Crisi della siderurgia, l'argomento affrontato in un consiglio regionale speciale. Il dibattito, in arrivo una firma per fondi UE

“La straordinarietà della nostra seduta vuole sottolineare la straordinarietà che Piombino e le sue acciaierie stanno vivendo e l’indispensabile attenzione e concreta azione che le istituzioni toscane rivolgono a questo strategico polo industriale”. Così il presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci apre questa mattina la seduta speciale dedicata alle acciaierie di Piombino e al rilancio dell’attività produttiva. La seduta segue l’approvazione unanime a novembre 2013 della mozione – prima firmataria la capogruppo Fds-Verdi Monica Sgherri - che impegnava il presidente del Consiglio a convocare una seduta aperta alle istituzioni locali e ai soggetti sociali di rappresentanza sulla questione delle acciaierie di Piombino. Tra gli intervenuti il sindaco di Piombino Gianni Anselmi in rappresentanza delle istituzioni locali, il delegato sindacale Luciano Gabrielli e il rappresentante della CNA Diego Nocenti.

Monaci ha ricordato che la Lucchini di Piombino “rappresenta un pezzo indispensabile per il mantenimento dell’economia toscana e più in generale per il rilancio della presenza industriale toscana e nazionale sui terreni strategici delle politiche economiche e industriali”.

Monaci ha poi parlato del ruolo della produzione dell’acciaio “parte fondamentale e strategica delle politiche industriali della Toscana e del Paese” e ha ricordato l’impegno delle istituzioni nazionali, regionali e locali che “ha portato la scorso 14 novembre 2013, alla revoca dell’annunciata chiusura dell’altoforno della Lucchini di Piombino, già prevista dal piano industriale presentato dal commissario straordinario”.

“Per uscire dalla crisi che ha sconvolto il nostro Paese, - ha concluso Monaci - salvaguardando attività d’impresa e occupazione, servono progetti industriali capaci di generare valore aggiunto, di unire impresa, lavoro, territorio e istituzioni”. In questo panorama, il ruolo delle istituzioni ribadito dal presidente è quello di “creare un territorio competitivo dove anche la Lucchini, con una nuova proprietà, possa tornare a generare valore aggiunto, puntando sulla competenza di una forza lavoro locale che è una eccellenza nel settore dell’acciaio e sulla città di Piombino, che assieme alle altre istituzioni e alle associazioni di categoria, rappresenta un elemento qualificante per imboccare la strada del rilancio”.

Il presidente ha concluso ricordando che la seduta straordinaria “rappresenta un ulteriore passo verso il raggiungimento dell’obiettivo di dare un nuovo futuro alle acciaierie di Piombino e alle famiglie dei suoi dipendenti che da sempre hanno creduto in questa storica attività industriale toscana”.

 

Le voci dalla città

Competitività logistica e innovazione tecnologica, compenetrazione tra produzione e territorio e mantenimento della leadership nazionale in tema di siderurgia. Questi alcuni degli elementi evidenziati dal sindaco di Piombino Gianni Anselmi nel suo intervento durante la seduta speciale dedicata alle acciaierie di Piombino e al piano industriale per il rilancio dell’attività produttiva.

Dalmine, Magona e Lucchini rappresentano il polo siderurgico, un “polo che ha segnato la storia del nostro Paese – ha detto Anselmi – ed è stato protagonista nel contesto competitivo. Un sistema collegato all’indotto e che attraversa tutto il ‘900, un elemento identitario e fattuale del territorio che alimenta la vita di tante famiglie”.

Il sindaco ha ricordato gli strumenti messi in campo dalle istituzioni come l’accordo programmatico di agosto per il potenziamento del porto di Piombino e l’arrivo di un nuovo protocollo per avviare nuovi strumenti per l’innovazione. Anselmi ha parlato poi dell’impatto della produzione sul territorio e della necessità di mantenere una leadership nazionale in tema siderurgico. “Il nostro compito – ha concluso – è infatti, quello di evitare una transizione dolorosa verso l’approdo di nuovi assetti, dare continuità alla produzione fino a nuove certezze”.

