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Bardelli (FDI): "Fare in modo che i contributi economici del Comune arrivino davvero a coloro che ne hanno bisogno"

Elena Bardelli

"Sul rendiconto della gestione dell'esercizio finanziario, approvato a maggioranza nell'ultima seduta del Consiglio Comunale di Serravalle Pistoiese con il nostro voto contrario, intendo fare alcune  osservazioni.
La prima è che, come si evince dalla Relazione Tecnica sul Bilancio Consuntivo, per il  2013 la spesa corrente impegnata per il settore sociale risulta pari a 1.643.400 euro, costituendo il 18,35% delle spese totali, e quindi rappresentando una grossa "fetta" del bilancio corrente: si tratta del settore che incide di più dopo le spese per "Amministrazione, gestione e controllo" e dopo quelle per "Territorio e ambiente". La seconda considerazione è che, sempre facendo riferimento alla stessa Relazione, la spesa per i servizi sociali è passata dalla cifra di 1.434.135 di euro del 2012 a quella di 1.643.400 del 2913: si registra così un aumento di spesa di oltre 200.000 euro nell'arco di tempo di un solo anno! Senza dubbio la crisi congiunturale ha aumentato il numero delle famiglie bisognose di aiuto anche sul nostro territorio, ma ciò è dovuto secondo noi principalmente a scelte
politiche ispirate all'assistenzialismo, che non condividiamo, e all'adozione di una politica fiscale sbagliata.
Prima di tutto occorre fare in modo che i contributi economici del Comune arrivino davvero a coloro che ne hanno bisogno, e che pertanto possono vantarne il diritto; per questo, l'unico strumento che oggi abbiamo a disposizione per individuare le situazioni di indigenza, ossia l'ISEE, dovrebbe essere perfezionato con il metodo del "quoziente familiare", che consente una maggiore correttezza ed equità nella individuazione delle priorità di intervento. Infatti a parità di entrate, una famiglia monoreddito costituita da due soggetti non ha le stesse necessità di una famiglia formata da quattro o più elementi. In secondo luogo, fermo restando che in alcuni casi il sostegno economico da parte del Comune è assolutamente doveroso, come nei confronti di disabili e anziani bisognosi di continua assistenza, tuttavia nei confronti dei disoccupati l'Amministrazione, dopo un primo necessario aiuto di tipo economico, dovrebbe a nostro avviso permettere ai soggetti di reinserirsi con le proprie forze nel mondo del lavoro favorendo impiego e occupazione sul territorio comunale.

Molti ci interrogano sulla modalità. Sicuramente con una politica fiscale meno rigida, che preveda forme di agevolazioni per gli esercizi commerciali, gli artigiani e le medie e piccole imprese, soprattutto quelle a conduzione familiare, risultate le più colpite anche dalla TARES e per questo costrette a chiudere i battenti o a ridurre il personale, contribuendo così a generare ulteriore disoccupazione e disagio economico per le famiglie. È questa la logica del principio di sussidiarietà, in cui crediamo fermamente: il Comune non deve sostituirsi al cittadino, ma deve mettersi al suo servizio nel raggiungimento degli obiettivi fondamentali, quali lavoro, istruzione e formazione, rispettando la dignità personale di ciascuno. Anche per le attività commerciali e le aziende in difficoltà, che questa crisi spesso ha messo dalla parte degli indigenti, dovrebbero essere attivati, da parte del Comune, interventi concreti, come convenzioni con banche e istituti di credito per superare il grosso problema dei crediti vantati nei confronti dell'Ente a causa del Patto di Stabilità: solo così, contrastando la disoccupazione e sostenendo fattivamente le imprese più colpite, potremo garantire la ripresa economica e il rilancio del nostro territorio".

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