"Innovazione, investimenti e imposte più basse per il settore del mobile e dell'andamento di Perignano. Su queste direttrici intendo lavorare se sarò eletto, così come ho dato prova di volere fare nel mio breve mandato da sindaco di Lari". Con queste parole, Mirko Terreni, giovane candidato sindaco del centrosinistra per il comune unico, già sindaco di Lari, ha spiegato la sua presenza alla famosa kermesse di Milano. "Dovevo esserci - afferma Terreni - prima di tutto per dovere verso le aziende del settore del mobile e dell'arredamento di Perignano, presenti al Salone: essere amministratore di quel territorio significa riconoscere prima di tutto il valore di quel distretto e fare di tutto per sostenerlo".
"Dobbiamo puntare sull’innovazione - prosegue Terreni - per rendere di nuovo competitiva la nostra zona produttiva. Perignano rappresenta, di fatto, oggi, l’ultimo vero distretto del mobile e dell’arredamento in Toscana. Tuttavia non possiamo far finta di non vedere che comunque è in crisi e in difficoltà. Per rilanciarlo dobbiamo guardare come si stanno riorganizzando i distretti e le imprese più innovative che ci sono in Italia e nel mondo. Anche per questo sono al Salone del Mobile, per capire che cosa si muove in Italia e nei distretti produttivi come il nostro".
"Vogliamo un’Amministrazione comunale che sia protagonista - dice Terreni -, accanto alle imprese, nell’avviare un percorso di rinascita del settore. Partendo dalla fama di qualità ed eccellenza produttiva, riconosciute alle aziende del territorio, anche a livello internazionale, e facendo tesoro dell’esperienza sperimentata fino ad ora con il Tuscany Design Center, dove l’Amministrazione pubblica riveste un ruolo di impulso e di coordinamento, incentivare la nascita di associazioni di imprese e brand collettivi, cui partecipano designer di fama, come anche giovani creativi, portando intelligenza collettiva distribuita o diffusa nella progettazione (open innovation) e per creare nuove linee di produzione e nuovi modi di guardare al mercato".
"Per fare questo - continua Terreni -, il primo passo è ammettere che la crisi, anche del settore, merita una risposta culturale. Insieme c'è la possiamo fare, amministrazione e aziende. Questo è il primo aspetto da evidenziare, dando anche al Comune un ruolo nuovo. E credo che la crisi abbia gettato le basi per farlo. Poi dobbiamo avere coraggio e superare le gelosie: iniziare a pensare a modelli di produzione diversi, aperti e condivisi, dove artigiani e designer coproducono, secondo logiche nuove, di prototipazione, da una parte, e, dall'altra, di sguardo nuovo e globale al mercato".
"Insieme alle aziende vogliamo individuare un luogo fisico, tra i capannoni vuoti di Perignano, che diventi il simbolo e il catalizzatore di questa svolta, una sorta di laboratorio e incubatore di innovazione. Ho sempre pensato, come in questo caso, che la crisi sia un'opportunità per cambiare punto di vista. Per questo voglio trasformare i capannoni vuoti in un luogo simbolo della crisi e in occasione di rilancio e crescita. Avviare un percorso (design thinking) per immaginare, insieme alle aziende e agli artigiani del territorio, le funzioni di questo luogo e il percorso, le azioni, le relazioni e gli incentivi che il Comune può attivare perché il nostro territorio resti leader nel mondo del mobile e del saper fare artigiano".