Il delegato sindacale Luciano Gabrielli ha espresso la convinzione che l’altoforno della Lucchini debba restare acceso “almeno – ha detto – finché non ci saranno certezze sul piano industriale, su investimenti e su soggetti industriali di riferimento per la fase nuova. L’altoforno può andare avanti con la manutenzione ordinaria, se viene fermato sappiamo che non riparte”. Inoltre, “tutte le manifestazioni di interesse che diano una prospettiva futura a questa realtà devono avere pari dignità e devono essere ascoltate, la decisione non deve essere presa solo dal commissario, a decidere devono essere anche gli altri organi, il sindaco, la Regione, le istituzioni”. “Oggi – ha concluso Gabrielli – si apre una terza prospettiva da verificare, una proposta arrivata questa mattina. Va presa in considerazione”.

Il presidente della Cna provinciale Diego Nocenti ha ricordato che la crisi delle imprese a Piombino e nella Val di Cornia è dura, e che i fondi stanziati dalla Regione hanno permesso a tante aziende di non affondare. “L’economia di tutto il territorio è fortemente intrecciata con i destini della siderugia – ha detto Nocenti –, anche il commercio e il terziario”. Per questo secondo Nocenti è essenziale rafforzare il settore dell’acciaio “e non si comprende perché abbandonare la costruzione delle rotaie, che sono molto richieste” e c’è la necessità di coinvolgere il governo sulla rapida attuazione delle bonifiche “per liberare aree che un domani potranno essere reimpiegate per attività produttive”. “Il blocco della produzione sarebbe una catastrofe – ha concluso Nocenti -. In questi giorni si gioca il destino di una comunità”.

Rossi, domani protocollo per fondi Ue a Piombino

''La nostra scommessa è quella di riconvertire e rilanciare il polo siderurgico di Piombino anche attraverso un contributo pubblico che la Regione è disposta a dare attraverso i fondi comunitari. Domani firmeremo un protocollo con il ministero dell'Industria e mettiamo a disposizione diverse decine di milioni perché il nuovo acquirente si impegni non solo a fare il forno elettrico ma anche il Corex''. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, a margine della seduta speciale del Consiglio regionale, dedicata alle acciaierie di Piombino.

''Questo - ha aggiunto - consentirebbe il mantenimento dell'occupazione e della produzione come quella delle verghe per i binari dei treni da 108 metri che in Italia si producono solo a Piombino''. ''Su Piombino - ha proseguito Rossi - abbiamo allocato risorse davvero importanti, ma sommessamente chiedo se davanti a questo nostro impegno c'è in Italia un imprenditore che ha voglia di accettare la sfida di costruire a Piombino il polo siderurgico più avanzato d'Europa? Pare che il grande capitalismo italiano sia declinato e non abbia più voglia accettare sfide di questo tipo per cui se anche arriveranno proposte straniere non saremo ben contenti''. Rossi ha poi annunciato che a breve il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, con delega all'industria, sarà in Toscana e visiterà anche Piombino.

Rossi, a Roma il 24/1 su autorizzazioni scavo Piombino

''Mi risulta che alcuni lavori al porto di Piombino siano iniziati. Il 24 gennaio sarò di nuovo a Roma per seguire la complessa questione delle autorizzazioni da parte della commissione nazionale lavori pubblici. Spenderemo qualcosa come 100 milioni, di cui 60 della Toscana, e il porto di Piombino avrà così un escavo fino a 22 metri che consentirà di approdare anche le grandi navi''. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi rispondendo alle domande dei cronisti a margine della seduta speciale del consiglio regionale sulle acciaierie di Piombino.

''Questa profondità - ha aggiunto - è cosa rara tra i porti italiani perché credo che solo Taranto e Goia Tauro abbiano questa possibilità. Questo vuol dire il rilancio portuale di Piombino e un vantaggio competitivo per tutto il complesso siderurgico''.

Il dibattito: passa una risoluzione unanime

Una risoluzione con cui si impegna la Giunta ad informare il Consiglio regionale “sull’esito della procedura di evidenza pubblica messa in atto dal commissario di Governo, Nardi, per la vendita dello stabilimento di Piombino, al fine di valutarne gli scenari che si apriranno sul piano produttivo, industriale ed occupazionale” è stata approvata, all’unanimità, a conclusione del dibattito svolto oggi sulla questione delle Acciaierie di Piombino e del piano industriale per il rilancio delle attività produttive.

