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Forza Italia scrive a Napolitano e al ministro dei Beni Culturali: "Il teatro Dante non diventi teatro Carlo Monni"

Un'iniziativa di Forza Italia a Campi Bisenzio per il teatro Dante

Oggi, durante la conferenza stampa tenutasi presso l'Aula del Gruppo consiliare Forza Italia presso Villa Rucellai, il Capogruppo Paolo Gandola ha fatto sapere:

“La nostra battaglia a tutela del nome del teatro cittadino e per la legalità non si ferma e in questi ultimi giorni utili, prima che intervenga l'inaugurazione di venerdì, faremo tutti gli sforzi possibili affinché venga scongiurata una vera e propria sciagura. Per questo abbiamo informato di quanto sta accadendo nel nostro Comune il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Ci siamo appellati a loro, proprio perchè le strade sino ad ora percorse, Prefettura compresa, non ha dato i frutti sperati e vedremo se ora qualcosa si muoverà davvero. Mancano pochissimi giorni e la pubblicità data alla due giorni di eventi è un qualcosa di indecoroso. Il rischio serissimo è che il nostro ente e il Sindaco siano chiamati a rispondere nelle sedi opportune delle loro responsabilità. A noi interessa della dignità del nostro ente e per questo faremo di tutto per fermare questo ennesimo scempio che si sta perpetrando alla luce del sole.

Il Capogruppo Gandola ha poi evidenziato come dalla Prefettura sia arrivata al Comune di Campi una lettera di richiamo che riguarda vari aspetti, tra cui proprio quelli riguardanti il Teatro Dante e la possibilità che lo stesso muti di denominazione.

“La lettera, davvero inusuale e che già solo questa dovrebbe fare tramare le caviglie di Sindaco e della Giunta, ha un contenuto che lascia davvero poco all'immaginazione e riferisce che anche il Prefetto di Firenze si è espresso richiamando il rispetto delle norme vigenti in materia di intitolazioni. Proprio quella legge che il sig. Sindaco ha definito ridicola. La Prefettura ha richiesto una risposta sollecita, segnalando l'urgenza, ma ad oggi nessuna missiva è partita da Campi in direzione Firenze. Un altro fatto inverecondo di cui chiederemo conto, a costo di chiedere le dimissioni dei responsabili. Qui è in gioco la serietà del Comune di Campi e della città e non permetteremo che per ridicoli giochi di palazzo venga infangato il buon nome dell'amministrazione”.

Sulla questione del Teatro Dante, poi, il Consigliere Gandola ha richiamato quanto era uscito dalla consultazione online attraverso il sito istituzionale del Comune.

“I nostri amministratori, vedendo i risultati discordanti derivanti dalla consultazione online avevano deciso di chiamare il nuovo teatro Dante – Carlo Monni oggi, invece, si fa sapere che la scelta è ricaduta sul nome meno indicato, quello che più di ogni altro mortifica il Sommo poeta facendo divenire il suo alto nome un sostantivo con la “D” minuscola. E' un vero scempio, un qualcosa che ha dell'inqualificabile. Una decisione scellerata e che noi ostacoleremo sempre. Per questo e come nostro ultimo tentativo, quest'oggi invieremo una missiva a tutti i Capigruppo consiliari e a tutti i Consiglieri comunali affinché possano riconsiderare la loro posizione e possano consigliare, se non obbligare, il Sindaco ad un ripensamento e a svolgere una maggiore e più ponderata riflessione.

Chiuderemo così la nostra lettera: “Non vogliate macchiarvi di cotanta efferatezza; non vogliate macchiarvi di un “delitto” e di un “sacrilegio” che lo stesso Monni avrebbe voluto evitare, ridendoci sopra. Vi preghiamo...fermatevi e riflettere. Fate riflettere il Sindaco e rendete l'iniziativa di Venerdì una festa al ricordo di Carlo Monni, ma mai e poi mai un funerale a Dante, alla sua storia e alla sua fama”.

