L’aula approva il Bilancio di previsione 2014 del Consiglio regionale e pluriennale 2014-2016. Nel documento, presentato dall’ufficio di presidenza dell’assemblea toscana e votato senza interventi da parte dei consiglieri, si evidenzia come la richiesta di trasferimenti dal bilancio della Regione, di 24milioni e 286mila e 500 euro, rimane sostanzialmente invariata rispetto al 2013 (la differenza di 161mila euro, infatti, è riferita in gran parte alla copertura delle spese per l’ampliamento dell’Auditorium).
Nella previsione del 2014, inoltre, non si presenta alcun incremento delle spese relative a Pianeta Galileo (190mila euro), Festa della Toscana (200mila euro), altre spese connesse a eventi istituzionali. Invariata, rispetto al 2013, anche la spesa per il trattamento di consiglieri e assessori, con una previsione pari a 9milioni e 337mila euro.
Leggermente inferiore, invece, rispetto all’esercizio 2013, la spesa per il funzionamento degli organismi esterni.
Come riportato nella relazione previsionale e programmatica, le politiche di risparmio del Consiglio nell’impiego delle risorse finanziarie hanno concretizzato minori trasferimenti dal bilancio della Regione che, nel 2013, ha visto una riduzione complessiva, rispetto al 2010, di 5milioni e 799mila euro.
Il dibattito sulla Finanziaria 2014
“Tutti gli indicatori economici dimostrano come la crisi sia ancora fortissima in Toscana e quanto siano inadguate le risposte che fino ad oggi sono state messe in campo. E’ inderogabile una discontinuità della politica economica e finanziaria regionale”. Lo ha dichiarato Giovanni Santini, presidente del gruppo PdL, citando alcuni dati da fonte Unioncamere/Banca d’Italia: nel 2003 il pil sarà in calo dell’1,3%; diminuite del 20% le erogazioni di mututi per l’acquisto della casa; calo del 13% delle compravendite degli immobili residenziali; circa il 50% ha registrato un calo del portafoglio ordini: tra le piccole e medie imprese toscane sono 4647 quelle che hanno chiuso tra giugno 2011 e giugno 2013; di queste 3760 nel settore edilizio. Il 70% delle famiglie ha dovuto mettere mano ai risparmi nei primi tre mesi del 2013, il 56% non va al cinema, al teatro, non compra libri ed il 33% risparmia sugli acquisti alimentari.
“La manovra che stiamo discutendo non dà una risposta a questi problemi – ha dichiarato Santini – Ci sembra ispirata esclusivamente da un approccio ragionieristico per far tornare i conti, diretta a garantire un’eccessiva presenza di burocrazia politicizzata, che pone ogni sorta di vincoli ed impedimenti”.
Il consigliere ha ricordato che l’inasprimento fiscale complessivo per famiglie, persone ed imprese, sarà pari a 224 milioni di euro a partire dall’anno prossimo. “La Toscana non vuole affatto essere terra favorevole allo sviluppo imprenditoriale e neppure terra di libertà” ha commentato, annunciando la presentazione di emendamenti, sia al bilancio che alla legge finanziaria per non aumentare l’addizionale Irpef regionale per i redditi sotto i 55mila euro, grazie ad un riduzione mirata della spesa di due milioni di euro. “Tutti sanno che aumentando i redditi più bassi si determina fin da subito un circolo virtuoso, che inverte il trend della domanda interna” ha commentato, chiedendo inoltre l’istituzione di un fondo speciale per ridurre la pressione fiscale regionale, finanziato dagli introiti della lotta all’evasione, che si aggirano sui 120 milioni di euro. “La Regione dovrebbe voltare pagina, aprendosi con coraggio alla piena liberalizzazione e sburocratizzazione, per la creazione di nuove iniziative imprenditoriali di piccole e medie imprese – ha concluso – La Toscana, se la politica economica non cambia strada, rischia di perdere la sua vocazione manifatturiera per diventare una sorta di grande ed inefficiente villaggio turistico”.
La presidente del gruppo FdS-Verdi, Monica Sgherri, ha ricordato che siamo di fronte all’ultimo bilancio ‘pieno’ della legislatura, prima dell’entrata in vigore delle nuove procedure di programmazione. A suo parere è necessario affinare sempre più gli strumenti di monitoraggio, per valutare l’efficacia degli interventi. Allo stesso tempo occorre “aprire una vera e propria vertenza col governo nazionale”, per evitare che gli “sforzi messi in atto dalla Regione, dagli ammortizzatori sociali al sostegno alle vertenze aziendali, vengano annullati”.