La risoluzione, votata subito dopo le conclusioni del presidente della Regione, Enrico Rossi, impegna la Giunta anche “a seguire costantemente gli sviluppi sollecitando il Governo ad impegnarsi con ogni iniziativa utile al fine di garantire il raggiungimento di una soluzione favorevole”.

In precedenza il dibattito aveva registrato gli interventi degli ultimi consiglieri iscritti a parlare.

Monica Sgherri, capogruppo Fds-Verdi, ha affermato che il Consiglio odierno “è un segnale importante, che noi avevamo sollecitato”, perché “con questo si chiedono garanzie per il mantenimento in funzione dell’area a caldo”. Secondo la Sgherri, per arrivare a una soluzione sul caso Piombino, occorre prima sciogliere il dubbio se la siderurgia è ancora strategica o meno per il Paese. Se ancora lo è, secondo la capogruppo, bisogna partire dal fatto che in Italia esistono due grandi poli, seppure con caratteristiche diverse fra loro, Taranto e Piombino, che non possono essere smantellati. E nell’affermare che “va confermata la strategicità del distretto siderurgico”, la consigliera ha sollecitato un “intervento pubblico”, definito indispensabile ed auspicabile”, invitando al contempo tutti i soggetti interessati a “non abbassare la guardia”.

Pieraldo Ciucchi, gruppo Misto, ha esordito esprimendo “solidarietà a una città e a dei lavoratori che ormai da troppi anni sono sulla corda e sottoposti a rischi e sofferenze”. Ciucchi ha sottolineato “l’azione positiva svolta dal sindaco e dell’amministrazione piombinese” riconoscendo il merito di “aver tenuto aperta la vertenza”. Il consigliere ha quindi affermato che “questo Paese è privo di prospettive industriale” e ha ricondotto questo aspetto negativo “all’aver pensato di rinunciare alla propria vocazione e ai propri assi di sviluppo economico ed industriale”. In virtù di tutto questo, per Ciucchi, occorre “l’industria siderurgica e il polo di Piombino”.

Marina Staccioli, Fratelli d’Italia, ha affermato che “con la commissione Emergenza occupazionale ci siamo occupati molte volte della ex Lucchini, incontrando sindacati ed Enti locali, manifestando con gli operai convinti che questo polo siderurgico rivesta un’importanza strategica per la Toscana, ma in quattro anni non abbiamo mai visto una reale volontà per risolvere il problema”. Ha precisato la consigliera: “Ci siamo imbattuti nell’indifferenza dei Governi che si sono succeduti negli ultimi anni”. E chiedendo il rilancio dell’industria siderurgica italiana, ha chiosato: “Mi auguro che Rossi si muova su Letta”.

L’intervento del governatore Enrico Rossi ha chiuso il dibattito. “La nostra scommessa è riconvertire e rilanciare il polo siderurgico di Piombino anche attraverso il contributo pubblico che la Regione Toscana è disposta a dare attraverso i fondi europei. Domani firmeremo un protocollo con il Ministero dell’Industria e metteremo a disposizione qualche decina di milione di euro affinché il nuovo acquirente si impegni non solo a fare il forno elettrico, ma anche il Corex”.

Il presidente della Giunta, nel ricordare che le basi dell’Unione Europea vanno ricercate in un accordo economico e commerciale sul carbone e sull’acciaio, ha affermato che “il piano, se realizzato, consentirà il rilancio del polo siderurgico e quindi il mantenimento dell’occupazione e della produzione delle verghe per i binari dei treni da 108 metri che in Europa e forse nel mondo si producono solo a Piombino”.

Rossi ha chiesto se “esiste in Italia un imprenditore disposto ad accettare la sfida di costruire a Piombino il polo della siderurgia più avanzato d’Europa”. Ma secondo Rossi, almeno in questa fase, “il grande capitalismo italiano sembra purtroppo non avere voglia di accettare sfide come questa”.

Giuliano Fedeli (Idv) ha espresso “una sensazione personale, che voglio instillare anche a quest’aula: che a livello centrale non ci sia la piena consapevolezza di che cosa si sta parlando quando si parla di Piombino, oppure che ci sia una volontà di non intervento. Cosa questa che sarebbe sbagliatissima e incomprensibile, perché stiamo parlando del secondo polo siderurgico italiano”. In Italia, ha proseguito Fedeli, manca una politica industriale da almeno venti anni. E oggi “perché la scelta di chiudere l’altoforno deve essere fatta dal commissario e non dall’acquirente? Mi sembra un film già visto”. Analoga impressione Fedeli l’ha riportata per la questione del porto. “A livello locale c’è stato massimo impegno anche per poter ospitare la Concordia, ma a livello nazionale c’è sempre qualche ritardo e rallentamento. Non vorrei che dietro ci fosse un disegno. Per questo dobbiamo sollecitare i nostri parlamentari affinché forzino il governo”.

