Scuolabus Falaschi, il curatore fallimentare: "Vogliamo mantenere il servizio fino al 30 giugno. Aspettiamo l’adesione di Comuni e sindacati"

Uno scuolabus a Spicchio di Vinci (foto gonews.it)

“Il nostro obiettivo è quello di mantenere l’impegno preso davanti al prefetto di Pisa Francesco Tagliente per garantire il servizio scuolabus in esercizio provvisorio fino al 30 giugno”. A parlare a gonews.it oggi, venerdì 3 gennaio, è il curatore fallimentare della Falaschi, Mario Venezia, all’indomani dell’incontro avvenuto a Roma con le parti sociali.

“Aspettiamo l’adesione di Comuni e sindacati – spiega Venezia – e se tutti ci stanno andremo avanti. L’intenzione è quella di valutare gli accordi presi a Pisa in tutti i territori italiani dove Falaschi aveva in gestione il servizio, vorremmo che tale intesa facesse da capofila. Ripeto, noi ci siamo, aspettiamo il parere dei sindacati. Le prossime ore saranno decisive”.

Ieri era emersa dalla Cgil la perplessità per il futuro pagamento dei lavoratori: “Abbiamo erogato prima di Natale un anticipo della mensilità di dicembre – conclude il curatore fallimentare – e questa per noi è la garanzia anche sul futuro: i fatti parlano chiaro, non c’è da temere”.

La questione Falaschi interessa tra gli altri i Comuni di Vinci e Montelupo Fiorentino, su Pisa ci sono San Giuliano Terme, Volterra, Pomarance, Fauglia, Castelnuovo Val di Cecina, Crespina, Castellina Marittima, Riparbella, Guardistallo, Montescudaio, Calcinaia, Terricciola e Capannoli.

"La conferma, in queste poche ore a disposizione, da parte degli organi della procedura, nominati  dopo il fallimento della Falaschi srl, degli impegni integralmente assunti e sottoscritti nella riunione in Prefettura  a Pisa del 23 dicembre scorso  è l’elemento decisivo per consentire la regolare ripresa del servizio scuolabus martedì 7 gennaio - commenta Gianfranco Francese della Cgil di Pisa - in questo modo si eviterebbe un pesante disagio alle famiglie dei bambini appiedati e si eviterebbe il licenziamento dei dipendenti aprendo la strada ad una necessaria, possibile, alternativa occupazionale. Sarebbe possibile, in questo modo, evitare la contrapposizione di due interessi legittimi, quello dei bambini e delle loro famiglie e quello dei lavoratori. Auspico che si intenda seguire questa strada, l’unica realisticamente praticabile".

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