
Passa con voto unanime la nuova legge regionale per le celebrazioni del 70° anniversario della Liberazione della Toscana. In aula, 42 sì su 42 votanti. Non hanno partecipato al voto i consiglieri Gabriele Chiurli (Gruppo misto), Giovanni Donzelli (FdI) e Andrea Agresti (Ncd). Il testo normativo mette in capo alla Regione un programma di iniziative, anche in accordo con Enti locali e soggetti privati, che si svolgeranno fra il 70esimo della Liberazione del territorio toscano e il 70esimo anniversario della Liberazione nazionale, che cadrà il 25 aprile 2015.
Ad illustrare la proposta di legge è stato il presidente della commissione Cultura del Consiglio regionale, Nicola Danti, Pd, che ha sottolineato come, fra quanto previsto, ci siano mostre, convegni e manifestazioni, con specifico riferimento alle giovani generazioni, nonché l’istituzione di un “comitato per le celebrazioni” presso la Giunta toscana, per una migliore preparazione del programma e con funzioni consultive sulle proposte di organismi pubblici o privati. Del comitato, formato da tredici membri, faranno parte il presidente della Regione o suo delegato, il presidente del Consiglio o suo delegato e “un consigliere regionale nominato dal presidente del Consiglio in modo che siano rappresentate maggioranza e opposizione”.
“Abbiamo deciso di dar vita a una legge vera e propria e non limitarsi ad una semplice delibera”, ha sottolineato Danti, “perché crediamo che una scadenza così importante come l’anniversario della Liberazione necessita di una solennità altrettanto importante”. Danti ha anche evidenziato “l’indissolubile rapporto fra Toscana e Resistenza”, tanto che “il simbolo della Regione è il Pegaso, che fu il simbolo del Comitato di liberazione toscano durante la guerra partigiana”.
Quando la legge sarà operativa, sentita la commissione Cultura, la Giunta regionale approverà le modalità di finanziamento delle iniziative promosse dagli Enti locali e da altri soggetti sulla base di criteri di priorità individuati nel testo stesso di legge, riferite rispettivamente a “progetti attinenti ai luoghi e agli eventi più significativi della Resistenza” e “progetti che coinvolgano le scuole di ogni ordine e grado”. In ogni caso la dotazione complessiva sarà di 100 mila euro per il biennio 2014-15.
Gabriele Chiurli, gruppo Misto, ha chiesto: “Perché si istituisce un fondo di 100 mila euro quando già esiste una previsione di spesa di 500 mila euro per iniziative a favore della cultura dell’antifascismo?”. Il consigliere si è detto in disaccordo con un’ulteriore spesa di denaro pubblico in un contesto di crisi economica e sociale. Secondo Chiurli i fondi per queste celebrazioni potevano essere individuati all’interno dei 500 mila euro sopra citati.
Tommaso Villa, Forza Italia, si è detto in “netto disaccordo” con Chiurli e ha affermato che “definire uno spreco una spesa di 100 mila euro per un’iniziativa così importante come quella della celebrazione del 70esimo della Liberazione toscana è assurdo”. Villa ha ricordato che anche Silvio Berlusconi si è espresso a favore della conservazione della memoria del 25 aprile e delle radici fondanti l’Italia libera, democratica e repubblicana. Il consigliere di Forza Italia ha inoltre affermato che “essere di opposizione significa essere positivi” e ha precisato che “come minoranza bisogna vigilare sul lavoro che svolgerà il comitato promosso dalla Giunta e non certo opporsi alla celebrazione della Liberazione”.
Giuliano Fedeli, Idv, ha affermato che “qualcuno ha sacrificato la vita perché noi oggi fossimo qui, su questi scranni, a parlare liberamente” e ha affermato che “il minimo che possiamo fare è non perdere la memoria”. Poi, rivolgendosi a un gruppo di studenti universitari presenti in quel momento in Aula consiliare – erano presenti gli studenti del Sant’Anna di Pisa – ha detto che “se non ci fossero stati i giovani soldati americani sbarcati ad Anzio, od i partigiani, oggi parleremmo tutti tedesco” e questo “è un qualcosa che non va dimenticato”.
Marco Taradash, Nuovo Centrodestra, ha esordito sostenendo che “è giusto che, quando ci sono anniversari come questo, le istituzioni lo celebrino”. Ma ha precisato: “Non condivido però che nella legge si voglia ripudiare ogni revisionismo, sia perché una legge non ripudia, sia perché ripudiare il revisionismo storico è un qualcosa di controverso e non vorrei che ciò accadesse in Toscana, a Firenze, dove nel cimitero di Trespiano riposano uomini come Carlo e Nello Rosselli, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, uomini che furono parte essenziale della Resistenza antifascista durante il Fascismo, non solo durante la guerra, e che furono anche anticomunisti”. Taradash, nel dire che occorre evitare che vi sia una “rivendicazione proprietaria” della lotta per la Liberazione, ha anticipato il voto a favore chiedendo tuttavia di togliere quel riferimento per valorizzare l’apporto di tutti gli antifascisti, non solo dei socialcomunisti, alla Resistenza italiana.
