Quando un giornalista va a fare un servizio la prima cosa che si chiede è dove sta la notizia. Nell'assistere all'incontro fra il mondo delle cooperative sociali e i giovani del servizio civile la notizia non solo c'è, ma ce ne sono più di una e volano anche un po' più in alto dei tradizionali canoni che ci sono nel trovarla. La notizia infatti è che ci sono venti nuovi ragazzi che hanno deciso di affrontare questa sfida del servizio civile nelle cooperative sociali, che a Empoli queste hanno una casa che si chiama Coeso, che il consorzio ne raggruppa nel territorio una ventina, che questo mondo dà lavoro a quasi 900 persone (574 a tempo indeterminato, 110 svantaggiate, 24 milioni di fatturato nel 2012), che molti di questi che ora presentano il loro mondo ai nuovi arrivati un tempo erano seduti dall'altra parte e bussavano alla porta proprio come obiettori di coscienza (quando esisteva il servizio militare obbligatorio si chiamavano così). La notizia è che, in un mondo nel quale regna il Dio profitto, qui si sente ancora parlare di persone svantaggiate, di attenzione alle persone, di valori, di una donna che va in gravidanza non come di un peso nel bilancio perché dovrà giocoforza assentarsi dal lavoro ma come di un momento di festa per tutti.
E' per questo che i nuovi vengono accolti con una mattinata tutti insieme, ringraziati per aver fatto questa scelta, avvertiti che il servizio civile non è un lavoro ma una straordinaria esperienza formativa che un giorno, forse, potrà diventare un lavoro specie se viene affrontato e vissuto con passione. E nelle facce dei venti ragazzi che da un mesetto hanno iniziato questa avventura si leggono solo sguardi di approvazione perché, seppur in un lasso di tempo tanto breve, hanno già capito che qui non funziona come in altri posti. Sentono associare la parola lavoro a quella disabili, ex carcerati, persone svantaggiate, ex tossicodipendenti, capiscono che qui ognuno ha la propria dignità, valore indissolubile e mai messo in discussione come troppo spesso accade dove impera solo il profitto. La trave che regge questo mondo sta proprio qui, è questo il filo che lega tutte queste cooperative che si occupano principalmente di servizi nei campi più disparati. I nomi li conoscete tutti: Mimosa, Colori, Piccolo Principe, Minerva, Pleiadi, La Giostra, la Pietra d'angolo, Zefiro, Orizzonti, Pegaso, Sintesi, Sole, Intrecci, Futura Digital, Geso, Info 2000, Icaro, Promo Cultura.
<Con questo incontro vogliamo presentarci a voi - ha detto Claudio Freschi, uno dei 'padri' della cooeprazione sociale empolese - farvi vedere dove è la nostra casa e rivolgervi un augurio: fate vostro quello che di bello c'è qui, sono cose che nella vita vi serviranno>. Eleonora Badesso, responsabile del servizio civile di Federsolidarietà, ha 'letto' il servizio civile come <un percorso di cittadinanza attiva, un investimento da parte delle cooperative, un'esperienza formativa a diretto contatto con gli operatori>. <Anche qui - ha aggiunto - i fondi sono purtroppo sempre meno, ma per fortuna la Regione Toscana è sensibile su questo tema e quindi, seppur i numeri siano in calo, riusciamo comunque ad offrire questa opportunità ai giovani che ne fanno richiesta>.
Nessuno sa leggere il futuro e può dire se fra i venti ragazzi presenti qualcuno un giorno farà di tutto questo un lavoro, ma di sicuro alla fine di questo anno potranno voltarsi indietro e dire che hanno speso il loro tempo in una maniera utile: per loro stessi e per gli altri.
Marco Mainardi