Monaci fa il bilancio del consiglio: "In questi anni risparmi per oltre 9 milioni. Entro febbraio la nuova legge elettorale"

Alberto Monaci

 Il presidente nel tradizionale incontro con i giornalisti annuncia: “Entro febbraio la nuova legge elettorale regionale”. A maggio sarà dismesso palazzo Vettori, a settembre 2015 palazzo Pucci

La nuova legge elettorale regionale “sarà approvata al massimo entro metà febbraio”, mentre il Consiglio regionale si appresta, sempre nella prima parte del 2014, a proseguire nella politica di risparmio lasciando la sede di palazzo Vettori (via Cavour 26, 342mila euro di affitto annuo). Alberto Monaci, presidente del Consiglio regionale, sceglie la conferenza stampa di fine anno per annunciare due delle novità imminenti per l’assemblea toscana, che nel 2015 lascerà anche la sede di palazzo Pucci (424mila euro di affitto annuo).

A queste cifre, dice Monaci, si devono poi aggiungere costi di funzionamento, vigilanza, personale per cui i risparmi, con la dismissione dei due immobili, potrebbero avvicinarsi a un milione di euro, in linea con le cifre complessive dell’assemblea toscana: la spesa a consuntivo del Consiglio (dunque la gestione propriamente detta) è passata infatti dai 34milioni e 430 mila euro del 2009 ai 25milioni e 123mila del 2012 (oltre 9 milioni di risparmio).

I dati del 2013, richiamati nella previsione di 24milioni e 125mila euro, confermano un andamento sostanzialmente invariato rispetto al 2012, anche se, ripete Monaci, l’assemblea si fa carico di una serie crescente di organismi esterni – come quelli di garanzia di recente istituzione, per esempio i Garanti dei minori e dei detenuti – con i relativi oneri per l’assemblea (personale, locali, servizi).

Spiega Monaci che le misure che hanno irrigidito le facoltà di spesa di tutte le regioni qui si sono innestate su una trama già assottigliata, perché “Il Consiglio toscano ha anticipato di propria iniziativa, fin dal 2010, alcune delle politiche di risparmio poi richieste della normativa nazionale”. Negli anni “da 22 dirigenti siamo scesi a 13; ne servirebbero altri 5 o 6 – continua – ma ci potremmo accontentare di 2 o 3”.

Il fatto è, prosegue Monaci, che l’essersi incamminati per tempo nel virtuosismo dei bilanci ha finito per “mettere in difficoltà” l’assemblea elettiva, che a dispetto delle funzioni disegnate da Costituzione e Statuto regionale “è sempre più legislativa e sempre meno di controllo”, rispetto al Governo regionale. Insomma, sono in gioco “i ruoli istituzionali”; senza “un supporto di alta qualità il controllo non si fa”, specie in considerazione del fatto che il prossimo Consiglio regionale sarà composto da 40 consiglieri, come deciso in questa legislatura.

Monaci ha poi ribadito la posizione del Consiglio toscano riguardo alle richieste della Corte dei Conti, posizione specificata nel ricorso inoltrato alla Corte Costituzionale. Da una parte il fatto che i capogruppo “non si possono ritenere responsabili di gestione, e quindi agenti contabili”, dall’altra il fatto che “non si può chiedere di applicare una normativa per il periodo in cui non era in vigore: la Toscana ha sempre rispettato la legge in vigore”. Monaci ha aggiunto che non si contestano verifiche o controlli, ma “è un discorso di interpretazione. Noi siamo un potere legislativo, abbiamo le nostre competenze, ognuno ha le sue. Le verifiche le abbiamo avute e le abbiamo supportate”.

In più, la Corte dei Conti “ha approvato il bilancio 2012 e ora si aziona il meccanismo della verifica”.

Sollecitato dalle domande dei giornalisti su certi fatti accaduto in altre Regioni, il presidente ha affermato: “Talvolta rimango stravolto, e immagino come ci possano rimanere le persone che in questo momento deve fare i conti con la crisi e la fame”, ma, ha aggiunto, “c'e' un accanimento oltremisura nei confronti delle Assemblee elettive”. Riguardo all’uso corretto dei finanziamento dei gruppi in Toscana, Monaci ha detto: “Non credo che nessuno nel Consiglio regionale sia riuscito o riuscirà a comprarsi auto o ville coi soldi pubblici”.

I gruppi consiliari, ha continuato, l’anno scorso “non hanno speso neanche il 60 per cento del loro budget, che e' pubblico e ufficiale”. Eppure hanno fatto la loro parte in termini di funzioni  legislative: delle circa 60 leggi approvate dal Consiglio nell’anno che si chiude, oltre il 30 per cento risultano di iniziativa consiliare.

Fonte: Regione Toscana

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