L’assessora Giachi al convegno sui ‘Giusti tra le nazioni’: «Facciamo conoscere questi eroi ai più giovani»

Cristina Giachi

«Mi appello a tutti gli insegnanti perché non si smetta mai di parlare di questi temi, di parlarne in modi nuovi, di cercare nuove testimonianze, di imparare la vita di qualcuno che si è speso, che ha fatto un gesto per gli altri e che, con questo suo agire, ha dato senso all’abitare quel tempo terribile». Lo ha detto l’assessora all’educazione Cristina Giachi intervenendo, questa mattina nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, al convegno ‘Ricordare per poter scegliere: i Giusti tra le nazioni’ rivolto ai dirigenti e ai docenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado della Toscana. L’iniziativa è stata organizzata ufficio scolastico regionale in collaborazione con il Comune, il Movimento francescano della Toscana e l’Isis Leonardo da Vinci.
Dopo la seconda guerra mondiale, il termine ‘Giusti tra le nazioni’ è stato utilizzato per indicare i non-ebrei che durante la Shoah salvarono uno o più ebrei dalla deportazione e dalla morte, rischiando la propria vita e senza trarne vantaggio personale.
«Dobbiamo conservare la possibilità di fare memoria e insegnare a ricordare – ha aggiunto l’assessora Giachi – il valore delle testimonianze di questi eroi è di grande insegnamento e di incoraggiamento. Fondamentale è trasmettere ai ragazzi il senso di quell’impegno e di quello spendersi per gli altri».
Yad Vashem, l’Istituto per la Memoria della Shoah, istituito nel 1953 a Gerusalemme, si dedica dal 1963 alla ricognizione e al riconoscimento di questi salvatori: coloro che vengono insigniti di questo titolo ricevono una medaglia e un diploma d’onore e viene piantato per ciascuno un albero lungo il viale dei Giusti.
Ad oggi sono più di 20mila i Giusti tra le nazioni riconosciuti da Yad Vashem, dei quali 525 italiani.
«Nuovi esempi, nuove vite da raccontare di persone che hanno fatto scelte importanti – ha concluso Cristina Giachi – possono essere un modo per riattivare il percorso della memoria: questo è il punto di partenza per qualunque politica di cittadinanza».

Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa

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