Secondo Paolo Marini (FdS-Verdi) è giusto supportare le ipotesi migliori, ad esempio preferendo, se c’è, una cordata che si impegna a mantenere il ciclo integrale. “Il ciclo integrale permetterebbe di ripartire dalle eccellenze che abbiamo in questo paese – ha osservato il consigliere – e che sono state disperse negli ultimi anni. È evidente che qualcuno gioca per avere il controllo del rubinetto e poter distribuire l’acqua a chi vuole”. Se c’è una proposta e si può mantenere l’altoforno aperto, ha aggiunto Marini, si deve ripartire da lì, ed è necessario fare pressione sul governo perché ci sia un ripensamento sulla cassa integrazione.

Matteo Tortolini (Pd) ha ripercorso la storia della siderurgia a Piombino negli anni e ha ricordato che tutta la città è unita sul destino delle acciaierie. Negli ultimi anni, ha detto Tortolini, “la Regione Toscana ha prodotto grande impegno per Piombino, mettendoci risorse e un disegno strategico”. Per il consigliere è ora necessario che l’altoforno rimanga in funzione fino all’arrivo dell’acquirente, che si incalzi il governo nazionale sull’accordo di programma per la reindustrializzazione, che si affronti la questione energia. “Non c’è industria senza energia – ha detto Tortolini – e a Piombino c’è una centrale che Enel vuole mandare ad esaurimento. E’ una questione da affrontare. I presidi produttivi vanno resi competitivi”.

Paolo Enrico Ammirati (Fi) ha osservato che “la Regione ha fatto quello che è nelle sue competenze, a partire dalla salvaguardia dell’occupazione, e dovrà continuare a farlo, ma non basta. Occorre un intervento complessivo congiunto con il governo nazionale; occorre una rapida presa di coscienza che il settore siderurgico deve diventare strategico per l’Italia. Se questo non accade abbiamo perso la partita”. Ammirati ha aggiunto che non si può parlare solo di fonderie, ma bisogna premere per quelle soluzioni che garantiscano un risultato complessivo, e in questo anche il destino del porto ha una sua rilevanza, così come la questione energia.

Per Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana-Ncd) “serve una risposta forte e una nuova politica da parte del governo italiano perché la siderurgia è strategica per tutto il paese. La Regione ha finalmente capito l’importanza di Piombino; ora bisogna fare la voce grossa anche a Bruxelles. Il governo dovrebbe intervenire, come ha fatto quello degli Usa, con una politica protezionista, magari inserendo dei dazi, per difendere la produzione interna”.

“Seguiamo la vicenda con grande preoccupazione – è il commento di Giuseppe Del Carlo (Udc) – i problemi si risolvono se si affrontano in concreto”. Per Del Carlo le manifestazioni di interesse devono contenere “dei piani industriali credibili che garantiscano il futuro sviluppo e la competitività del polo siderurgico di Piombino”. L’intervento pubblico sul porto, ha proseguito il consigliere, è connesso allo sviluppo dell’intera area e adesso si tratta di vedere se è sufficiente o se è necessario intervenire ancora. Anche per Del Carlo la questione energia è fondamentale. “Rimettiamo in condizione l’Enel – ha detto – di fare investimenti qui piuttosto che all’estero”.

Secondo Marco Taradash (Ncd) “in questa vicenda si scontrano esigenze diverse: da un lato in Toscana si vorrebbe mantenere la produzione in maniera tradizionale per salvaguardare l’occupazione, dall’altro non esiste un imprenditore che ha detto che sia possibile tenere in piedi le acciaierie così come sono ora”. Per questo è necessario agire per trovare soluzioni realiste e utili. Per la vicenda porto, ha ricordato Taradash, il Consiglio ha approvato il piano regolatore con una velocità che non sarà mai applicata a Livorno, e anche se la Concordia andasse altrove, ci sarà una banchina e quindi un possibile sviluppo. “Ma per le acciaierie le cose stanno in modo diverso e sarebbe sbagliato inserire una voce politica nelle procedure previste. Sarebbe sbagliato bloccare tutto adesso in nome di un’inaspettata salvaguardia.

