
Illustrate le procedure in atto nel nosocomio per la gestione di casi di vittime di violenza sessuale di nazionalità americana
Nei giorni scorsi si sono susseguiti incontri fra personale del Dea-Dipartimento di emergenza accettazione dell’Aoup e i militari Usa della Base Nato di stanza a Camp Darby per condividere le procedure in atto nell’ospedale di Pisa nella gestione di casi di vittime di violenza sessuale di nazionalità americana, anche per quanto riguarda l’aspetto dell’acquisizione e gestione delle eventuali prove da fornire alla magistratura.
Così il direttore del Pronto Soccorso, il Dr. Massimo Santini, insieme alla Dr.ssa Luisa Ferrandino, referente del Pronto soccorso in questo specifico settore di intervento, sono stati ospiti a Camp Darby, dove hanno illustrato l’organizzazione attuale e le procedure in atto da anni in ospedale per la gestione delle vittime di violenza sessuale. Successivamente, una delegazione di militari della Base di Aviano ha effettuato una visita al Dea, accompagnati dalla Dr.ssa Ferrandino insieme al direttore del Dea, il Dr. Eugenio Orsitto e al Dr. Fabrizio Maggiorelli.
Visitando i locali del Pronto Soccorso e presa visione dei protocolli in atto, i militari americani hanno così potuto verificare come questo specifico settore dell’emergenza “al femminile” abbia maturato già una solida esperienza nel trattare i casi di violenza.
Inoltre, proprio in questi mesi è stato costituito un gruppo di lavoro, guidato dalla Dr.ssa Mojgan Azadegan, della Direzione sanitaria, insieme alla Dr.ssa Federica Marchetti, che riunisce professionisti di tante strutture (Pronto Soccorso, Medicina legale, Malattie infettive, Pediatria, Ginecologia, Psicologia clinica, Psichiatria, Ortopedia, Geriatria, Medicina d’urgenza universitaria, Microbiologia ed altre) per mettere a punto il progetto “Codice rosa” per l’accoglienza di tutte le vittime di violenza interpersonale, senza distinzione di età o di genere. Da quest’anno infatti anche l’Aoup, come tutte le Aziende sanitarie toscane, ha aderito al progetto che prevede un percorso di accesso riservato a tutti coloro che si presentino in Pronto soccorso o dichiarando di aver subito una violenza o mascherando la vera causa della loro condizione o, infine, tradendo un disagio interpretabile come campanello d’allarme di future violenze.
Questo percorso consiste nell’assegnazione di un “codice rosa”, unitamente al codice di gravità, che metterà in moto un coordinamento di soggetti e istituzioni per offrire cure e sostegno alla vittima, ma avviare subito anche tutte le procedure di indagine necessarie a individuare l’autore della violenza, bloccarlo prima che possa reiterare il gesto e, soprattutto, attivare tutte le azioni di prevenzione e repressione necessarie a garantire alla vittima il ritorno a una vita normale.
Sarà perciò sviluppato un programma di formazione per tutti gli operatori coinvolti, sulla base delle indicazioni regionali ma anche dell’esperienza già maturata in questo settore in Aoup da diversi anni
Fonte: Aoup - Ufficio stampa
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