Venerdì 17 gennaio 2014, alle17.00, presso la sede dell'Accademia degli Euteleti, Palazzo Migliorati, a San Miniato in Piazza XX Settembre si terrà un dibattito al quale interverranno la prof.ssa Maria Laura Cristiani Testi (Università degli Studi di Pisa), il Prof. Francesco Gurrieri (Università degli Studi di Firenze) e l'Arch. Riccardo Lorenzi (Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno).
L'incontro è organizzato in collaborazione con l'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, a cui va un sentito ringraziamento, per la disponibilità e l'ospitalità . Grazie all'attestazione di immagini fotografiche dei primi anni del XX secolo e di documenti finora
inediti, è possibile tracciare un quadro degli interventi di restauro architettonico operati a San Miniato negli anni '30 del '900. Il dibattito che viene proposto vuole essere un momento di confronto su questo periodo, sulle tematiche del restauro e fornire nuovi spunti di riflessione sull'immagine della Città di San Miniato e di alcuni dei suoi edifici caratteristici.
Il titolo dell'incontro, nella sua prima parte, prende spunto da una pubblicazione del Canonico Galli Angelini che, se da una parte costituisce un primo e parziale punto di approdo sintetico della storiografia sanminiatese, è anche la figura centrale su cui ruota il dibattito culturale sanminiatese nel primo dopoguerra ed è attivo anche nel dibattito italiano, intervenendo ai congressi nazionali
promossi attorno al tema del restauro. Negli anni '30 del '900, l'apertura di numerosi cantieri offre l'occasione per indagare, riscoprire e valorizzare quei caratteri architettonici considerati peculiari e identitari di San Miniato ed in particolare della sua storia medievale. Numerosi edifici vengono così interamente o parzialmente ristrutturati e spesso stonacati. Anche la nuova sede della Cassa di Risparmio di San Miniato (1925) viene realizzata con linee e motivi decorativi neo-gotici.
Nello stesso periodo il dibattito europeo sul restauro architettonico conosce una nuova stagione programmatica. Dopo le esperienze ottocentesche di Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc e John Ruskin, viene raggiunto un nuovo punto di approdo con la sottoscrizione della cosiddetta “Carta di Atene” nel 1931, a cui fà seguito la “Carta italiana del restauro”. Quest'ultima è composta da una serie di indicazioni stilate dal Consiglio Superiore di Antichità e Belle Arti, diffuse sotto forma di circolari a cui contribuì Gustavo Giovannoni, una figura di primo piano nel dibattito dell'epoca; le indicazioni, trasmesse alle sovrintendenze, costituirono una sorta di codice normativo unificante in materia di restauro.