
Questa la dichiarazione di Giovanni Galli già capogruppo in Consiglio Comunale a Firenze e candidato alle Elezioni europee:
“Ho scelto di non commentare i fatti dell’Olimpico di sabato scorso, seguiti alla sparatoria fuori dallo stadio, perché da uomo di sport sono rimasto disgustato e profondamente amareggiato da ciò che ho visto. Ma ieri sera, ospite di ‘Night Desk’ su La7, ho dovuto rispondere a una domanda al riguardo, e a questo punto credo sia giusto mettere nero su bianco ciò che penso.
Le lacrime e l’indignazione del giorno dopo non possono che aggiungere amarezza all’amarezza. Allo stadio sabato sera c’erano il presidente del consiglio e il presidente del Senato: perché non hanno fatto niente?
Perché ci vengono a dire il giorno dopo che ‘faremo’ e ‘diremo’ per cambiare le cose? Quello, sabato sera, prima del fischio d’inizio della gara, era il momento di agire, di dare un segnale chiaro da parte della politica e dello sport che certe situazioni non si devono e non si possono tollerare. Se si gioca o no una partita lo decidono unicamente le autorità e le società sportive, nessun altro. Invece, si è persa ancora una volta un’occasione, dimostrando in diretta tv che in Italia negli stadi vige una legge diversa che nel resto del Paese. Che a comandare, in realtà, sono un gruppo di teppisti.
Come per Italia-Serbia nel 2010, siamo rimasti ostaggi dei violenti: ieri si chiamavano Ivan, oggi Genny, domani chissà.
E’ stata una vergogna sentir fischiare l’inno d’Italia. Se non riusciamo ad imporre il rispetto per le regole dentro uno stadio, se non siamo capaci, di fronte alle telecamere di mezzo mondo e sotto gli occhi del capo del nostro Governo, di mostrarci degni di essere italiani, come possiamo pensare di essere protagonisti in Europa?”.
Fonte: ufficio stampa
<< Indietro