L'intervento di Rossi in aula

"Il Governo nazionale deve dotarsi di un piano industriale per l'acciao che disegni un ruolo per Piombino. Penso che Piombino abbia tutte le carte in regola. Chiediamo quindi all'Esecutivo come intenda rilanciare questo polo. Non ho sentito dal ministro Zanonato una proposta chiara. La domanda che vaga nell'aria come un fantasma è: quale è la politica? Questo è il punto, il resto viene di conseguenza".

E' l'appello che il presidente Enrico Rossi ha lanciato oggi nel suo intervento durante la seduta speciale del Consiglio regionale dedicata alle acciaierie di Piombino.

"C'è già il piano industriale elaborato dall'Europa - ha spiegato Rossi - che rilancia l'acciaio e che indica Piombino quale polo siderurgico. Quel piano è buono, ma debole nelle sue esplicitazioni concrete. In sostanza dice che l'Europa deve decidersi per il rilancio dell'acciaio, che senza acciaio non c'è industria, senza industria non c'è sviluppo. Che deve decidersi se per i suoi settori trainanti, auto e edilizia, vuole essere dipendente dalla Cina o dagli Stati Uniti oppure, puntando sulla qualità, vuole avere le sue eccellenze. Allora se l'Europa ha detto questo, il governo nazionale deve essere il nostro riferimento".

"La Regione vuole riconvertire e rilanciare il polo siderurgico - ha poi continuato - anche con il contributo pubblico che arriva grazie ai fondi comunitari. Domani firmeremo un protocollo con il Ministero dell'Industria, nato sotto l'egida del premier Letta e anche sotto lo stimolo del presidente Napolitano, che ringrazio. Metteremo a disposizione diverse decine di milioni perché il nuovo acquirente si impegni non solo a fare il forno elettrico ma anche il Corex, un impianto di tecnologia avanzata che permetterà a Piombino di fare quel salto di qualità capace di renderlo competitivo in ambito nazionale e internazionale. Ma adesso tocca al governo nazionale, che deve sposare con un pronunciamento chiaro il progetto di riconversione industriale. Dopodiché dovrà entrare in gioco il mercato, per trovare un imprenditore (c'è un imprenditore disposto a fare questa scommessa?) che, dotato di tutti gli strumenti necessari, si dedichi al rilancio".

"Al governo, che finora si è impegnato, e con il quale si sono fatti passi avanti, diciamo che abbiamo bisogno di certezze e chiediamo di fare di più. Sono sereno che faccia così? No, e quindi lavoratori fanno bene a continuare a lottare e noi staremo al loro fianco. Le nostre non sono pretese assistenzialistiche, come è stato detto da qualche parte, non è così. Ci sono azioni da intraprendere e scelte da compiere. Se dovessimo perdere questa partita – ha concluso il presidente Rossi - sarebbe un disastro per Piombino, per la Toscana, ma anche per il Paese".

Gabrielli (Fiom), c'è una nuova proposta per tutta l'area

''Per la Lucchini di Piombino c'è una nuova proposta, che non conosciamo, e che oggi sarà presentata al commissario Piero Nardi. C'è una società straniera che è interessata a tutto il complesso, compresa l'area fusoria''. E' quanto reso noto oggi dal segretario della Fiom Cgil di Livorno Luciano Gabrielli a margine della seduta speciale del Consiglio regionale toscano dedicato alle acciaierie di Piombino.

''Questa proposta - ha sottolineato - si aggiunge a quella di Duferco e Klesch, che non sono interessate all'area fusoria e che non danno le risposte certe ai lavoratori. La nuova proposta andrà verificata ma ci dà una speranza per il futuro e rappresenta una risposta alle lotte dei lavoratori, della città e della Regione''. Gabrielli ha ricordato che ''secondo il commissario il 20 febbraio scadono i tempi dell'altoforno mentre è importante che questo resti in marcia perché è essenziale per il presente e il futuro. Nessuno, neanche il commissario deve mettere in discussione questo aspetto. Abbiamo un accordo al ministero - ha spiegato ancora - che prevedeva che solo il nuovo acquirente possa decidere se l'altoforno va avanti e chiediamo che questa intesa venga rispettata''. L'altoforno, ha concluso, ''può andare avanti tranquillamente con le manutenzioni ordinarie ma se verrà spento non ci sono le condizioni per farlo ripartire''.

