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C’era il pubblico delle grandi occasioni, oggi sabato 1 marzo alle 16.30, a Certaldo per l’incontro di chiusura della campagna delle primarie del PD alla saletta di via 2 Giugno. All’incontro con i candidati alle primarie, Federigo Capecchi, Giacomo Cucini e Francesco Betti, ha partecipato il sindaco di Siena, Bruno Valentini, tra l’altro ex direttore dell’MPS di Certaldo. Il dibattito è stato introdotto da Yuri Furiesi, segretario del PD, che ha lasciato spazio poi per 15 minuti all’intervento del sindaco Valentini. Un intervento che senza giri di parole ha convinto tutti, strappando un lungo applauso. “Non è mai facile partecipare a questi incontri dove si parla di primarie. Penso al caso della mia città, Siena. Il centrosinistra a livello nazionale era dato per sconfitto, con tanti disastri scaturiti soprattutto dalla nostra classe dirigente, mentre la città era il teatro di una delle più grandi speculazioni finanziarie degli ultimi 50 anni a livello europeo. Da Epifani fino a Renzi, si pensava a una partita persa. Le primarie furono molto combattute ed aspre, senza risparmiarsi colpi bassi. Dopo pochi giorni ci siamo messi a un tavolo fra progettazione e critica, adesso c’è collaborazione e un nuovo equilibrio per affrontare le sfide. La città è stata salvata dal dissesto finanziario, mentre lo Stato, pensiamo all’IMU, concede risorse in tono minore. Senza dimenticare il patto di stabilità. Realizzare opere pubbliche, difficile senza indebitarsi. Possiamo utilizzare i soldi degli oneri di urbanizzazione ma il mercato edilizio è fermo. Se la pubblica amministrazione non riesce a pagare le fatture, come si possono realizzare opere pubbliche?”. Da questa premessa che Valentini introduce i temi della cultura e turismo, volani per il futuro del rilancio delle tradizioni del territorio: “La sfida nostra non è fare un’altra Mercantia o Boccaccesca, pensiamo alle parole del neo ministro alla cultura Franceschini. Ha le fra le mani il ministero che dovrà creare più economia per l’Italia. Intanto pensiamo anche agli imprenditori, come il settore del manifatturiero che da Empoli, passano per Certaldo fino a Colle Val D’Elsa, è determinante. Gli imprenditori preferiscono investire in macchinari a discapito delle persone perché in caso di difficoltà e crisi, la gestione è più facile. Noi dobbiamo capire che dalla cultura e il turismo si può ottenere occupazione con la correlazione delle nuove tecnologie. In Italia abbiamo un peso che è il debito pubblico, che è stato gestito irresponsabilmente. Ci siamo indebitati per vivere, senza domandarci se ciò che stavamo facendo fosse sostenibile. Poi ci siamo fatti delle domanda e abbiamo capito che il nostro debito non è restituibile, le promesse con l’Europa sono difficili da mantenere e allora abbiamo mandato Renzi a governare questo paese. Ha promesso di abbassare le tasse sul reddito. Ma ogni risorsa che noi avremo in più sarà difficilmente utilizzabile per dare fiato al paese, abbiamo il fiato sul collo con il debito pubblico e l’interesse che sale”. Come uscire quindi da queste sabbie mobili? “Dobbiamo aiutare le imprese che esportano e favorire gli stranieri. Se il paese è efficiente potrà avere nuovo futuro e penso alla candidatura di Siena nel 2019 come capitale europea della cultura. Se riusciamo a dimostrare che la cultura equivale a un modello economico di sviluppo e coesione, avremo grandi chance. A Siena il dipartimento dell’Università di lettere e filosofia conta 8mila studenti che dividiamo con Arezzo. Oltre 1200 studenti cinesi vengono a Siena all’Università per stranieri. Fanno migliaia di chilometri e per quale motivo scelgono la nostra realtà? Per studiare la storia, la cultura, la letteratura e storia dell’arte. Aprono un conto in banca e creano economia. Dobbiamo consentire l’incubazione delle aziende legate al turismo, artigianato artistico, i musei, il restauro, l’applicazione delle smart cities, le tecnologie per capire l’approccio di educazione dei bambini e il rapporto con gli anziani con nuovi strumenti. Una grande occasione sarà l’ospedale Santa Maria alla Scala che sarà un pronto soccorso ‘medico – culturale’: dai giovani fino agli anziani che sono sempre più soli, invasi da social network la società attuale in realtà fa prevalere l’individualismo e la solitudine. Non conta chi se, ma cosa vuoi diventare, dobbiamo far sì che i nostri ragazzi noni siano spettatori passivi. Penso a Mercantia, voi lavorate a lungo affinché possa essere il prodotto finale di un lavoro che viene da lontano. Servono luoghi, dove sperimentare e capire se si può creare, inventare un lavoro. Questo farà coesione sul territorio. In caso di vittoria per il 2019 come capitale europea della cultura, Siena dovrà proiettare la sua tradizione nella modernità. Una di quelle poche cose dove siamo ancora competitivi. Noi entriamo in contatto con il mondo intero che a sua volta ci fa concorrenza. Nel 2013 il turismo ha mantenuto il passo solo perché le città d’arte sono state invase dagli stranieri. Ma chi sono? Dialoghiamo con loro? Serve un turismo che non sia solo di passaggio ma che porti benefici economici e noi in cambio dobbiamo offrire qualcosa che in altri luoghi non possano trovare. Servono aggiornamenti e velocità nel trovare innovazioni. La realtà aumentata è una idea, il turista deve poter arrivare in un luogo e non solo scegliere un ristorante con Tripadvisor. Sul cellulare deve avere a disposizione la storia di tutti i monumenti, racconti, aneddoti, di un territorio dove la Francigena è la storia. E’ il percorso che porta dall’Europa a Roma, il tempio della cristianità. La comunicazione che oggi l’Italia fa in giro del mondo di se stessa è pessima e questo vale anche per i comuni. Il Comune deve modernizzarsi, rendere il proprio funzionamento meno costoso e innalzare la produttività. Occorre che anche le pubbliche amministrazioni e tutti gli enti abbiano un giudizio, qualcuno che misuri il loro operato. Dobbiamo dare risposte ai nostri imprenditori, confrontarci e capire perché dovrebbero scegliere il nostro territorio per investire. Noi possiamo ancora vincere, ma dobbiamo dimostrare che il sistema sta ancora in piedi e Renzi è al timone per accelerare le riforme. Noi siamo una minoranza di persone che si informa, mentre Grillo ha capito che solo dal veleno del PD può avere un’arma per elevare i toni dello scontro. La credibilità del premier Renzi passa da noi, in un territorio dove l’ex sindaco di Firenze ha stravinto le primarie. I nostri ragazzi sanno che il loro futuro sarà peggio del nostro, siamo quindi a un bivio, i problemi non si possono più nascondere nel cassetto e scaricarli ai nostri successori”. Uno sguardo alle province, al loro futuro e al ‘peso’ istituzionale della Valdelsa in Toscana: “Non possiamo solo chiedere, adesso è il momento di avanzare progetti, perché fa 3 mesi saremo chiamati in causa. I comuni dovranno aggregarsi, i servizi condivisi perché da soli non si riesce più a far quadrare i bilanci. Il PD è ancora capace di innovare, è la sola speranza di fronte al lamento e alla sfiducia. Noi siamo un punto di riferimento, l’allarme è alto e non ci saranno più appelli. Altrimenti deciderà tutto l’Europa, o ci salviamo da soli o governeranno altri”.