Giovanni Donzelli, capogruppo FdI, ha annunciato la decisione di non partecipare al voto. “Questa è la mia personale decisione”, ha detto. “Il gruppo sarà libero di esprimersi come vuole”. Donzelli è partito dall’affermazione che esistono eventi importanti che non possono non essere riconosciuti come fondanti nella storia di un Paese e dunque celebrati. “Se non ci fosse stata la Liberazione, oggi, non potremmo essere qui a parlare liberamente”, ha precisato. “Ma qui si usa la storia come clava nella politica e questo non è condivisibile. La storia lasciamola agli storici, non sostituiamoci a loro”, ha detto.
Eugenio Giani, Pd, ha affermato di non riconoscersi nelle parole di Donzelli e ha chiesto di “non mettere tutti sullo stesso piano”. Quanto fatto da fascisti e nazisti negli anni Trenta e Quaranta, e poi durante la seconda guerra mondiale, secondo Giani, è stata “semplicemente follia”, è stato “l’annullamento del genere umano”. Una volta chiusa la catastrofe di quelle esperienze e della guerra “occorreva cancellare la follia”, dare il via a “un nuovo mondo”. La Toscana, secondo Giani, dette con la propria Resistenza un segno diverso all’opposizione al nazifascismo. “Ed è grazie a quella Resistenza, a quella lotta per la Liberazione, che l’Italia ha in seguito potuto sedersi al tavolo della pace con la ritrovata dignità che ha le ha permesso, negli anni, di gettare le basi per una rinascita che fu non solo economica ma anche civile, morale, democratica”, ha precisato. Celebrare la Liberazione toscana è dunque il minimo, secondo Giani, che oggi si possa fare, settant’anni dopo la fine della guerra e la sconfitta di fascisti e nazisti.
Il lungo dibattito, svoltosi a cavallo delle celebrazioni tra il giorno della Memoria e quello del Ricordo, ha cercato di toccare lo spirito della legge: “La necessità di rendere il giusto omaggio a chi, 70 anni fa, soffrì il passaggio della guerra e pose le basi della democrazia”, come ha sottolineato Simone Naldoni (Pd), augurandosi di poter dare “nuova linfa” alla memoria.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il consigliere Giuseppe Del Carlo (Udc), che ha parlato dell’importanza del coinvolgimento dei comuni e dei territori toscani, per una celebrazione di tutti.
“Non a caso si è scelto di fare una legge”, ha affermato la consigliera Lucia Matergi (Pd), “per dare forza e solennità ad un evento, per fare insieme memoria di chi ha voluto una Toscana libera”.
Anche per Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana - Ncd) è importante fare memoria, “i soldi spesi per queste celebrazioni non sono mai troppi – ha detto – ma insieme alla Resistenza dovremo ricordare pure le forze alleate”.
Secondo Alberto Magnolfi (Ncd) “questa legge ha senso se tutti ci riconosciamo in una lettura comune della storia”; da qui l’auspicio che il Consiglio regionale trovi il modo di non dividersi su un argomento come questo.
“E’ compito delle istituzioni coltivare la memoria, creare consapevolezza nelle giovani generazioni, lavorare per una storia di pace e non di guerra”, ha sottolineato Daniela Lastri (Pd), “affrontando il passato con serenità e con fermezza”.
Stefania Fuscagni (Forza Italia) ha invece posto una domanda: “Dopo 70 anni è interesse di tutti fare memoria storica critica?”. “70 anni possono dare l’opportunità per una ricostruzione critica della storia”, ha concluso la consigliera.
“La Resistenza ha determinato la Costituzione della Repubblica italiana – ha sintetizzato Marco Spinelli (Pd) – ed è nostro compito fare memoria di tutti coloro che parteciparono alla liberazione, dall’esercito ai preti”.
Nelle dichiarazioni di voto il consigliere Chiurli, parlando di “spese inutili e di soldi sprecati”, ha ribadito di non votare la legge; stessa posizione anche quella di Agresti: “non perché disconosca la storia, ma per mancanza di una serena pacificazione”.
Paolo Marini (Fds-Verdi), annunciando il voto favorevole, ha accennato alla positiva filosofia della legge, “che mira ad una ricostruzione vera dei fatti”, mentre Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto) ha rilanciato l’idea di un “museo della resistenza toscana, per valorizzare i luoghi della nostra memoria”. A chiudere le dichiarazioni di voto il presidente della commissione Cultura Nicola Danti (Pd): “il Consiglio regionale ha la responsabilità di trasmettere tanti atti eroici – ha affermato – tante esperienze che devono servirci da monito per il domani”.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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