Sembra essere la corsa ad apparire come il 'nuovo' il vero leit-motiv della campagna elettorale che è appena iniziata a Empoli in vista del voto amministrativo del prossimo 24 maggio. Non passa giorno senza che qualcuno non cerchi di sembrare il famoso 'nuovo che avanza' di cui tanto si parla, senza che non cerchi di far passare il messaggio che con quelli che ci sono stati finora noi non c'entriamo niente e che noi sì, mica gli altri, siamo la vera novità sulla scena politica locale. Chi faceva altro ha magari il compito più facile, ma gli vengono rinfacciati dagli avversari vecchi trascorsi politici, chi invece in questa legislatura in qualche ruolo c'era svicola, si defila o, almeno, ci prova. <Sì, c'ero anche io ma le decisioni le prendevano altri>. <Anche io c'ero quando decisero di fare quella cosa, ma proprio quella sera avevo da fare e non partecipai alla riunione>. <Ma come fai a definirti nuovo se facevi parte di questo o di quel partito?> <Loro usano strumenti vecchi mentre noi guardiamo al futuro>. Ogni giorno se ne legge una e francamente la cosa pare un po' buffa, un teatrino di cui, in questo momento, si sente poco il bisogno.
Insomma, sicuri che l'empolese sceglierà chi riesce a far passare questo messaggio? Ci permettiamo di dubitarne anche perché, tanto per spazzare il campo da ogni dubbio, di facce nuove se ne vedono poche in giro. In un ruolo o nell'altro, in un posto di comando o meno, tutti i candidati a sostituire Luciana Cappelli e la sua Giunta nuovi non sono. E, onestamente, ci troviamo anche poco di male o di strano se sulla scena politica si muovono soggetti che fanno politica o che l'hanno fatta. La cosa, anzi, ci pare anche scontata e quasi ovvia specie in un paese come l'Italia dove si può anche fare la politica come professione, una cosa che non è certo colpa dei protagonisti empolesi ma della cultura di questa nazione che ha generato appunto questo modo - distorto in una democrazia che sia degna di definirsi tale - di fare politica.
Per questo appare forse più logico pensare che l'empolese si guardi attorno e scelga (ammesso che a votare ci vada, dubbio legittimo specie dopo i dati sull'affluenza alle primarie del Pd) non chi è più bravo a dimostrare di non aver contribuito alle famose 'macerie' ma chi è preparato, serio, parla di cose serie e concrete e soprattutto propone soluzioni serie senza guardare troppo all'orto del vicino, alla sua carta di identità o al suo curriculum vitae.
Il negoziante che la mattina si alza, vede che il negozio accanto ha chiuso e teme di dover fare presto lo stesso, l'artigiano o il generico titolare di partita Iva che deve rincorrere i creditori con la spada di Damocle sulla testa dello studio di settore, il disoccupato che non sa dove sbattere la testa, chi riceve la bolletta dei rifiuti e si chiede perché ora che si differenziano e che addirittura gli si vanno a portare all'isola ecologica si paga molto di più di prima (buffo, vero?), chi va a prendere il fresco al parco della Rimembranza e vede la danza delle talpe che sbucano da dietro le panchine, l'empolese che va a fare il giro d'Empoli e rischia la depressione sicuri che sceglierà chi riesce ad apparire più nuovo o chi dimostrerà di non aver fatto le macerie? O forse non sceglierà chi si defila da questo buffo teatrino e cerca di proporre soluzioni per almeno provare a risolvere davvero i problemi?
Marco Mainardi