
Ho scelto, 5 anni fa, di dedicare gran parte della mia attività di Consigliere comunale di una città grande e difficile come Scandicci, a trattare tematiche legate alla vita delle fasce più deboli della popolazione. Questo mi ha portato a stringere un rapporto di stima con alcune famiglie che hanno un figlio con handicap, conoscenze queste che per me sono molto importanti per tutti quei valori che queste persone in ogni minuto della propria giornata portano avanti in silenzio.
Chi porta in se' dei valori cristiani non può rassegnarsi a vivere in una società in cui questi cittadini sfortunati e le loro famiglie vengano lasciati da soli nella loro quotidiana via crucis.
Perché ho, tutti i giorni, sotto gli occhi la situazione di Scandicci, che certamente non è diversa da quella di molte altre città; situazione che parla di solitudine, di discriminazione, di diritti negati.
Qualche tempo fa, proprio per comprendere appieno questa quotidianità, ho accettato l’invito della famiglia di un ragazzo disabile di Scandicci a trascorrere una giornata con loro e non mi è facile raccontare la fatica a cui ho assistito e che queste persone fanno per arrivare all’ora di andare a letto prima che, dopo poche ore, ricominci tutto daccapo.
Parlando con loro si avverte una profonda umiltà ed una grande sofferenza per ogni ora della loro vita familiare ed una costante, enorme preoccupazione per il domani del loro figlio (la questione del “dopo di noi” è infatti, almeno in queste zone, ancora senza alcuna prospettiva concreta).
Purtroppo, nemmeno nel rapporto con le Istituzioni questi cittadini riescono a trovare un po’ di conforto e aiuto, anzi, spesso tali rapporti sono fonte di un ulteriore senso di abbandono.
Le assistenti sociali comunali che dovrebbero rappresentare le figure più vicine a queste persone, sono pressoché impotenti in questo disarmante contesto.
Alla mancanza di strutture idonee per queste persone (centri diurni, case famiglia, comunità alloggio, residenziali…) si va a sommare una enorme mancanza culturale nei confronti di questi problemi legati alla disabilità.
Come può infatti definirsi moderna una società in cui tanti nostri concittadini sono costretti a vivere una vita ai margini ed in cui gli è negato il diritto ad essere parte integrante della comunità?
I finanziamenti delle istituzioni pubbliche, dovrebbero essere destinati in primo luogo, a garantire condizioni accettabili di vita, alle persone in gravi condizioni di disagio; e che non sono in grado di provvedere autonomamente alle loro esigenze vitali.
Infatti le persone di buon senso prima pensano alle spese indispensabili per vivere e poi a quelle concernenti i bisogni non vitali.
Contrariamente al buon senso, in questi 30 anni le amministrazioni che si sono succedute alla guida della città hanno pensato ad altro, privilegiando altre spese non urgenti ma di facciata.
Se i genitori indirizzassero le loro risorse alle attività culturali, ricreative e sportive dei loro figli , "dotati di capacità "e lasciassero senza le cure necessarie i figli privi di autosufficienza perché malati o colpiti da handicap, tutti direbbero, a ragione, che si tratta di persone indegne, i cui comportamenti devono essere condannati sotto tutti i punti di vista, a cominciare dagli aspetti etico-sociali.
Ed allora, questo giudizio vale o non vale anche per gli amministratori, che non utilizzano le disponibilità di bilancio, per assicurare in primo luogo condizioni accettabili di vita e adeguate risposte sociali e socio-sanitarie alla fascia più debole della popolazione?
Il dramma sociale che avvolge tante famiglie di Scandicci va dai 180 anziani non autosufficienti ricoverati in Rsa fuori dal nostro Comune; ai 15 anziani non autosufficienti trasportati ogni giorni in centri diurni di Firenze, Empoli e altri Comuni; ai 21 giovani con handicap portati in centri diurni fuori Scandicci, ai 10 in Rsa fuori dal nostro Comune.
E' notizia di questi giorni che il Comune di Scandicci ha tagliato il sevizio di trasporto per i disabili verso i centri RSD, servizi che sono obbligatori per Legge Nazionale.
I genitori sono esasperati, lasciati soli con burocrazia sanitaria e sociale e senza prospettive per il futuro, uniche “iniziative” sono convegni su convegni, utili solo a fare propaganda e a dare illusioni alle famiglie ma nessuna certezza.
La colpa che questi diversamente abili hanno, è quella che non sono in grado di protestare né rivendicare i tanto richiamati Diritti Costituzionali.
In questi anni ho chiesto con insistenza quali fossero le prospettive che il Comune di Scandicci dà a questi cittadini ma mai nessuna risposta mi è stata data. Come nessuna delibera è stata approvata fra le tante da me presentate in merito alla mancanza di servizi socio-sanitari.
I numeri dicono che da decenni questi cittadini e le loro famiglie sono abbandonati a se stessi, sono "invisibili". Quando si comincerà a guardare ai loro bisogni e ai loro diritti?
Vi confesso di essere stato colto, talvolta, da un senso di scoramento da cui non mi sono fatto tuttavia fermare nell’impegno preso nei confronti di questi cittadini più deboli.
Sono convinto che la condizione di questi cittadini disabili e dei loro familiari potrà migliorare solo quando nella società sarà finalmente presente quella cultura del sociale fino ad oggi assente.
Vi ringrazio per il tempo che avete dedicato a leggere questa lettera informativa della condizione di tanti cittadini di Scandicci, che mi sono sentito in dovere di inviarVi.
Resto a Vostra completa disposizione per incontrarVi, se lo riterrete, per portare avanti insieme queste battaglie per i diritti di queste persone.
Alessandro Martini
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