Governo del territorio, il presidente della commissione regionale ribadisce: "A noi la scelta fra territorio urbano e non urbano, ai Comuni la pianificazione"

Gianfranco Venturi

Prosegue il lavoro di approfondimento della Riforma della Legge 1 (Governo del territorio). In commissione Ambiente, presieduta da Gianfranco Venturi, sono stati discussi i primi 55 articoli per definire alcuni punti nodali da riprendere successivamente con proposte emendative in commissione o in Consiglio.

Come ha sottolineato in apertura il presidente, alla base c’è una posizione condivisa dalla maggioranza per una normativa fondata sulla distinzione tra territorio urbano e non urbano, con diversa disciplina. Il problema di ruolo tra Regione e Comuni, relativamente alla perimetrazione, potrà essere risolto lasciando alla prima il compito della determinazione dei criteri anche intrecciati con il Pit (Piano di indirizzo territoriale); su questa base gli enti locali potranno poi definire la relativa pianificazione. Si tratta quindi di un progetto e non di una mera azione di ricognizione di una linea di confine. Sul fatto di quanto questi criteri possano essere stringenti, la discussione è ancora aperta e sarà portata avanti nel corso delle prossime sedute di commissione.

Il presidente Venturi ha poi proposto una sorta di ribaltamento dell’art. 29 (varianti semplificate al piano operativo e relativo termine di efficacia, ndr) per affermare la priorità della variante semplificata come norma e stabilendo quelle che possono essere le eccezioni. Lo spirito della proposta è quello di una presa d’atto che al di fuori della linea urbanizzata c’è una disciplina che coinvolge altri soggetti, all’interno esiste invece una procedura di carattere semplificato.

In tema di invarianti strutturali, per il presidente è condivisibile la lettura in termini di relazioni piuttosto che di fotografia, ossia di patrimonio inteso come bene comune che si evolve in relazione alla società.

Chiarito anche il fatto che il Pit vale per tutti, anche per i piani di settore e in tema di ambiti sovracomunali, per la cui definizione viene dato più tempo, occorre guardarli, seppure non in forma obbligatoria e ferma restando la continuità territoriale, all’interno di una zonizzazione che punti a riunire a quel livello una pluralità di funzioni oltre a quelle in tema di governo del territorio, prefigurando un nuovo assetto al quale spinge anche la revisione profonda delle attuali province.

In tema di partecipazione, il presidente è stato chiaro: deve essere trasparente, avere tempi certi e funzioni precise. Non si sostituisce a chi decide, piuttosto serve a far conoscere cose che lo stesso legislatore potrebbe non sapere. Una volta concluso il percorso, che possa piacere o non piacere e a scanso di immobilismo, occorre decidere dando adeguata motivazione.

Venturi ha quindi lasciato alla riflessione dei commissari un aspetto, e cioè quello di definire in legge alcuni criteri guida rinviando a norme di settore alcune scelte in materie quali, ad esempio, i grossi insediamenti commerciali.Nel corso della lunga seduta cui ha partecipato anche l’assessore Anna Marson, sono intervenuti Monica Sgherri che ha annunciato emendamenti in tema di partecipazione, Stefania Fuscagni che ha auspicato un lavoro comune, Marta Gazzarri che ha condiviso spirito e punti della legge, Giovanni Ardelio Pellegrinotti che ha ribadito la propria posizione, ossia avere certezza su chi decide i criteri di individuazione del confine tra territorio urbano e non urbano, Nicola Nascosti che si è detto d’accordo con Pellegrinotti e ha anche richiamato il tema delle aree di frangia (aree di transizione tra città e campagna).

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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