Sul caso ex Gozzini, dopo la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso della società Primavera '90, che detiene la proprietà dell'ex complesso industriale, contro l'ordinanza del comune per la bonifica dell'area, interviene anche il sindaco di Santa Croce sull'Arno Osvaldo Ciaponi con una lettera aperta rivolta a tutti i cittadini con la quale il primo cittadino illustra quali sono state le azioni intraprese dalla giunta in questi anni per una risoluzione del problema,
Cari concittadini, ritengo opportuno informarvi sugli ulteriori sviluppi dell’annosa vicenda relativa all’“area ex Gozzini”. In mancanza di concrete proposte per il recupero di un’area che – all’evidenza- è importante e strategica per tutto il nostro centro abitato, e perdurando lo stato di abbandono dell’intero compendio, con ordinanza del 11.09.2013, il sottoscritto aveva ordinato ai commissari liquidatori della Primavera ’90–Società Cooperativa Edilizia in liquidazione coatta amministrativa (proprietaria dell’area “ex Gozzini” ed “ex Soldani”) di provvedere:
- alla messa in sicurezza dell’area per la rimozione dei materiali contenenti amianto più degradati o a rischio di degrado; alla presentazione del Piano di caratterizzazione dell’area;
- alla individuazione di tutti i materiali contenenti amianto presenti nell’area e alla presentazione di apposito programma di controllo e manutenzione al fine di stabilire l’ordine degli interventi di bonifica;
- alla presentazione del documento di analisi di rischio sito specifica. Avverso tale ordinanza i commissari hanno presentato ricorso presso il TAR Toscana chiedendone la sospensione e l’annullamento.
Il TAR Toscana con sentenza n. 118/2014, sez. II, del 20.01.2014 ha accolto il ricorso promosso dai suddetti commissari liquidatori. L’Amministrazione comunale tuttavia, non condividendo le motivazioni della sentenza, ha ritenuto opportuno - nell’interesse dei cittadini - dare mandato di proporre appello.
Questa Amministrazione Comunale ritiene infatti che chi - avendone la custodia - abbia portato l’immobile all’attuale stato di abbandono sia tenuto a rimuovere i potenziali rischi per la salute, sulla base del principio generale che “chi inquina paga”.
Riteniamo pertanto ingiusto (almeno fino ad una sentenza definitiva che sancisca il contrario) che il costo della rimozione di materiale degenerato per incuria possa essere messo a carico degli stessi cittadini di Santa Croce sull’Arno come avverrebbe nel caso in cui ci dovesse essere un intervento sostitutivo del Comune (per altro ad oggi impossibile, a causa dei vincoli del patto di stabilità).
Contestualmente, per evitare strumentalizzazioni o inutili allarmismi, l’Amministrazione Comunale ha provveduto a richiedere all’Azienda USL 11 e all’ARPAT di Pisa nuovi accertamenti tecnici per la verifica dell’attuale stato dell’area in questione, in particolare in relazione alle problematiche e ai rischi connessi alla presenza di materiali contenenti amianto. Appena ne verrà in possesso, l’Amministrazione Comunale valuterà se esistono i presupposti per adottare altri provvedimenti ed in particolare un’eventuale ulteriore ordinanza. Il sopralluogo per gli accertamenti richiesti sarà effettuato nei prossimi giorni. Per completezza, vi preciso che questa Amministrazione ha costantemente comunicato al Ministero dello Sviluppo Economico -che sovraintendete a tutto il procedimento di liquidazione della cooperativa- l’evolversi della situazione, senza tuttavia ottenere risposte. Tutto ciò perché -come sopra detto- mentre resta ferma la disponibilità a prendere in considerazione ogni seria manifestazione di interesse per futuri interventi di recupero è necessario -nell’immediato- mantenere la massima attenzione per la salute e l'incolumità delle persone e l'ambiente e procedere secondo quanto è nelle competenze di un’Amministrazione Comunale.
Questa Amministrazione Comunale ritiene infatti che chi - avendone la custodia - abbia portato l’immobile all’attuale stato di abbandono sia tenuto a rimuovere i potenziali rischi per la salute, sulla base del principio generale che “chi inquina paga”.
Riteniamo pertanto ingiusto (almeno fino ad una sentenza definitiva che sancisca il contrario) che il costo della rimozione di materiale degenerato per incuria possa essere messo a carico degli stessi cittadini di Santa Croce sull’Arno come avverrebbe nel caso in cui ci dovesse essere un intervento sostitutivo del Comune (per altro ad oggi impossibile, a causa dei vincoli del patto di stabilità).
Contestualmente, per evitare strumentalizzazioni o inutili allarmismi, l’Amministrazione Comunale ha provveduto a richiedere all’Azienda USL 11 e all’ARPAT di Pisa nuovi accertamenti tecnici per la verifica dell’attuale stato dell’area in questione, in particolare in relazione alle problematiche e ai rischi connessi alla presenza di materiali contenenti amianto.
Appena ne verrà in possesso, l’Amministrazione Comunale valuterà se esistono i presupposti per adottare altri provvedimenti ed in particolare un’eventuale ulteriore ordinanza.
Il sopralluogo per gli accertamenti richiesti sarà effettuato nei prossimi giorni.
Per completezza, vi preciso che questa Amministrazione ha costantemente comunicato al Ministero dello Sviluppo Economico -che sovraintendete a tutto il procedimento di liquidazione della cooperativa- l’evolversi della situazione, senza tuttavia ottenere risposte.
Tutto ciò perché -come sopra detto- mentre resta ferma la disponibilità a prendere in considerazione ogni seria manifestazione di interesse per futuri interventi di recupero è necessario -nell’immediato- mantenere la massima attenzione per la salute e l'incolumità delle persone e l'ambiente e procedere secondo quanto è nelle competenze di un’Amministrazione Comunale.