Il Consigliere Gandola, sempre in riferimento all'inaugurazione del Teatro, ha poi dichiarato: “In ogni caso, qualora il Sindaco pervicacemente decidesse di dare seguito all'inaugurazione del teatro con il nuovo nome noi saremo presenti e un minuto dopo denunceremo il Sindaco nelle sedi opportune. Questa non è una minaccia ma un fatto incontrovertibile”.

Di seguito la lettera al capo dello Stato e, dopo, quella al ministero.

siamo a scriverLe in quanto domani, Venerdì 14 Marzo, riceverà presso il Palazzo del Quirinale, tra gli altri, anche il Sindaco del Comune di Campi Bisenzio (Fi) Emiliano Fossi, il quale, da quanto le esporremo di qui a breve, sembrerebbe disposto a contravvenire alla normativa vigente circa le intitolazioni di luoghi e monumenti storici. Nel dettaglio, la situazione che si sta concretizzando, o che si starebbe concretizzando, a Campi Bisenzio, comune di circa 45.000 abitanti della Provincia di Firenze, attiene al cambio di denominazione del Teatro cittadino, dal 1871 – anno della sua fondazione – denominato Teatro Dante. Specificatamente, il Sindaco del nostro Comune da alcuni mesi, appena dopo l'estate scorsa, ha proposto il cambio di nome del Teatro in “Carlo Monni”, per omaggiare così l'attore-caratterista campigiano scomparso nel maggio scorso a causa di un male incurabile.

Fin da subito sulla stampa ed in città si è concretizzato un vero e proprio dibattito sul tema e, le assicuro, sono molti i campigiani che hanno avanzato diverse perplessità sulla proposta, non foss'altro per il fatto che, ovviamente, il paragone tra i due personaggi non può in alcun modo reggere. A sostegno del mantenimento del nome del Teatro si è altresì evidenziata una specifica raccolta firme.

Fermo restando che nulla possiamo eccepire a riguardo della necessità che la città di Campi Bisenzio omaggi ed onori la memoria di Carlo Monni dedicandogli una strada, una piazza o uno slargo, siamo e restiamo profondamente perplessi sull'opportunità che sia modificato il nome del più importante e significativo monumento culturale della città, lo storico teatro Dante, appunto.
Le nostre perplessità, oltre che ad essere di ordine politico soggettivo, sono di carattere giuridico e attengono alla necessità che per il cambio di nome di un monumento, così come di un riferimento toponomastico, ci si debba attenere alla legislazione attualmente vigente, ed in particolare alla Legge 23 giugno 1927 n. 1188 rubricata “Toponomastica stradale e monumenti a personaggi contemporanei”, attualmente ancora l'unico riferimento normativo a riguardo della toponomastica. Tale legge, all'art. 3, dispone che nessun monumento, lapide o ricordi possano essere dedicati a persone che sono decedute da meno di dieci anni. Ovviamente, il compianto Carlo Monni, morto nel maggio scorso non può ricadere in questa casistica.

Inoltre, ma non secondariamente, a sostegno della nostra tesi che vorrebbe salvaguardare lo storico nome del teatro, va ricordata la ragione per cui il nostro Teatro all'epoca della sua costruzione fu intitolato al Sommo Poeta fiorentino Dante Alighieri, ovvero proprio perché Dante cita Campi Bisenzio nel XVI Canto del Paradiso della Divina Commedia, allorquando parla del contado fiorentino. Un caso eccezionale e che rende il nostro Comune uno dei pochi toponimi ricordati all'interno della Divina Commedia (situazione confermata dalla stessa Società dantesca italiana, con il quale presidente dott. Eugenio Giani abbiamo avuto modo di colloquiare nell'autunno scorso).

Di fronte a tutto questo, comprenderà l'importanza che il nome Dante ha per il nostro Comune e la ragione della storica intitolazione che noi vogliamo a tutti i costi salvaguardare.

La scelta della modifica del nome, peraltro, ci appare fuori luogo anche in ragione del fatto che proprio l'anno prossimo ricorreranno i festeggiamenti per Firenze capitale d'Italia e proprio Dante sarà uno dei principali e dei più ricorrenti personaggi che saranno richiamati alla memoria al fine di comprendere le ragioni che fecero meritare alla città toscana l'onore di essere, sia pur per poco tempo, capitale del nascente Regno d'Italia.

