«Prendo atto con soddisfazione della scelta del direttore generale di Careggi Monica Calamai che finalmente, anticipando la Regione, ha trovato il coraggio di monitorare i riflessi dell’attività di chirurgia in intramoenia su quella istituzionale elaborando, col provvedimento 95 del 14 febbraio 2014, un progetto per la gestione unica delle liste d’attesa per le attività chirurgiche a Careggi». E’ la dichiarazione del consigliere regionale Ncd e membro della IV commissione Sanità Gian Luca Lazzeri che saluta positivamente il progetto dell’azienda ospedaliera fiorentina con l’obiettivo di uguagliare i tempi delle liste d’attesa degli interventi in intramoenia con quelli dei pazienti in regime istituzionale.
«La riflessione di Careggi – sottolinea – arriva su un tema da noi spesso portato all’attenzione dell’opinione pubblica. L’intramoenia infatti è uno strumento creato per ridurre i tempi d’attesa del regime istituzionale permettendo al personale medico di erogare prestazioni a pagamento nelle strutture pubbliche ma fuori dall’orario di lavoro. Una parte di quanto paga il paziente va al medico e una parte all’Asl. In pratica il paradosso è che se il cittadino fa la visita in regime ordinario paga il ticket all’Asl mentre in intramoenia pagherà doppio: Asl e medico.
Rivolgendoci al servizio intramurario poi abbiamo l’appuntamento nel giro di 2 o 3 giorni addirittura con lo stesso medico e nello stesso locale. Ma la differenza sostanziale è che si paga e le liste d’attesa nel frattempo non sono calate mentre il sistema sanitario guadagna su una sua stessa disfunzione che va modificata. Lo dimostra il fatto il saldo positivo dell’intramoenia di tutta la Regione è passato dai 4.518.889 di euro del 2011 ai 7.234.410 del 2012 quando sono cresciuti i ricavi di ben 9 Asl su 12 (escluse Massa, Siena e Viareggio) e quelli di 3 aziende ospedaliero-universitarie, esclusa l’Aou pisana. Con casi come quello dell’Aou di Careggi dove il saldo del 2012 è stato di 1.232.768 di euro con un incremento di 373.046 rispetto al 2011, senza che le liste d’attesa del regime istituzionale di chirurgia subissero significative riduzioni. Ma anche dell’Asl 8 di Arezzo il cui saldo nel 2011 era di 135.480 euro mentre l’anno seguente è passato a 526.742 euro o l’Asl 9 di Grosseto che è passata dal saldo di 1.281 euro del 2011 ai 51.512 euro del 2012 con settori come la diagnostica per immagini che in alcuni casi sotto gli standard regionali.
Per questo motivo salutiamo positivamente l’iniziativa di Careggi e ribadiamo quello che diciamo da tempo le attività in libera professione intramuraria non possa passare avanti a quella istituzionale: non servono liste d’attesa con tempi differenziati tra regime intramurario e ordinario quando non c’è una contemporanea riduzione dei tempi d’attesa, a maggior ragione tenendo conto che il 5% degli utili dell’Asl devono andare in azioni a favore della riduzione delle attese».