Ex Colorificio, Bugli risponde a Sgherri. "È una zona produttiva. Serve una variante urbanistica"

Il municipio dei bei comuni

La capogruppo dei Fds-Verdi aveva posto l'attenzione affinchè nell'area si creino le condizioni per una riqualificazione a fini sociali


“L’area interessata dall’ex Colorificio Toscano nel comune di Pisa risulta classificata come zona a carattere prevalentemente produttivo in cui sono ammissibili interventi che riguardino attività produttive di beni e servizi. Per poter realizzare gli interventi immobiliari chiesti dalla proprietà occorre una variante urbanistica che al momento non è pervenuta”. Questa la risposta in aula dell’assessore regionale Vittorio Bugli all’interrogazione della capogruppo FdS-Verdi sulla vicenda dell’ex Colorificio Toscano vicino Pisa.

L’assessore Bugli ha anche ricordato che esiste una norma specifica (pdl 290/2013 art. 66) “per consentire il mantenimento delle destinazioni produttive anche attraverso il frazionamento in unità immobiliari di edifici a destinazione industriale e artigianale, senza variare gli strumenti urbanistici a condizione che sia mantenuta la suddetta destinazione e che l’intervento non comporti un aumento di superficie”. 

”Una risposta che contiene spunti interessanti.” Esordisce la capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale. “Nessuna variante per la destinazione d’uso dell’area è giunta alla Regione dal Comune di Pisa e tantomeno nessuna variante è stata approvata e nessun piano industriale è stato presentato – a quanto risulta – dalla proprietà. Insomma nessun motivo sorregge le richieste – immobiliari - della proprietà!Quindi aggiungiamo noi nulla poteva giustificare il ricondurre la vicenda e l’esperienza sociale che si era creata nell’area nell’alveo dell’ordine pubblico, con ben due sgomberi. Dalla risposta – prosegue Sgherri – giunta oggi dalla Giunta Regionale, emergono però ulteriori spunti interessanti: il primo riguarda la segnalazione di possibili percorsi partecipativi – se ne venisse fatta richiesta – inerenti il governo del territorio, grazie alla legge regionale sulla partecipazione (la n° 46 del 2013); il secondo, che fa riferimento alla proposta di legge 290/2013, attualmente all’esame del Consiglio, nella quale è prevista una norma specifica per consentire il mantenimento delle destinazioni produttive attraverso il loro frazionamento, uno strumento quindi che potrebbe favorire la compresenza nell’area anche dell’esperienza di grande valore sociale come quelle svolte dal Municipio dei Beni Comuni, che deve essere tutelata e valorizzata. Nell’auspicare che le parti sul territorio intendano usufruire delle indicazioni che emergono dalla Regione, l’invito pressante alla Giunta – conclude Sgherri - è continuare a seguire questa  vicenda con estrema attenzione, come certo noi continueremo a fare”.


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