Abbiamo fatto presente al Sindaco, in tutte le sedi opportune (Consiglio comunale, stampa locale, attraverso la mediazione del Prefetto di Firenze, dott. Luigi Varratta – il quale credo stia ancora seguendo il caso attraverso i suoi uffici, nonché attraverso il Ministero dei Beni culturali), come in base alla legge vigente il cambio di nome, così come proposto, non possa intervenire e abbiamo fatto altresì presente al primo cittadino il rischio di contravvenire ad una legge dello Stato. Ad oggi, nulla abbiamo ottenuto e, anzi, il Sindaco proprio in questi giorni ha confermato, e tutto ciò è visibile sul sito istituzionale del Comune di Campi Bisenzio (www.comune-campi-bisenzio.fi.it), che il 21 marzo p.v. si terrà l'inaugurazione ufficiale del nuovo Teatro Carlo Monni, in piena violazione alla legge e alle posizioni espresse dallo stesso Prefetto. Lo stesso, infatti, in un colloquio ufficiale che il nostro Gruppo consiliare ha avuto con lui presso la sede della Prefettura fiorentina ha espresso la volontà di non aderire alla proposta di cambio di nome, posizione che è stata fatta presente al signor Sindaco e al Segretario Generale del Comune di Campi B.zio attraverso una missiva ufficiale [PROT. N. 3029/2014/27.1/12Gab] che per facilità le allego e nella quale si richiama, altresì, l'ente al rispetto della normativa vigente in materia.

Di fronte a tutto ciò, non comprendiamo come il primo cittadino possa aver deciso di proseguire imperterrito sulla propria strada non portando rispetto alla legislazione attualmente vigente nel nostro ordinamento.

Vieppiù, durante il dibattito politico-amministrativo sulla vicenda del cambio del nome del teatro, il Signor Sindaco ha espresso delle posizioni a dir poco sconcertanti sia sotto il profilo giuridico, sia dell'opportunità. In particolare, durante un Consiglio comunale, rispondendo ad una interrogazione del gruppo Consiliare Forza Italia nella quale si chiedeva conto di alcune sue dichiarazioni riportate alcuni giorni prima dai giornali locali (dichiarazioni nel quale il Primo cittadino campigiano definiva ridicola la legge sulla toponomastica del 1927, nonché ridicolo l'appiglio al rispetto di detta legge per bloccare la decisione di modifica di denominazione del teatro), il Sindaco Fossi ha risposto confermando di aver pronunciato quelle parole e, anzi, evidenziando che le sue posizioni erano state a dire il vero più piccate (a conferma di quanto le sto dicendo esistono le registrazioni vocali del Consiglio comunale). Ovviamente, la replica di Forza Italia è stata volta a richiamare la sensibilità del Sindaco al rispetto della legge, soprattutto a fronte del fatto che lo stesso, il giorno del suo insediamento, ha giurato sulla Costituzione repubblicana impegnandosi al rispetto delle leggi vigenti.

Ad oggi, pare che un cambio di rotta rispetto alle posizioni del Sindaco non siano realizzabili. Mancano pochissimi giorni alla fatidica data del 21 Marzo, data in cui si terrà l'inaugurazione del teatro Carlo Monni, ma non possiamo e non vogliamo rimanere a guardare che la legge venga
calpestata al solo scopo di deliziare l'ego e l'orgoglio del nostro primo cittadino.
Non possiamo e non vogliamo che il nome di Dante venga sminuito. Al momento, e sebbene svariati cambi di opinione, infatti, sembrerebbe che il nuovo nome sia: “teatrodante Carlo Monni”, cosa assurda che non solo snatura il nome del Sommo Poeta facendolo divenire un sostantivo con la
“D” minuscola, ma che diventa un vero e proprio oltraggio alla dignità del Poeta fiorentino, un qualcosa che non possiamo accettare.

Ci siamo rivolti a Lei caro Presidente come ultima nostra possibilità.

