Arriva oggi su Nature il radar con il “cuore” fotonico, caratterizzato da un innovativo sistema di generazione e di acquisizione dei segnali, basato su laser e “lettori” di luce, che può garantire maggiore sicurezza e rapidità nella gestione del traffico aeroportuale e marittimo, anche in condizioni meteo non ottimali, ed è in grado di permettere l’incremento dei collegamenti. Il “radar fotonico”, per la precisione il primo radar del tutto digitale basato su tecnologie fotoniche, sviluppato nell’ambito del progetto “Phodir” (Photonic-based fully digital radar system) su finanziamento dell’Erc (European research council), riceve adesso un importante, ulteriore riconoscimento, grazie alla pubblicazione di un articolo scientifico su Nature, rivista fra le più autorevoli al mondo. L’articolo rappresenta il nuovo importantissimo risultato che premia il sistema della ricerca italiano e, in particolare, quello pisano, poiché il progetto “Phodir” è stato condotto per intero a Pisa, sotto il coordinamento di Antonella Bogoni, ricercatrice del Laboratorio nazionale di reti fotoniche (Lnrf) del Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni (Cnit), ed è stato sviluppato nel laboratorio congiunto presso l’Istituto di tecnologie delle comunicazione, dell’informazione e della percezione (Tecip) della Scuola Superiore Sant’Anna, dove Antonella Bogoni è responsabile dell’area di ricerca “Digital & microwave photonics”, in collaborazione con il Laboratorio radar e sistemi di sorveglianza (Rass) del Cnit.
Rispetto a un radar di tipo convenzionale, quello dal “cuore” fotonico permette migliori prestazioni, garantisce più di una funzionalità, risulta meno intercettabile, è più piccolo e può anche garantire la capacità di assolvere a compiti di comunicazione. Il nuovo radar è stato già testato all’aeroporto di Pisa e al porto di Livorno, grazie alla collaborazione attivata con l’Aeronautica militare di Pisa, con la Direzione sviluppo e innovazione dell’Autorità portuale, con la Capitaneria di porto e con l’istituto “Vallauri” dell’Accademia navale di Livorno.
Nature ha voluto riconoscere ai risultati del team guidato da Antonella Bogoni il valore di “approccio rivoluzionario con l’introduzione della fotonica nei sistemi radar” e di “traguardo all’avanguardia scientifica per le prestazioni ottenute sia come sistema di sorveglianza, sia come sistema di comunicazione radio”, in quanto il “radar fotonico” è in grado di assolvere anche a una funzionalità di comunicazione ad altissima velocità, utilizzabile in maniera simultanea con la funzionalità radar. Nature ha voluto mettere in evidenza come il progetto “Phodir” costituisca un raro esempio di interdisciplinarità, per aver dimostrato come l’uso della fotonica non debba essere limitato ai campi di applicazione più consueti ma può portare benefici ad altri settori, ponendosi al servizio della scienza. La pubblicazione di oggi su Nature arriva dopo molteplici riconoscimenti a livello internazionale, i numerosi inviti a presentare i risultati alle più prestigiose conferenze mondiali e numerose pubblicazioni su riviste di settore.
“La realizzazione del “cuore” fotonico ha rappresentato l’autentica sfida del progetto vinta grazie alla professionalità, alla competenza scientifica, alla passione di tutti i ricercatori coinvolti e anche per merito delle strumentazioni a disposizione, che hanno permesso di raggiungere l’obiettivo”, come sottolinea Paolo Ghelfi, ricercatore del Laboratorio nazionale di reti fotoniche del Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni,autore di molte delle soluzioni tecniche innovative che hanno portato alla realizzazione del radar fotonico, nonché responsabile delle attività di sperimentazione.
“Gli obiettivi raggiunti da questo progetto sono stati decisamente superiori rispetto alle aspettative iniziali - racconta la coordinatrice Antonella Bogoni – perché, quando abbiamo intrapreso la strada, avevamo molti dubbi su come raggiungere il risultato e ogni giorno scoprivamo cose nuove che ci obbligavano a modificare le strategie e a ripartire da capo, ma tutto il gruppo non ha mollato e, passo dopo passo, è andato ben oltre la dimostrazione di un principio innovativo, ottenendo un ‘dimostratore’ (prototipo, Ndr) funzionante, trasportabile, che adesso le aziende e le istituzioni ci chiedono per test preliminari. Nel giorno della pubblicazione su Nature, desidero rivolgere un particolare ringraziamento – continua Antonella Bogoni - a tutto il team che ha collaborato al progetto, in particolare ai giovani ricercatori, oltre dieci, che si sono impegnati con dedizione, con caparbietà e con grande professionalità alle attività di ricerca e di sperimentazione.Tutti hanno saputo collaborare e mettere a frutto competenze complementari e sono stati premiati con questo grande risultato: la pubblicazione su Nature – conclude - è un traguardo, che dobbiamo festeggiare tutti insieme, e uno stimolo per continuare a impegnarci nelle nostre prossime attività”.
