
“La democrazia non può continuare a vivere con l’idea che non c’è risposta alle stragi: Piazza Fontana, Ustica, Moby Prince, Viareggio. Una nazione che si fonda su coni d’ombra non può poi chiedere ai cittadini di essere fiduciosi e rispettosi verso le istituzioni. Per questo torno a chiedere con più forza che venga istituita una commissione parlamentare permanente sulla tragedia del Moby Prince. Non farlo sarebbe un vulnus nella democrazia, e avrebbero ragione allora quelli che evocano poteri forti”.
Lo ha detto il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi in occasione dell’incontro con le autorità e i familiari delle vittime, a Palazzo Municipale, per il 23° anniversario dell’incidente del Moby Prince, la più grande tragedia della marina mercantile del secondo dopoguerra, in cui persero la vita 140 passeggeri. “Non una commemorazione – ha precisato il sindaco- ma una cerimonia che non deve perdere minimamente la sua forza. Spero che chi sarà al mio posto il prossimo anno dica che finalmente la commissione c’è”.
Nel corso dell’incontro (la sala consiliare era gremita di sindaci delle città di origine delle vittime, di gonfaloni e familiari) hanno preso la parola Loris Rispoli presidente del’Associazione “140” , e Angelo Chessa, figlio del Comandante del traghetto, anch’egli perito nel drammatico incidente oltre ad alcuni familiari delle vittime.
Hanno preso la parola anche alcuni parenti delle vittime della strage della stazione di Viareggio del 2009, e un rappresentante dei familiari delle vittime del disastro ambientale dell’Eternit di Casale Monferrato. Quest’ultimo ha esortato i presenti a continuare a lottare con dignità per ottenere giustizia: loro ci sono riusciti.
Il sindaco Cosimi infine ha riferito alla platea di aver ricevuto un messaggio di vicinanza e solidarietà da parte del presidente del Senato Pietro Grasso.
Presidente Ass. '140', i colpevoli siano puniti
"Esigere che i colpevoli di quei 140 omicidi che sono scritti tra le righe, siano puniti, questo dobbiamo fare": cosi' Loris Rispoli presidente della associazione '140', oggi in Comune a Livorno in apertura della cerimonia per ricordare la tragedia del Moby Prince. Poi, dopo aver ringraziato "i Comuni, le associazioni e gli 'amici' che nel tempo hanno tenuto vivo il ricordo della tragedia", ha portato il messaggio del senatore livornese Marco Filippi che si augura che la commissione parlamentare di inchiesta trovi velocemente il suo sviluppo, e quello di Emergency che, per voce di Cecilia Strada, si associa al dolore e al ricordo di questa tragedia che "si porta dietro ancora troppe ombre". Infine l'appello di Rispoli diretto ancora alla politica: "Oggi abbiamo la speranza che il Parlamento possa dirci finalmente perché".
Il figlio del comandante, bene commissione per verità
"Se la commissione viene instaurata ci sono buone possibilità di arrivare alla verità storica". Lo ha detto Angelo Chessa, figlio del comandante del Moby Prince, sull'ipotesi di istituire una commissione d'inchiesta, parlando oggi per la prima volta in Comune alla cerimonia in ricordo delle vittime. "Dal punto di vista politico si muove qualcosa - ha aggiunto - con il primo fatto concreto, quello della richiesta di commissione bicamerale di inchiesta". "Se sono qui a parlare dopo 23 anni - ha esordito Chessa - significa che qualcosa è cambiato. Grazie anche al lavoro di Francesco Sanna e lo studio Bardazza Adinolfi che ha permesso di riunire tutti i familiari".
Brogi e Ghilarducci (SEL): "Si apra subito la strada verso la verità”. Nichi Vendola: “Subito la commissione parlamentare"
“Da ventitrè anni, verità e giustizia sono negate ai familiari delle 140 vittime della Moby Prince. Una tragedia immane ancora senza colpevoli, avvolta nella nebbia dei troppi misteri del nostro Paese. In questo giorno di ricordo e di dolore, Sinistra Ecologia e Libertà è vicina a chi, in quella notte, ha perduto i propri cari, e rinnova il proprio impegno, dentro e fuori dalle istituzioni, affinché sia resa giustizia. L'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta rappresenta un primo ed indispensabile passo, rispetto al quale chiediamo un impegno forte e condiviso al Governo”.
Lo affermano il coordinatore regionale di SEL Giuseppe Brogi e il coordinatore provinciale di SEL Livorno Andrea Ghilarducci nel giorno della commemorazione della tragedia della Moby Prince.
Anche Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia e Libertà, questa mattina ha voluto ricordare la strage. “I familiari delle vittime – ha scritto su twitter – non si sono mai arresi per capire cosa accadde davvero quella la notte del 10 aprile 1991 davanti al porto di Livorno, quando nel rogo della Moby Prince morirono 140 persone. Ora una commissione parlamentare d’inchiesta perchè una parola di verità venga davvero alla luce, dopo tanti troppi dettagli oscuri su uno dei tanti misteri della nostra Repubblica”.
Livorno ricorda con un film premiato dalla Regione
E' un onore per la Regione, afferma l'assessora regionale alla cultura (Sara Nocentini, ndr), aver finanziato grazie al Fondo Cinema un'opera come 140-La strage dimenticata di Manfredi Lucibello, dedicato alla tragedia del Moby Prince, che stasera sarà proiettato a Livorno in occasione dell'anniversario della strage al cinema Gran Guardia, dopo essere stato presentato nell'ultima edizione del Festival di Popoli.
E' un risultato come questo documentario a dare conferma della bontà di scelte operate dalla Regione attraverso strumenti quali il Fondo Cinema e il Fondo Incoming di Toscana Film Commission, aggiunge l'assessore, che consentono di contribuire alla realizzazione di opere culturali che potrebbero rischiare la marginalizzazione. E di arricchire l'orizzonte di scelte per chi vuol conoscere di più e cogliere punti di vista diversi e lontani dal conformismo.
140-La strage dimenticata vuole ricostruire la storia di quanto accadde davanti al porto di Livorno solo enumerando fatti e presentando testimonianze dirette e indirette, che hanno alimentato negli anni dubbi e perplessità su un drammatico avvenimento che ha mai avuto risposte certe sul perché morirono in modo atroce 140 persone che viaggiavano o lavoravano ignare su un traghetto per la Sardegna.
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