WWf e Legambiente ribadiscono il no alla caccia alla volpe

foto d'archivio

L'incontro di ieri della Consulta faunistico-venatoria della Provincia di Pisa si è svolto come di consueto con numerosi rappresentanti delle associazioni venatorie e agricole e le associazioni ambientaliste rappresentate da esponenti di WWF e Legambiente, e la presenza di un presidio di protesta con manifestanti ambientalisti e animalisti.
All'inizio ci sono stati alcuni attimi di tensione in cui i manifestanti , dopo aver preso posto nella sala della consulta, hanno discusso con l'assessore e col comandante della polizia provinciale esponendo, da cittadini, tutto il loro dissenso nei confronti della caccia "di selezione" alla volpe e soprattutto delle pratiche di caccia in tana e all'aspetto fuori dalla tana in periodo riproduttivo. Altri attimi di tensione ci sono stati per la possibilità di non accettare la deroga fatta dal rappresentante in Consulta del WWF Pisa all'attivista WWF che avrebbe dovuto sostituirlo. La sua presenza è stata poi messa ai voti e le è stato concesso di assistere e parlare.
Dopo una breve introduzione dell'assessore Sanavio sulle motivazioni che l'avevano spinto a sospendere gli interventi alla volpe (forte dissenso dell'opinione pubblica manifestato con oltre 2.500 mail di protesta inviate e problemi all'intero server della provincia) in attesa di un tavolo a cui tuttavia risulta difficile chiedere un'equità, visto l'alto numero di rappresentanti delle associazioni venatorie contro 2 sole "presenze" ambientaliste/animaliste (il che rende un qualunque voto un atto superfluo vista la presenza di una netta maggioranza del mondo venatorio), il Dottor Mazzarone ha discusso una presentazione online sul territorio toscano e il piano faunistico attualmente in vigore, sulla popolazione della volpe e gli eventuali danni da essa provocati (presunti danni all'avifauna gran parte della quale cacciabile, ai piccoli mammiferi come la lepre, cacciabile anche questa, danni agli argini dei fiumi, alle vie di comunicazione e alla circolazione aereoportuale non ben compresi).
Dalla presentazione sembra emergere un numero di volpi stimato più o meno costante negli anni con un numero di individui abbattuti anche questo più o meno stabile rispetto agli anni passati, il che non giustificherebbe l'abbattimento degli animali poichè non si evidenzia un effettivo aumento dei danni o un emergente pericolo.
Sembra che l'abbattimento al di fuori del periodo cacciabile non venga effettuato per limitare il numero di individui, ma per garantire l'aumento dell'avifauna e dei piccoli mammiferi che saranno comunque sottoposti a prelievo venatorio nella stagione successiva. In più, in seguito ad alcuni interventi fatti dai rappresentanti delle associazioni ambientaliste, è emerso che vista la biologia della volpe, l'abbattimento di un individuo permette ad un altro individuo più giovane di insediarsi nel territorio, non risolvendo il problema, anzi aggravandolo con un ringiovanimento della popolazione, tuttavia secondo i sostenitori dell’intervento, l'abbattimento dell'individuo lascerebbe un vuoto temporale tale da permette la riproduzione delle famose specie nidificanti a terra, gran parte delle quali cacciabili.
Visto il dissenso dei cittadini e le lamentele della associazioni animaliste/ambientaliste, la provincia ha proposto il dimezzamento del numero di individui massimo cacciabile (da 500 a 250) e l'eliminazione della caccia dentro la tana.La risposta delle associazioni ambientaliste è stata negativa poichè se la caccia alla volpe non risulta scientificamente necessaria e i danni non sono scientificamente e territorialmente provati, non ha senso uccidere un animale il cui unico difetto è di competere con i cacciatori per le stesse prede, soprattutto in periodo riproduttivo.
In più eliminare la caccia in tana effettuando però l'aspetto nei pressi della tana sempre in periodo riproduttivo, implicherebbe comunque l'abbattimento della madre e la morte dei cuccioli per fame o e inedia.I rappresentanti di WWF e Legambiente hanno ipotizzato per tale caccia il reato di maltrattamento animale per l'abbattimento delle madri e quindi caccia o interventi di abbattimento in periodo riproduttivo e chiedono alla provincia di applicare solo le linee guida ecologiche ISPRA per verificare la reale utilità dell'abbattimento della volpe che non deve comunque essere fatto nel periodo riproduttivo e di gestione cuccioli della specie.
Solo con l'applicazione per diversi anni della gestione ecologica senza l'abbattimento al di fuori del periodo della caccia, si può realmente constatare l'efficacia di tali metodi e soprattutto spingere la provincia e i membri delle associazioni venatorie ad utilizzarli sempre e con costanza garantendone la riuscita.Le associazioni venatorie, non interessate al mail bombing e ai manifestanti le cui voci si potevano udire tranquillamente nella sala dell'incontro, si sono espresse favorevolmente rispetto alla proposta della provincia (visto che il numero di individui abbattuti ogni anno in tali procedimenti è comunque inferiore alle 200 unità) chiedendo in alternativa l'applicazione totale di quanto previsto dal piano.
La riunione si è conclusa con il ringraziamento dell'Assessore ai partecipanti.In attesa della decisione del Dottor Acciai, Assessore Sanavio e Dottor Mazzarone, le associazioni non mollano e continuano la loro protesta.La volpe è un animale territoriale, il cui spazio vitale è molto ampio. La presenza di una volpe in un territorio, preclude l'instaurarsi di un altro individuo garantendo la stabilità numerica. I cuccioli, una volta autonomi, inizieranno la fase di dispersione, allontanandosi dal territorio alla ricerca di uno spazio libero, all'interno del quale si stabiliranno. Vista la biologia dell'animale, risulta ovvio che la popolazione si mantenga più o meno costante e non necessiti di contenimento per evitarne l'aumento numerico, ma che risulti invece importante per le associazioni venatorie, eliminare gli animali nelle zone di riproduzione della selvaggina, così da garantire un aumento numerico tale da poter aumentare il prelievo nella zona.
E' quindi possibile permettere l'abbattimento di animali gravidi, con cuccioli da allattare, con cuccioli non ancora autonomi determinandone la morte, solo per aumentare ipoteticamente il numero di animali cacciabili? Per le associazioni ambientaliste e i cittadini questo non è ammissibile.Le richieste delle associazioni ambientaliste:Visto quanto detto prima, le associazioni chiedono la rinuncia al contenimento della volpe almeno nel periodo riproduttivo per la specie (dalla fine di febbraio alla fine di settembre) evitando così di incorrere nell'ipotesi di reato di maltrattamento (L. 189/94 lesioni e sevizie)
Chiedono 2 anni sperimentali di sola applicazione dei metodi ecologici per diffonderne l'utilizzo come unica alternativa possibile al contenimento della volpe, valutandone anche scientificamente l'applicabilità e la riuscita.In casi straordinari chiedono la verifica dei danni ipoteticamente causati dalla volpe caso per caso e solo dopo verifica la concessione (per il singolo caso) di cattura e trasferimento dell'individuo là dove siano comunque stati già applicati i metodi ecologici che prevedono recinti di ambientamento per animali da cattura, mancata liberazione di selvaggina allevata in cattività, bonifica di qualunque forma di discarica o chiusura di siti di alimentazione (scarti della macellazione, pollina, resti animali da caccia, compost ...) nella zona e al di fuori del periodo riproduttivo.Pisa, 27 marzo 2014.Legambiente Pisa e Valdera, WWF Pisa

Fonte: Legambiente Pisa e Valdera, WWF Pisa

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