"Credo che molti non abbiano capito fino in fondo quanto la Politica ci stia propinando e pensi di riservarci per il prossimo futuro con la spending review ed il suo progetto “indolore” di riordino del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco.
Speravo almeno di leggere, oltre ai tagli indiscriminati e lineari, due righe di indirizzo futuro, in cui chiaramente si evincesse un progetto articolato serio ed onesto che prospettasse uno spiraglio di luce alla fine del tunnel; argomentazioni quali i nuovi criteri di accesso alle varie qualifiche dei VVF, eta’ anagrafica massima di ingresso per gli operativi tipo a 30 anni con tutti i bonus compresi; eta’ massima sulla partenza a 55 anni; metodologie moderne di selezione e riqualificazione.
Analizzando la bozza mi sono reso conto che in questo senso avremo il “vuoto”; non ci sono tracce della possibilita’ di avanzamenti di carriera; se da un lato le nuove proposte pensionistiche ci portano a 60 anni, dall’altro vedo diminuire i posti nei Comandi dei CR; forse giustamente abbiamo ridotto il numero degli IA; si tolgono posti e strutture per gli Specialisti.
In una situazione come questa che speranza possiamo riporre nei “nuovi contratti”?
Le nostre retribuzioni ed il nostro sistema previdenziale e’ ormai fermo da un lustro, cosi’ facendo i Nostri Politici hanno decretato l’impoverimento di tutti Noi Vigili del Fuoco, lasciando una sperequazione ancora forte con altri Corpi dello Stato, nonostante i soliti proclami delle campagne elettorali, la Legge sulla Specificita’, le promesse mai mantenute dei vari Ministri che si sono succeduti negli anni.
Assistiamo impotenti all’invecchiamento del personale sulla “partenza”, all’impoverimento delle professionalita’ non avendo piu’ un mestiere in mano, all’innalzamento vertiginoso dell’eta’ in tutte le qualifiche, all’allungamento infinito dei tempi per i passaggi di qualifica, senza piu’ prevedere neppure la retroattivita’ economica delle attribuzioni; in compenso si pensa in parte di poter supplire a questo facendo fare 30 minuti di addestramento e mantenimento fisico per due volte a settimana.
L’Amministrazione dovrebbe vagliare tante cose per favorire una risposta professionale adeguata: inanzitutto vagliare l’utilita’ del Diploma di accesso ai ruoli operativi iniziali, oppure ripristinare i famosi mestieri con cui al tempo si concorreva, non in ultimo la drastica diminuzione dell’eta’.
E poi vorrei una presa di posizione forte sul fatto imprescindibile che il Nostro e’ un lavoro difficile, serio, usurante, particolare; un lavoro ed un tipo di servizio che non tutti indistintamente possono svolgere; soprattutto vorrei che fosse chiaro il ruolo del permanente e quello anch’esso importante del volontario; vorrei vedere ambiti di applicazione diversi, la non sovrapponibilita’ dei ruoli, la differenza di indirizzi, di territorio, di insediamenti; vorrei vedere scritto che il permanente non deve essere sostituito da altre figure, per la sua professionalita’, per il posto di lavoro, per il suo ruolo nella Polizia Giudiziaria, nella Pubblica Sicurezza, nella Prevenzione degli Incendi.
Dobbiamo attivarci per ribadire l’importanza sul territorio delle sedi di servizio permanenti, ovviamente con argomentazioni serie e reali; e’ necessario attivare tutte le strade politiche e parlamentari affinche’ sia chiaro ed unico il ruolo che il Corpo Nazionale svolge nel Soccorso Tecnico Urgente, nelle calamita’ e negli accadimenti di Protezione Civile.
E’ necessario eliminare i veri sprechi derivanti dai dualismi e dalle sovrapposizioni di altri Enti nei settori e nei campi di applicazione della Nostra Amministrazione e del Nostro Lavoro quotidiano.
Allora si comprenderebbe come invece di tagliare sia necessario “implementare” il servizio di soccorso dei sommozzatori, dei porti, degli elicotteri anche per il soccorso sanitario (che solo in Toscana costa 18 milioni di Euro di convenzione, ndr), dei mezzi di appoggio per le squadre sul territorio, e di tutte quelle attivita’ e strutture direttamente ed indirettamente deputate al soccorso che se ridotte metteranno a serio rischio ed a repentaglio il soccorso in tempi accettabili alla popolazione e la stessa sicurezza degli operatori.
Se non vorranno decretare la fine del Corpo Nazionale sara’ utile ricredersi sui tagli indiscriminati fonti di sole logiche ragionieristiche; magari ripensando le qualifiche ed i ruoli nell’impianto di soccorso e di gestione dei Comandi, rivedendo numeri e retribuzioni in base alle effettive responsabilita’ e professionalita’ messe in campo.
Non si puo’ uscire dalla nostra empasse se non con una forte attenzione, anche e soprattutto in sede legislativa, al ruolo assoluto del Vigile del Fuoco nella societa’: la sua indiscussa professionalita’, il ruolo insostituibile nel Soccorso, la sua figura positiva e di riferimento per la popolazione, la sua attivita’ di pericolo ed alto rischio, lo stato di usura a cui e’ continuamente esposto e sottoposto.
Cerchiamo nell’unita’ della Nostra sigla di portare avanti le idee e le teorie di cui siamo convinti".