Con la presente, la preghiamo, di non far cadere nel vuoto le nostre richieste e di chiedere che la legge sia rispettata ex ante e che, quindi, il Comune di Campi Bisenzio annulli l'inaugurazione del nuovo nome del Teatro, dando piuttosto avvio alle procedure amministrative del caso al fine di chiedere una deroga al Prefetto competente per ridurre l'attesa di dieci anni al momento necessaria per il cambio di denominazione di una strada o di un monumento. In ogni caso, proprio a memoria della cultura e del culto di Dante, di fronte oltretutto al fatto che tra pochi mesi ci troveremo a festeggiare il ricordo di Firenze capitale, la preghiamo di fornirci il suo fondamentale sostegno affinché lo storico Teatro Dante di Campi Bisenzio possa continuare a chiamarsi così ancora per lungo tempo.

 

Con assoluta deferenza

Al Ministro dei Beni e delle Attività culturali
e del Turismo della Repubblica italiana
On. Dario Franceschini,
SUA SEDE

Al Capo di Gabinetto del Ministro
dott. Giampaolo D'Andrea

Come da accordi telefonici intercorsi con i suoi uffici siamo ad esporLe nel dettaglio la situazione che si sta concretizzando, o che si starebbe concretizzando, a Campi Bisenzio, comune di circa 45.000 abitanti della Provincia di Firenze, ovvero il cambio di denominazione del Teatro cittadino, dal 1871 – anno della sua fondazione – Teatro Dante.
Nello specifico, il Sindaco del nostro Comune Emiliano Fossi, da alcuni mesi, appena dopo l'estate scorsa, ha proposto il cambio di nome del Teatro in “Carlo Monni”, per omaggiare così l'attore-caratterista campigiano scomparso nel maggio scorso a causa di un male incurabile.

Fermo restando che nulla possiamo eccepire a riguardo della necessità che la città di Campi Bisenzio omaggi ed onori la memoria di Carlo Monni dedicandogli una strada, una piazza o uno slargo, siamo e restiamo profondamente perplessi sull'opportunità che sia modificato il nome del più importante e significativo monumento culturale della città, lo storico teatro Dante, appunto.
Le nostre perplessità, oltre che ad essere di ordine politico soggettivo, sono di carattere giuridico e attengono alla necessità che per il cambio di nome di un monumento, così come di un riferimento toponomastico, ci si debba attenere alla legislazione attualmente vigente, ed in particolare alla Legge 23 giugno 1927 n. 1188 rubricata “Toponomastica stradale e monumenti a personaggi contemporanei”, attualmente ancora l'unico riferimento normativo a riguardo della toponomastica, la quale dispone all'art. 3 che nessun monumento, lapide o ricordi possano essere dedicati a persone che sono decedute da meno di dieci anni. Ovviamente, il compianto Carlo Monni, morto nel maggio scorso non può ricadere in questa casistica.

Inoltre, ma non secondariamente, va ricordata la ragione per cui il nostro Teatro fu intitolato al Sommo Poeta fiorentino Dante Alighieri, ovvero perchè Dante cita Campi Bisenzio nel XVI Canto del Paradiso della Divina Commedia allorquando parla del contado fiorentino. Un caso eccezionale e che rende il nostro Comune uno dei pochi toponimi ricordati all'interno della Divina Commedia (situazione confermata dalla stessa Società dantesca italiana, con il quale presidente dott. Eugenio Giani abbiamo avuto modo di colloquiare nell'autunno scorso).

Di fronte a tutto questo, comprenderà l'importanza che il nome Dante ha per il nostro Comune e la ragione della storica intitolazione.
La scelta della modifica del nome, peraltro, ci appare fuori luogo anche in ragione del fatto che proprio l'anno prossimo ricorreranno i festeggiamenti per Firenze capitale d'Italia e proprio Dante sarà uno dei principali e dei più ricorrenti personaggi che saranno richiamati alla memoria, al fine di comprendere le ragioni che fecero meritare alla città toscana l'onore di essere, sia pur per poco tempo, capitale del nascente Regno d'Italia.

