Sabato 5 aprile dalle ore 10 alle 12 presso l’Istituto “Virgilio” di Empoli Paolo Pezzuolo e Giuseppe Marcellino, che frequentano l’Università degli Studi di Pisa, hanno tenuto una conferenza dal titolo “Dal latino umanistico al latino odierno”.
L’iniziativa si inserisce nel ciclo di conferenze promosso dal DirigenteScolastico Alessandro Marinelli e dalla Fondazione “Professoressa Siriana Pagliai Petralli”, un’attività che è iniziata a novembre e si concluderà, per quest’anno, a maggio e che ha riguardato molti aspettiinteressanti della nostra storia civile e letteraria.
I due relatori, di cui Pezzuolo era già conosciuto avendo vinto il Certamen Classicum Florentinum nel 2012, quando la gara si svolse a Empoli, organizzata proprio dal “Virgilio”, hanno parlato alla presenza del Dirigente Scolastico, dell’ing. Luigi Petralli e di varie classi del Liceo classico, accompagnate dai loro docenti; ma la cosa da evidenziare, e che si verifica assai di rado, per non dire mai, in questo tipo di iniziative, è che hanno parlato…….in latino! E non leggendo un testo scritto, ma a braccio, in modo fluido e scorrevole, come se si trattasse di una delle lingue straniere moderne.
Pezzuolo e Marcellino hanno illustrato l’attività di varie Scuole che in varie parti di Europa e non solo, dalla Germania alla Polonia, dall’Austria agli Stati Uniti, si propongono di diffondere l’uso del latino come lingua viva, parlata, dimostrando che questa lingua è tutt’altro che “morta” e può anche oggi costituire un valido mezzo di comunicazione fra uomini di Paesi diversi, come d’altra parte è avvenuto per secoli e secoli. La conferenza ha suscitato interesse e curiosità nei ragazzi e conferma quello che è l’indirizzo che il “Virgilio” e la Fondazione Petralli intendono dare agli studi classici, far avvicinare cioè i giovani alle lingue antiche non col fine di un’erudizione fine a se stessa ma per imparare a riconoscere gli insegnamenti dei Classici anche nella società di oggi e per scoprire la bellezza e l’utilità di lingue che non solo non sono morte ma restano vive e immortali.
Fonte: Istituto Virgilio Empoli
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