Il monitoraggio dovrebbe interessare l'attrazione di investimenti esteri, le politiche per i giovani, il sostegno e la garanzia al credito, come pure la valutazione sul Fondo. “E’ una misura che ha costituito una sperimentazione molto interessante, ma che possiamo affinare – ha osservato – Dobbiamo aiutare i giovani ad uscire dalla famiglia, ma anche sostenere quelli che sono usciti di casa ma rischiano di dover rientrare in famiglia”.
Sgherri ha quindi sollecitato “un’azione più spedita” per il riordino e la riorganizzazione del settore sanitario, dalle Asl agli Estav, ed ha espresso preoccupazione su una sorta di “privatizzazione” di fatto della diagnostica ambulatoriale. “La coperta è corta e la crisi ancora piena – ha concluso - Non possiamo quindi permetterci errori”.
Il dibattito è proseguito con l’intervento di Paolo Enrico Ammirati, Pdl, secondo cui “non solo la crisi economica propriamente detta, ma anche l’intrecciarsi di complesse vicende riguardanti le varie realtà locali, hanno portato al disfacimento del tessuto sociale ed economico della Toscana”. In questo senso, affermando di non condividere l’impianto delle politiche economiche e finanziarie della Regione - Ammirati ha fatto gli esempi di Massa e Siena – dove “problematiche locali si sono intrecciate a questioni di carattere regionale o anche sovra regionale legando a Massa la sanità al malaffare ed a Siena l’economia e la finanza a un sistema sociale in forte crisi”.
Antonio Gambetta Vianna, capogruppo di Più Toscana-Ncd, ha affermato che il “problema è rappresentato dal rapporto fra crescita e sviluppo, nel senso che crescita e sviluppo, ormai, hanno anche in Toscana il segno negativo”. Gambetta Vianna ha quindi invitato a stendere un “velo pietoso” sull’attualità economica e sociale e dicendosi “contrario” alle politiche proposte dalla Giunta regionale ha affermato che “bisogna uscire dalla convinzione che la crisi è sempre colpa degli altri, perché non è così, perché talvolta, a livello regionale, è anche frutto di scelte prese in sede locale”.
Maria Luisa Chincarini, presidente del gruppo Cd, ha detto di condividere il documento di programmazione economica, la finanziaria e il bilancio proposto, chiedendo una “riduzione delle spese sanitarie” al fine di devolvere i soldi risparmiati in servizi di natura socio-sanitaria a favore dei cittadini. In questo senso, ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno, firmato anche da altri consiglieri sia del centrodestra che del centrosinistra, con cui, chiedendo la soppressione delle società della salute e la riduzione del numero delle aziende sanitarie, intende liberare risorse a favore di interventi come, ad esempio, l’avvio di un progetto per efficaci cure odontoiatriche all’interno del servizio sanitario pubblico.
Ha concluso la parte odierna del dibattito la portavoce dell’opposizione Stefania Fuscagni, consigliera Pdl, che ha definito questo “un bilancio molto importante” perché “è l’ultimo che si configura con le vecchie regole e con l’antica programmazione”, affermando, però, che “la consapevolezza di andare verso una nuova programmazione regionale non emerge”. Questa inerzia, secondo Stefania Fuscagni, rappresenta una “carenza sostanziale” e dimostra l’esistenza di “una macchina regionale che provoca danno ai cittadini e alle famiglie”. La portavoce ha parlato di “crisi più profonda degli ultimi cinquant’anni” e di “risposta inadeguata da parte della Giunta regionale”. Il prodotto interno lordo toscano si è ridotto del 6 per cento in un anno, il potere d’acquisto delle famiglie, secondo quanto affermato, è crollato del 7 per cento, mentre il tasso di disoccupazione è aumentato di oltre il 4 per cento. Eppure, nonostante tutto, “la Giunta sta mettendo in campo scelte politiche sbagliate”, che non sembrano efficaci a fronteggiare la pesante crisi ed ignorano l’eccessiva fiscalità, ricorrendo alla “cattiva abitudine” di dipingere la realtà come se la Toscana fosse una “terra felice”. Ma i “nodi stanno venendo al pettine”, ha concluso la portavoce dell’opposizione.
La seduta su Dpef, Finanziaria e Bilancio 2014 riprenderà domani mattina con inizio alle 9.30.
