'Lello' - Un racconto da 'Alla Grazia di Guarda Chi C'è'

Castelnuovo d'Elsa

Castelnuovo d'Elsa

Prima si stava lì in tanti per giorni ad aspettare di fare un'opera da contadini o i più fortunati da braccianti presso a qualche fattoria.
E poi l'inverno, il lungo inverno senza lavoro e senza pane.
Era duro vivere nei paesetti della Valdelsa e specialmente a Castelnuovo, dove alla miseria in estate mancava l'acqua per parecchi mesi, file di donne aspettavano il loro turno alla fontina della Madonna della Tosse. Un chilometro di salita per qualche fiasco d'acqua da bere.
Poi arrivò la ferrovia che da Empoli raggiungeva Siena.
Lo sbuffare della locomotiva e il fischio del treno sembrava dicesse: svegliatevi!
Lello di Gamba fu tra i primi a partire: Sentì parlare della Francia di lavoro e decise.
Una mattina sceso a piedi a Granaiolo con una pezzola da fagotti nera con dentro pochi panni di ricambio, un poco di viveri per il viaggio partì per la Francia.
Non si era sposato e lasciò Castelnuovo senza tanti rimpianti. Dal finestrino del treno vide  per la prima volta come il mondo cambia a volte anche dietro una curva. Vide i monti di Carrara, il mare, gli olivi della Liguria e poi la Francia: gente che parlava una lingua incomprensibile.
Dopo un viaggio interminabile arrivò in Camargue.
Fu duro lavorare in quell'immensa palude, ma piano piano Lello cominciò a imparare la lingua.
Lavorava fino all'autunno in Camargue, poi in inverno andava a fare il taglialegna sui Pirenei.
Lavorò anni ed anni duramente senza una famiglia, senza una moglie, ma aveva un solo obbiettivo nella testa: mettere da parte i soldi per tornare a Castelnuovo e comperare un pezzo di terra da lavorare in proprio senza avere più il padrone davanti.
Lello era forte, lavorava più degli altri, era una roccia. Spediva i soldi alla sorella perché li mettesse su un libretto alla posta. Venne il momento in cui ebbe abbastanza soldi per comperarsi un ettaro di terra e quando la sorella gli scrisse che nella valle a San Pellegrino vendevano un poderino con capanna, tornò e lo comprò.
Lello quando tornò era sempre forte ma per prender moglie ormai era tardi. Si stabilì col figlio della sorella Renzo, una bravissima persona che lo accettò come un padre.
Sia Lello, in su con gli anni, che Renzo il nipote lavoravano il poderino che aveva dei campetti nella valle, ed altri in collina. Lello come altri zitelli conduceva una vita riservata: non andava mai al circolo, al mattino si alzava prima del sole e se pioveva si recava alle terre, come si dice ancora a Castelnuovo, ‘si metteva in capanna’ e faceva qualche lavoro di manutenzione. Lello non l'ho mai visto con le scarpe e io l'ho conosciuto da bambino dove avevamo dei campi a fianco il suo poderino: vangava scalzo anche in inverno.
L'essere tornato al paese dopo del tempo non era più l'uomo brillante di quando partì, ma scorbutico e riservato.
Se conversava con qualcuno finiva per contrariarlo.
Quando a Castelnuovo arrivò la radio e fra le tante notizie si parlava del Giro di Francia sentiva nelle discussioni parlare che scalavano i Pirenei Lello diventava cattivo e le veniva la bava alla bocca: ‘io i Pirenei li ho camminati tutti a piedi e a me non me la raccontano che li fanno in bicicletta’, diceva arrabbiato, ‘a voi la raccontano ma a me no! non la danno a bere’. Non c'era verso di spiegargli che le strade venivano inghiaiate... Lui sosteneva che i Pirenei pendono troppo e non volle sapere discorsi.
Io bambino mi recavo col babbo a San Pellegrino e mentre mio padre lavorava io andavo a trovare Lello e lui mi spiegava il suo progetto: abbassare la piccola collinetta per avere i campi più in pari e mentre vangava gettava la terra un metro più in basso e al nipote gli gridava: scarica.....

Giorni fa con un gruppetto di amici mentre facevamo una passeggiata nella zona siamo passati da San Pellegrino: ho visto la collinetta dove Lello di Gamba ha faticato una vita per comperarla facendo sacrifici all'estero e poi per renderla fertile ora abbandonata e piena di rovi e sterpaglie. Mi si è stretto il cuore nel vedere quell'abbandono.
Destino ingrato per le nostre terre, dopo avere sfamato tante bocche vedere ora l'abbandono...

Castelnuovo d'Elsa

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Maresco Martini

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