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Liberazione: il ricordo di Aladino Bartaloni, giovane bracciante impiccato a Granaiolo

La targa commemorativa di Aladino Bartaloni

Nel giugno del 1944 una brigata partigiana, proveniente da Montecatini, spara su un sidecar tedesco nella zona di Coiano. Nello scontro, probabilmente lo stesso in cui muore Mario Bistichini, pistoiese, il conducente del sidecar viene ucciso.

Dalla fattoria di Granaiolo, dove c'è il comando tedesco, partono i rastrellamenti. Un ragazzo di nemmeno venti anni, Aladino Bartaloni, bracciante, sta tornando dal lavoro dalla fattoria di Coiano verso la sua casa in Val d'Orlo; mentre attraversa il bosco incrocia i tedesci che stanno facendo il rastrellamento, viene catturato e portato al comando, a Granaiolo, viene interrogato ma non può giustificarsi perchè dalla paura ha perso la parola. E' accusato di portare con se una pistola di fabbricazione inglese, intercede per lui il marchese Pucci, garantendo che si tratta solo di un bracciante senza alcun legame con i partigiani.

Dopo due giorni Aladino viene impiccato ad un palo da luce di fronte al cancello della villa di Granaiolo al vecchio incrocio tra la provinciale per Castelnuovo e la statale. Rimane lì per diverso tempo, piantonato dai tedeschi insieme ad un cartello con la scritta " per aver sparato sulle truppe tedesche". Nella campagna ordinata del tempo la figura del giovane impiccato era ben visibile anche da Castelnuovo. Il guardiacaccia si mette davanti al ponte di Granaiolo, demolito dalle mine, impedendo alla madre ed ai fratelli minori di arrivare all'incrocio, dove avrebbero fatto la stessa fine.

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