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Duro affondo di Spini (PD) in vista del voto: "Si mantiene una rete di interessi personali. Assente l'opposizione degna di questo nome". Alcuni casi: cinema Boccaccio, villa di Canonica e discarica di San Martino

Andrea Spini

Andrea Spini, tesserato del PD ed ex dei Malcontenti, interviene per parlare della fine legislatura del sindaco di Certaldo Andrea Campinoti e lancia uno sguardo alle amministrative 2014:

Quale discontinuità? Mettiamola così: il fatto è che senza una idea-Certaldo si alimenta la segmentazione dell’interesse generale in una somma contraddittoria di interessi particolari. E poiché siamo convinti che la mancanza di conoscenza possa produrre soltanto continuità perverse, mi permetto qui sotto di indicare – per chi realmente voglia impegnarsi in una significativa discontinuità innovativa - alcuni dei fatti che hanno caratterizzato l’attività amministrativa che sta per concludersi. Ognuno poi ne tragga le conclusioni che vuole. Prendiamo le due più antiche questioni: Canonica e Cinema Boccaccio. Sul secondo, dopo esserci allineati ai tempi infiniti delle peggiori pratiche edilizie del nostro sud (14 anni e ancora non è completato!), attendiamo qualcuno che voglia assumersi l’onere degli arredi e della gestione, magari impegnando l’amministrazione comunale a pagare gli interessi sul mutuo acceso dall’eventuale gestore (si parla di 600mila euro). Vi sembra una proposta sensata? Diverso il film di Canonica: l’11 febbraio 2006 “Il Tirreno” dedica una pagina intera allo “sbarco” dell’università a Certaldo: otto anni dopo sul tetto di Canonica sventola soltanto una “bandiera bianca” stracciata dal vento. Tema dei temi: il turismo e la salvaguardia dei beni storico-artistici. Dopo aver trasferito, con mossa strategica di cui si può solo ammirare la lungimiranza, l’ufficio informazioni nel borgo storico, l’attuale Giunta Comunale approfitta di un contributo regionale per un complessivo progetto cofinanziato di 1 milione e mezzo di euro per mettere mano al restauro di Palazzo Pretorio ma affida i lavori senza bando e riconosce al professionista incaricato una parcella di oltre 380 mila euro. Tutto regolare? La nostra ex-discarica produce gas che si trasforma in energia. Tramite una convenzione firmata dal nostro Comune e Quadrifoglio, utilizzando una società di scopo in vigore dal 4 gennaio 2010, dovrebbe essere riconosciuta al Comune una percentuale sugli utili, ma nessuno fino ad oggi è stato in grado di quantificare, in base alla convenzione, i proventi che dovevano essere incamerati dall’amministrazione , sembra che non siano mai stati forniti (seppur richiesti) i bilanci da cui partire per fare i calcoli . Che ne è della trasparenza amministrativa? Ma a proposito di gestione e di convenzioni, il Comune di Certaldo è ancora più generoso nel caso della Piscina Comunale: anche qui, tramite una convenzione pluriennale, sembra che non ci siano limiti prestabiliti nella copertura del disavanzo di gestione annuale: può essere 100mila come 150mila. Chi non vorrebbe prendere in gestione una attività commerciale a queste condizioni? E’ forse per questo che a due anni dal referendum l’acqua è ancora pagata dai cittadini come merce sul mercato? Cari i miei “fontanelli”! In questo periodo, i vari candidati a sindaco si sbizzarriscono con la loro fantasia a delineare urbanisticamente lo spazio dietro l’attuale sala del consiglio comunale, adiacente al Centro Diurno anziani, non sapendo che tra poco più di 18 mesi saranno lì costruiti i primi otto alloggi popolari; che ne è del carico urbanistico in una zona già ingolfata dal traffico? Con chi è stata condivisa tale scelta urbanistica? Potremmo continuare a lungo. Ci fermiamo qui, interrogandoci di nuovo sulle ragioni di questo modo di amministrare. Molte, complesse e non facilmente identificabili, ma almeno due pensiamo possano essere indicate: l’assenza di opposizioni degne di questo nome, la trasformazione dei partiti in gruppi di supporter al “capo”. Trasparenza, coinvolgimento, partecipazione: parole dietro le quali si nascondono in realtà pratiche fondate sul “tengo famiglia” e il mantenimento di una rete di interessi che nel tempo si sono trasformati sempre più in interessi personali. Ma non era il tempo di cambiare? Da ieri ad oggi si delinea una continuità che sempre più concorre ad invertire il senso che ci aveva condotti da sudditi a cittadini: da cittadini a sudditi di una democrazia malata.

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