Rossi sostiene l'impegno del ministro Kyenge su integrazione e immigrazione

"Saluto la ministra Kyenge e le dico che siamo con lei, che vada avanti perché sta dando un grande contributo al Paese, il futuro passa per il suo impegno. Sono convinto che coloro i quali oggi le sono contro, prima o poi si stancheranno".

Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha iniziato oggi a Pisa l'incontro con la ministra Cécile Kyenge nell'ambito della Giornata per un Equo Sviluppo Globale. Rossi ha poi affrontato i temi della globalizzazione, dell'immigrazione, della povertà e delle nuove povertà. "Oggi queste questioni, che parevano lontane – ha detto – sono il nostro quotidiano. Problemi che pensavamo fossero dall'altra parte del mondo sono qui, ci impattano davanti ai nostri occhi e non reagiamo come dovremmo".

Il presidente della Toscana è comunque convinto "che il momento che stiamo attraversando sia straordinariamente ricco di opportunità. Dobbiamo essere contenti dei cambiamenti – ha detto – e non averne paura. Dobbiamo semmai stare attenti all'omologazione, al pensiero unico, questo sì che è pericoloso, dobbiamo portare avanti la nostra identità innovando."

E sulla povertà: "Ci dicono i dati Istat – ha riferito Rossi – che in Italia ci sono 4 milioni e mezzo di persone che non hanno apporto sufficiente di proteine, persone che vanno al mercato ortofrutticolo per mettere insieme un pasto a fine giornata, persone che si nutrono alle mense pubbliche o a quelle della Caritas, che fa un grande lavoro."

E ancora sulla globalizzazione. "Ci è esplosa in faccia la vicenda di Prato – ha ricordato Rossi – ma potrei citare altri aspetti, ad esempio il badantato, oppure gli operai stranieri che fanno refitting agli yacht per pochi euro. Viviamo un'epoca in cui il vecchio pensiero non basta più, ci vuole intelligenza e flessibilità. Una volta se mi avessero detto che nel Macrolotto di Prato ci sono dormitori, avrei detto: non possiamo permetterlo. Ora invece dico: mettiamoli in regola. In fondo anche da noi fino a pochi anni fa le condizioni non erano molto diverse. Dobbiamo fare opera di "incivilimento" – ha sottolineato Rossi – perché noi diciamo che la Toscana è civile, ma oggi abbiamo grandi sacche di inciviltà, complice anche la crisi".

Sul tema Rossi ha ribadito la necessità di un salario minimo garantito. "Come in Germania, o negli Usa – ha aggiunto – ora capisco perché in quei Paesi c'è tanta sensibilità per il salario minimo garantito".

Infine il tema della cittadinanza. "In Toscana – ha detto Rossi – vivono 350 mila stranieri, di varie etnie, e di questi 50 mila sono minori di 18 anni. Sarebbe pazzesco se non ci affrettassimo a dare loro la cittadinanza, perché questa è lo strumento di inclusione. Non farlo sarebbe pericoloso".

Complessivamente Rossi ha così concluso: "Io non do un giudizio interamente negativo della globalizzazione, perché questa offre straordinarie possibilità. Per esempio mi sono commosso quando ho visto gli operai della Piaggio che lavorano nella fabbrica vicino a Ho Ci Min, ho subito pensato alla Valdera. In Vietnam come qui sono operai che vengono dalle campagne, dove facevano i contadini. Anche quando parliamo di money transfer, dobbiamo pensare che le rimesse che gli stranieri fanno in patria servono a mantenere le loro famiglie, sono le più efficace forma di cooperazione che esiste. Viviamo dunque in un'epoca contraddittoria che dobbiamo affrontare con intelligenza, senza nasconderci le difficoltà della globalizzazione che abbiamo in casa, ma anche piena di opportunità. Dobbiamo imparare a guardare dal punto di vista degli ultimi".

Fonte: Regione Toscana

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