“Il periodo è di una difficoltà eccezionale, anche se per la Toscana c’è qualche indicatore positivo in più. Non è però utile elencare solo i problemi, bisogna ripartire da quelle che sono le esperienze positive e in Toscana possiamo enumerare la farmaceutica, la chimica, il turismo”. Lo ha dichiarato Marco Spinelli (Pd) nel suo intervento, sottolineando che il lavoro, la coesione sociale e la crescita “sono i punti fondamentali da tenere al centro degli interventi”. Per Spinelli è necessario salvaguardare e incrementare gli investimenti nelle infrastrutture, nella solidarietà, nella scuola. “Invece il tema emerso con frequenza nel dibattito – ha detto il consigliere – è quello delle tasse. Non che non vorremmo tutti abbassarle, e in qualche caso lo abbiamo fatto, ma per tre anni la Toscana ha subìto tagli lineari pesantissimi, e la vera sfida è quella di riuscire a mantenere in equilibrio i conti conservando i servizi. Questo è il risultato più importante”.
Giuseppe Del Carlo (Udc) ha iniziato elencando una serie di note positive presenti nei provvedimenti in discussione: gli aiuti alle famiglie, alle imprese in difficoltà, i microprestiti, “interventi di carattere congiunturale che riguardano la solidarietà e l’equità”. “Ma – ha avvertito il consigliere – tutte queste misure se non c’è una crescita sono destinate ad esaurirsi e a non avere sbocchi”. Dunque la crescita è e rimane il tema centrale. “E devo dire – ha proseguito Del Carlo – che la crescita nel Dpef non viene messa al primo posto. I dati sulla ricerca e innovazione in Toscana non sono confortanti, ad esempio siamo sotto la media nazionale per la quantità di brevetti registrati. C’è bisogno di sostenere di più la ricerca, gli incubatori tecnologici, i laboratori. Così come il nodo dell’efficienza dei servizi pubblici è centrale. I problemi si conoscono benissimo da anni, non c’è bisogno di fare giri sui treni, dobbiamo agire concretamente”. Così come, secondo Del Carlo, è necessario intervenire sul problema del credito, visto che in Toscana vengono applicati tassi più alti che altrove, sulle partecipate, sulle terme.
Stefano Mugnai (Pdl) si è concentrato soprattutto sui problemi che riguardano la sanità toscana. “Il quadro sta cambiando rapidamente – ha detto Mugnai – ma il piano sanitario è scaduto nel 2010. Da parte della Giunta regionale non arrivano né spunti né iniziative, mentre è necessario prendere rapidamente delle decisioni. Per questo come consiglieri ci sentiamo di fare proposte”. Mugnai ha spiegato di avere presentato una mozione che ha l’obiettivo di “dare un governo nuovo alla sanità toscana” ponendo la parola fine all’esperienza delle Società della salute. Improcrastinabile anche la riorganizzazione delle aziende sanitarie. “Noi proporremo un’accelerazione della dismissione del patrimonio immobiliare delle Asl e una contrazione degli emolumenti alle figure apicali” ha spiegato il consigliere, concludendo che affrontare la questione della spesa sanitaria è cruciale. “La Toscana – ha ricordato infine Mugnai – ha una spesa farmaceutica inferiore alla media nazionale, ma una spesa maggiore della media per quanto riguarda il personale e l’acquisto di beni e servizi”.
“Sono d’accordo con il presidente Manneschi. Dobbiamo chiedere con forza una deroga al patto di stabilità. Le istituzioni devono essere utili ai cittadini. Non sono solo un costo per la collettività, ma devono essere capaci di dare risposte ai problemi”, ha dichiarato Rosanna Pugnalini (Pd), che ha sottolineato come la crisi economica stia cambiando profondamente gli stili di vita dei cittadini, che riducono i consumi alimentari, ma anche le visite sanitarie specialistiche. A suo giudizio la Toscana è stata presente e questa manovra finanziaria conferma il suo impegno, con l’anticipazione dei finanziamenti comunitari, il progetto GiovaniSì, il ‘pacchetto famiglia’, i minibond e gli aiuti alle imprese. Particolarmente significativi, secondo Pugnalini, gli interventi su cultura, turismo e commercio, come pure quelli per la difesa del suolo e la promozione della green economy, non solo sotto il profilo ambientale, ma anche come possibilità di rilancio del settore edilizio in grande difficoltà.