Riferimenti per Nature: DOI: 10.1038/nature13078
Scuola Superiore Sant’Anna. E’ un istituto universitario pubblico a statuto speciale, che opera nel campo delle Scienze Sociali (Scienze Economiche e manageriali, Scienze Giuridiche, Scienze Politiche) e Scienze Sperimentali (Scienze Agrarie e biotecnologie, Scienze Mediche e Ingegneria Industriale e dell'Informazione). Per la formazione universitaria integrativa, gli allievi sono ammessi dopo aver superato un concorso pubblico nazionale, sono iscritti ai corsi di laurea dell’Università di Pisa a cui affiancano un percorso di formazione integrativo, che assicura l’eccellenza degli studi ed è favorito dall'alta qualità dei corsi interni, da un continuo confronto interdisciplinare e da programmi di scambio con le istituzioni universitarie più prestigiose nazionali ed internazionali. La Scuola Superiore Sant’Anna, che nel tempo ha visto consolidare il proprio ruolo di “research university”, offre corsi di perfezionamento, dottorato e master di I e II livello ed integra la formazione con l’attività di ricerca condotta nei sei Istituti, dove docenti e ricercatori interagiscono quotidianamente con gli allievi, in un continuo scambio culturale e intellettuale. La valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica condotta negli Istituti è uno dei compiti istituzionali della Scuola Superiore Sant'Anna. Questa attività ha dato luogo nel tempo a importanti e consolidate collaborazioni con imprese ed enti pubblici. Dagli Istituti di Biorobotica, Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo), Economia, Management, Scienze della Vita e Tecip (Tecnologie della Comunicazione, dell'lnformazione e della Percezione) sono nate oltre trenta imprese spin-off, che ad oggi impiegano circa 180 addetti. La Scuola Superiore Sant’Anna dispone di un portafogli di circa 80 brevetti, composto da titoli nazionali ed internazionali, alcuni dei quali condivisi con altre istituzioni pubbliche e private o concessi in licenza ad imprese. Il Rettore della Scuola Superiore Sant’Anna è Pierdomenico Perata; il Presidente è Yves Mény.
Cnit. E’ un'organizzazione no-profit fra 37 Università italiane, fondato nel 1995 e riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca, che ha lo scopo di coordinare e promuovere attività di ricerca teorica e applicativa anche in cooperazione con enti ed industrie nazionali e internazionali e svolgere formazione avanzata nel settore delle Telecomunicazioni. Ogni membro è impegnato nell'ambito della progettazione, realizzazione e gestione di apparati, sistemi e servizi nel settore delle telecomunicazioni.
Erc. Istituito nel 2007 dall'Ue, il Consiglio Europeo della Ricerca è la prima organizzazione paneuropea di finanziamento per la ricerca di frontiera. Ha lo scopo di stimolare l'eccellenza scientifica in Europa, incoraggiando la concorrenza per i finanziamenti tra i migliori ricercatori creativi di qualsiasi nazionalità ed età. Finanzia giovani ricercatori all'inizio della carriera ('Erc Starting Grants' fino a 2 milioni di euro), ottimi scienziati indipendenti ('Erc Consolidator Grants' fino a 2,75 milioni di euro), e i leader della ricerca di alto livello ('Erc Advanced Grants' fino a 3,5 milioni di euro). I cospicui finanziamenti sono assegnati sulla base di peer-review internazionali. L'Erc opera secondo un approccio 'investigator-driven', o 'bottom-up', e quindi permette ai ricercatori di identificare nuove opportunità in ogni campo della ricerca, senza priorità tematiche o quote geografiche. Tra i circa 4 mila progetti finora finanziati, 429 sono stati attribuiti a ricercatori italiani oltre un terzo dei quali ospitato da università o centri di ricerca di un altro paese europeo. L'Erc fa parte del pilastro 'eccellenza scientifica' del nuovo programma per la ricerca e l'innovazione dell'Ue Orizzonte 2020, e dispone di un bilancio di 13 miliardi di euro che rappresenta circa il 17% del bilancio del programma europeo per il periodo 2014 – 2020. L'Erc è guidato dal Consiglio scientifico composto da 22 scienziati e studiosi. Il Prof.Jean-Pierre Bourguignon è il Presidente. L'agenzia esecutiva (Ercea), guidata dal Direttore Pablo Amor, mette in opera la strategia dell'Erc, definita dal suo Consiglio scientifico.
