'Arte, lo spazio dedicato al contemporaneo di via della Repubblica gestito da Alessandra Scappini e la sua associazione. È stata lei a fare da tramite tra la redazione e l'autore di queste immagini, il quale ha raccontato i motivi del suo lavoro tra lo stupore e l'incredulità di quanto sarebbe accaduto poche ore dopo nell'area tra le vie Curtatone e Montanara, Tripoli, Ricasoli e Giovanni da Empoli.
“Inizialmente avevo fotografato lo stabile il 4 di maggio – spiega – poi sono tornato sul posto per scattare altre immagini tra il 6 e il 7, proprio il giorno stesso in cui è avvenuto il crollo. Sto portando avanti un lavoro di due mesi con Sincresis D'A Spazio D'Arte che culminerà in una mostra basata su un lavoro di focus su importanti siti architettonici e culturali importanti per Empoli. Parte del lavoro vede la collaborazione di un artista di Pistoia, Filippo Basetti”.
“Il corpo di fabbrica della vetreria Del Vivo – precisa Alessandra Scappini – era stato fotografato per poi realizzare un lavoro e un progetto architettonico e grafico su tale struttura da presentare il 12 giugno prossimo presso il nostro spazio espositivo. Quella di Stephen è una foto molto bella che rende la struttura storica in modo quasi pittorico, poiché ha usato Photoshop. Dispiace che sia crollata. E' una parte della nostra storia di cui mi sono occupata personalmente in un libro pubblicato nel 1998. Era un resto di archeologia industriale da mantenere attraverso un restauro, al di là dei pericoli e dell'amianto”.
Nova prosegue: “Lo stabile della Del Vivo è uno degli edifici più importanti che ho utilizzato per esplorare la storia della tradizionale manifattura del vetro verde, famosa per la regione e per la memoria delle persone che qui abitano. Con il mio lavoro ho voluto capire come le strutture architettoniche siano di per sé uno 'storyteller' e come luoghi significativamente culturali continuino a informare e a trasmettere il significato e l'identità tra gli individui, le relazioni con la comunità. Il lavoro da presentare alla mostra include disegni e foto che ricostruiscono una mappa architettonica cittadina per riflettere sul significato della storia per quest'area”.