Renda (Uilm), c'è l'interesse di un gruppo giordano

Un gruppo giordano ha presentato stamani una manifestazione di interesse per l'acquisto di tutto lo stabilimento Lucchini di Piombino (Livorno) al commissario straordinario Piero Nardi. A confermarlo all'ANSA il segretario provinciale della Uilm di Livorno, Vincenzo Renda. ''E' già da tempo che ero a conoscenza di questo interessamento di un gruppo giordano - ha affermato il segretario provinciale della Uilm - ma la prudenza fino ad ora mi aveva spinto a non diffondere la notizia. Auspico che si entri nel dettaglio della proposta quanto prima perché di meglio per quello che sono a conoscenza sul progetto non si poteva davvero auspicare''. Anche il sindaco di Piombino Gianni Anselmi sul suo profilo Facebook ha commentato la notizia.

''Mi risulta che questa mattina sia ufficialmente stata inoltrata al commissario Nardi una ulteriore manifestazione di interesse per l'acquisto di Lucchini, Lucchini Servizi, Gsi, Vertek - scrive il sindaco - La manifestazione di interesse riguarda l'intero complesso produttivo, e fa capo ad una società straniera. Sarà nostra cura approfondire, come per le altre manifestazioni, i profili soggettivi e industriali della proposta. Quello che mi è stato illustrato negli incontri è oltremodo interessante: occupazionalmente, ambientalmente, territorialmente, e non somiglia a nessuna delle proposte già pervenute. Mi auguro - conclude Anselmi - che presto sia pubblicamente confermato e illustrato alla città dai proponenti''.

Gambetta Vianna (Più Toscana/Ncd): “Difendere nostra produzione con introduzione dazi”
«Negli ultimi anni, le importazioni dalla Turchia, dall’India, dalla Russia e anche dall’Olanda sono aumentate esponenzialmente. Il mercato italiano della siderurgia è sempre più “invaso” da questi Paesi. Per questo il Governo deve assolutamente intervenire, come per esempio ha fatto in passato quello statunitense, con una politica “protezionistica” attraverso l’introduzione di dazi». È quanto espresso dal capogruppo di Più Toscana/Nuovo Centrodestra, Antonio Gambetta Vianna, durante il consiglio regionale straordinario “sulla questione delle acciaierie di Piombimo e del piano industriale di rilancio dell’attività produttiva”.

«Se guardiamo ai Paesi stranieri – prosegue il consigliere regionale –, le importazioni dalla Turchia, dall’India e dalla Russia sono aumentate rispettivamente del 280%, del 176% e dell’89%, e se guardiamo alle importazioni dai Paesi Bassi, queste sono aumentate addirittura del 400%. È chiaro che, se non proteggiamo la nostra produzione siderurgica, anche le grandi aziende italiane, nell’ottica del risparmio, si affideranno sempre più ai prodotti giunti da altre zone del mondo»,

Per Gambetta Vianna, «la Regione pare aver capito l’importanza di Piombino. Gli investimenti per l’ammodernamento infrastrutturale del porto, anche se dubito che la Costa Concordia verrà smantellata a Piombino, sono importanti nell’ottica di una stretta collaborazione con le acciaierie. Inoltre, per il rilancio di Piombino e dell’intera Val di Cornia serve anche un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile delle acciaierie. Tanto, di acciaio ce n’è e ce ne sarà sempre bisogno».