Abbiamo fatto presente al Sindaco, in tutte le sedi opportune (Consiglio comunale, stampa locale, attraverso la mediazione del Prefetto di Firenze, dott. Luigi Varratta – il quale credo stia ancora seguendo il caso attraverso i suoi uffici), come in base alla legge vigente il cambio di nome, così come proposto, non possa intervenire e abbiamo fatto altresì presente al primo cittadino il rischio di contravvenire ad una legge dello Stato. Ad oggi, nulla abbiamo ottenuto e, anzi, il Sindaco proprio in questi giorni ha confermato, e tutto ciò è visibile sul sito istituzionale del Comune di Campi Bisenzio (www.comune-campi-bisenzio.fi.it), che il 21 marzo p.v. si terrà l'inaugurazione ufficiale del nuovo Teatro Carlo Monni, in piena violazione alla legge e alle posizioni espresse dallo stesso Prefetto. Lo stesso, infatti, in un colloquio ufficiale che il nostro Gruppo consiliare ha avuto con lui presso la sede della Prefettura fiorentina ha espresso la volontà di non aderire alla proposta di cambio di nome, posizione che è stata fatta presente al signor Sindaco e al Segretario Generale del Comune di Campi B.zio attraverso una missiva ufficiale [PROT. N. 3029/2014/27.1/12Gab] che per facilità le allego.
Di fronte a tutto ciò non comprendiamo come il primo cittadino possa aver deciso di proseguire imperterrito sulla propria strada.

Va altresì tenuto conto che, durante il dibattito politico-amministrativo sulla vicenda del cambio del nome del teatro, il Signor Sindaco ha espresso delle posizioni a dir poco sconcertanti sia sotto il profilo giuridico, sia dell'opportunità. In particolare, durante un Consiglio comunale, rispondendo ad una interrogazione del gruppo Consiliare Forza Italia nella quale si chiedeva conto di alcune sue dichiarazioni riportate alcuni giorni prima dai giornali locali (dichiarazioni nel quale il Primo cittadino campigiano definiva ridicola la legge sulla toponomastica del 1927), Fossi ha risposto confermando di aver pronunciato quelle parole e, anzi, evidenziando che le sue posizioni erano state a dire il vero più piccate (a conferma di quanto le sto dicendo esistono le registrazioni
vocali del Consiglio comunale). Ovviamente, la replica di Forza Italia è stata volta a richiamare la
sensibilità del Sindaco al rispetto della legge, soprattutto a fronte del fatto che lo stesso, il giorno del suo insediamento, ha giurato sulla Costituzione repubblicana e sulle sue leggi.

Ad oggi, pare che un cambio di rotta rispetto alle posizioni del Sindaco non siano realizzabili. Mancano pochissimi giorni alla fatidica data del 21 Marzo, data in cui si terrà l'inaugurazione del teatro Carlo Monni, ma non possiamo e non vogliamo rimanere a guardare che la legge venga
calpestata al solo scopo di deliziare l'ego e l'orgoglio del nostro primo cittadino.
Non possiamo e non vogliamo che il nome di Dante venga sminuito. Al momento, e sebbene svariati cambi di opinione, infatti, sembrerebbe che il nuovo nome sia: “teatrodante Carlo Monni”, cosa assurda che non solo snatura il nome del Sommo Poeta facendolo divenire un sostantivo con la
“D” minuscola, ma che diventa un vero e proprio oltraggio alla dignità del Poeta fiorentino, un qualcosa che non possiamo accettare.

Ci siamo rivolti a Lei come ultima nostra possibilità.
Con la presente, la preghiamo, di non far cadere nel vuoto le nostre richieste; le chiediamo di scongiurare questo scempio che rischierebbe, altresì, di divenire un pericoloso precedente.

Siamo e restiamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento o per concordare un incontro con Lei per meglio spiegarLe le nostre posizioni e i fatti che qui abbiamo avuto l'esigenza di ridurre per ovvi motivi di spazio e di opportunità.

SegnalandoLe l'urgenza, tanto Le dovevamo,

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