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L'Arci parla chiaro: "Siamo un'associazione di sinistra, non subalterna ai partiti. Chi va nella nostra direzione è il benvenuto"

Chiara Salvadori (foto gonews.it)

"L’Arci è una associazione che fonda le proprie radici sui valori della sinistra e dell’antifascismo.

Queste parole sembrano sorprendere e sconvolgere in questi giorni ma niente di nuove è stato detto.

La nostra identità parte da qui, dalla sinistra e dall’antifascismo, dalla resistenza e dalle braccia di decine di persone che giorno per giorno si sono impegnate e si impegnano, nelle mille difficoltà, perché all’interno dei propri spazi possa ancora trovare posto “La Politica”, quella vera,  fatta di relazione, scambio, conoscenza e confronto finalizzata alla costruzione della nostra sinistra.

Questa è la nostra politica, certo non quella che parte dal presupposto che oggi destra e sinistra non esistano più.

Abbiamo bisogno di ideali, oggi più che mai. Vogliamo dire con chiarezza che invece esiste la sinistra  e esiste la destra, e l’Arci non ha dubbi: stiamo a sinistra.

L’Arci non è subalterna a nessuna formazione politica, a nessun partito.

L’Arci, associazione di promozione sociale delle case del popolo, ha sempre rappresentato il collante che tiene insieme le persone sulla base della lotta  per i diritti,  dell’uguaglianza e dell’equità. I Circoli Arci, lo si voglia riconoscere o meno, sono luoghi autogestiti dai propri soci che insieme si impegnano per contrastare la disgregazione sociale, il degrado dei diritti, la deriva all’individualismo e l’impoverimento dei sentimenti. Questo è il tratto significativo della nostra moderna e quanto mai attuale identità.

I percorsi della storia sono le matrici dell’identità che  l’Arci vanta di avere nel proprio patrimonio culturale e che cerca di esprimere, anche attraverso assemblee e congressi, nelle scelte quotidiane dei dirigenti e dei volontari.

Chi con noi condivide questa visione della sinistra e apertamente dichiara di voler andare in quella direzione è nostro compagno di viaggio: con lui cercheremo lo scambio, la relazione, il confronto, ci scontreremo, discuteremo, ma questo sarà un modo per crescere insieme.

Chi questa direzione a sinistra non è in grado di prenderla con decisione e convinzione, allora che costruisca il proprio percorso e i propri spazi, e che poi però questi spazi sia in grado di mantenerli. Non soltanto per accogliere ogni tanto qualche rappresentante della politica istituzionale a caccia di voti, ma 365 giorni l’anno, cercando di curarli e di tutelarli affinché esistano sempre sul territorio.

Chi ci propone l’affrancamento dalle nostre origini, dalla nostra missione, chi ci richiama a principi di democrazia e di partecipazione a prescindere dalla nostra identità, o lo fa in buona fede, e noi siamo disponibili a qualunque confronto, o lo fa perché, nella fase sociale e culturale della società che Bauman rappresenta come  liquefatta nei legami tra gli individui,  una solida identità di resistenza al conformismo politico, alla deriva populista, al qualunquismo, al personalismo salvifico fa paura".

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