Tortolini (Pd): “Avanti con politiche pubbliche per la competitività, per una seria soluzione industriale”

“Sul polo siderurgico di Piombino c’è stato uno sforzo enorme delle istituzioni a tutti i livelli, un impegno politico poderoso forse come non mai. Si è visto con l’iter celerissimo per l’approvazione del piano regolatore del porto, per consentire una rapida partenza dei lavori di adeguamento o con l’individuazione di Piombino come area industriale complessa, che ha permesso di poter usufruire di una normativa specifica e adatta alla crisi in atto. È una vicenda emblematica e ritengo che il disegno strategico portato avanti rifletta in piccolo il modus operandi che si dovrebbe applicare complessivamente al sistema economico italiano, ovvero non l’assistenzialismo ma politiche pubbliche per la competitività. A giorni avverrà l’apertura delle buste, attendiamo le proposte economiche. Intanto ci sono alcune condizioni che dovrebbero a mio avviso essere rispettate a prescindere dall’acquirente, innanzitutto che l’altoforno resti in marcia fino alla comparsa di un interlocutore industriale adeguato. Inoltre è necessario procedere a passi spediti per un accordo di programma sulla reindustrializzazione e sui processi di bonifica da realizzare. Un altro aspetto riguarda l’energia: non c’è industria infatti senza energia, sappiamo che a Piombino c’è un grande impianto termoelettrico non più strategico per Enel, a questo punto è urgente individuare fonti energetiche a basso costo, con la consapevolezza di dover trovare una soluzione a questa esigenza quanto prima”.

Così Matteo Tortolini, consigliere regionale Pd, intervenuto in aula durante la seduta straordinaria dedicata alla situazione del polo siderurgico di Piombino.

Marini (Federazione della Sinistra – Verdi) : ‘Chiediamo al governo un piano nazionale di rilancio della siderurgia’

Stamani abbiamo discusso di Piombino e della crisi della Lucchini. Una crisi e una vertenza che la Regione Toscana segue da anni, con grande impegno e per la quale si è sempre fatto tutto il possibile. Credo che la giunta Rossi debba senza dubbio supportare la scelta dell’opzione di acquisto migliore, che garantisca il mantenimento del ciclo integrale dell’altoforno. Il lavoro fatto in questi anni dalle istituzioni e dal sindacato è stato prezioso ed è essenziale, lo vediamo ogni volta che a Piombino c’è una manifestazione per la Lucchini, che la città sia sempre stata dalla parte dei lavoratori. Credo che debbano essere tenuti fermi due punti : il mantenimento del ciclo integrato e garantire la prosecuzione dell’attività dell’area a caldo. E poi chiedere al governo che presenti un piano di rilancio della siderurgia italiana.  

Sgherri (Federazione della Sinistra-Verdi): "Segnale importante, che noi avevamo sollecitato. Garanzie per il mantenimento in funzione l’area a caldo e va confermata la strategicità del distretto siderurgico. Intervento pubblico indispensabile e auspicabile. Non abbassare la guardia"

Consiglio straordinario sul futuro del polo siderurgico di Piombino. L’appuntamento di oggi – che noi abbiamo con forza sollecitato – conferma l’interresse e l’attenzione posta dal Consiglio  - così come della Giunta - su una questione centrale non solo per Piombino e la Toscana, ma per l’intero paese. Un attenzione che non è mai venuta meno nel corso dei mesi e degli anni, fin dalla scorsa legislatura, con una delegazione che tenne seduta in città. Questione primaria – a cominciare dal mantenimento in funzione dell’area a caldo, fino all’auspicato sbocco progettuale industriale (che debba prevedere, e i progetti dovranno essere attentamente valutati, anche corex e forno elettrico) - che chiede il massimo impegno, anche non escludendo interventi diretti del pubblico, perché parla del futuro di un intera area e di migliaia di lavoratori, ma anche della questione di fondo sul fatto che la siderurgia debba essere considerata settore strategico per l’Italia. Così Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale. Gli altri paesi europei – ricorda Sgherri – hanno infatti difeso i propri settori industriali strategici e li hanno conseguentemente difesi con l’intervento pubblico; per questo l’intervento nazionale è fondamentale, che non deve intraprendere miopi strade iper mercatiste che ci facciano perdere appunto questo settore strategico. L’intervento pubblico è quindi essenziale e auspicabile. Nella consapevolezza non si tratta di settori decotti ma che, con opportune politiche di rimodulazione produttiva (si pensi alla produzione in un settore sempre più del “futuro sostenibile” come materiale e infrastrutture per il trasporto su ferro) che quindi possono avere certamente un futuro. Così come è essenziale che il governo compia ogni azione affinché per il futuro, non si arrivi non a vendite che spacchettino l’area produttiva. La situazione è certo difficile ma le soluzioni si possono provare, con la pre condizione di non diminuire l’attenzione e l’impegno, consapevoli della strategicità del comparto.

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