“Poco si fa, se non nella direzione sbagliata” ha dichiarato Marina Staccioli (FdI), sottolineando che la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli elevatissimi, con punte del 65 per cento nella provincia di Massa-Carrara. “Si finanzia il servizio civile con 7,5 milioni di euro – ha osservato – Meglio destinarli a sgravi fiscali ad aziende che assumono”. A suo parere non producono risultati gli investimenti in ricerca ed innovazione, a causa dello scarso collegamento con le imprese, come dimostra la vicenda di Etruria Innovazione. “Si continua a dare soldi a ciò che non funziona” ha affermato, ricordando l’intero settore della formazione, Firenze Fiera spa, le terme e l’interporto di Guasticce. Staccioli ha sollecitato, infine, controlli più stringenti sulla società partecipate e l’inizio di nuove opere pubbliche solo dopo la conclusione di quelle in corso da troppo tempo.
Un giudizio positivo sui provvedimenti a favore del sistema economico e della competività delle imprese, a partire dall’anticipazione dei finanziamenti comunitari, è stato espresso da Ivan Ferrucci (Pd).
“Il prossimo anno avremo una scadenza decisiva per la programmazione di Regione ed Enti locali sulla formazione ed il mercato del lavoro” ha rilevato, auspicando una riforma complessiva del settore, a partire dai centri per l’impiego. A suo giudizio occorre valutare con attenzione come sono stati impiegati i fondi europei, non solo settore per settore, ma anche prodotto per prodotto, per capire come sta evolvendo il mercato economico ed attuare interventi più mirati per attrarre investimenti.
“In questa finanziaria non troviamo aumenti. Bastano ed avanzano quelli introdotti con la Finanziaria 2013. Troviamo solo tagli e nessuna misura per la crescita” ha affermato Gabriele Chiurli (gruppo Misto). A suo giudizio gli sgravi Irap “sono solo per pochi eletti” e gli aiuti alle famiglie “sono ben poca cosa di fronte ai sacrifici che stiamo chiedendo loro”. Chiurli ha ricordato che la Toscana, “la regione più vecchia d’Italia” ha una disoccupazione giovanile da record: 102mila quelli che non trovano lavoro, più di 60mila i ragazzi che non studiano e non lavorano, pari al 19% degli under 34. “Abbiamo messo nel bilancio 32 milioni per tirocini e servizio civile – ha rilevato – Su più di 10mila tirocini finanziati, solo 130 si sono tradotti in un posto fisso. E continuiamo sulla stessa strada”. A suo giudizio la Giunta regionale dovrebbe promuovere iniziative per uscire dall’Unione Europea e dalla moneta unica.
“Il dibattito dovrebbe tener conto delle limitate competenze regionali -ha rilevato Paolo Bambagioni (Pd) – Cerchiamo di mantenere buoni livelli d’intervento con le poche risorse che abbiamo, con una revisione profonda e scelte innovative”. In questo quadro Bambagioni ha ricordato che “i bilanci sono in equilibrio e sono certificati”. “Finanziamo sanità, welfare, sistema delle imprese, famiglie in difficoltà – ha osservato - Mantenere inalterata la pressione fiscale può essere banale, ma non è scontato”. Non solo. Secondo Bambagioni si tenta anche di promuovere la crescita, come nel caso del social housing e degli interventi sul rischio idraulico. “Chiedo formalmente un maggiore impegno della Giunta regionale sulle risorse umane – ha concluso – Ci sono professionalità all’interno dell’ente Regione che devono essere valorizzate”.
“Il presidente Rossi ha nostalgia di una sinistra tradizionale, responsabile, popolare ed operaista, ma deve fare i conti con le difficoltà di governare una realtà complessa come la Toscana. Ed i conti non tornano” ha dichiarato Alberto Magnolfi (Ncd), sottolineando la continua oscillazione “tra ciò che si afferma e ciò che si dice ai convegni di Confindustria”, con il risultato di “non realizzare niente, o molto poco rispetto a ciò che si è promesso”. “Se questa Toscana ha bisogno del cambiamento non è con la continuità nel sistema di gestione che si realizza – ha aggiunto – Bisogna dichiarare pubblicamente cosa si è, o cosa cerca di essere, e cosa si vuol fare. Il tatticismo, il movimentismo, il populismo sono i veri avversari della politica, che deve recuperare il proprio ruolo e le proprie identità, non intervenire soltanto nella scelta di direttori e funzionari delle Asl e di enti vari”.
“La Toscana continua a fare scelte importanti per dare risposte ai più deboli e per la rivalutazione del territorio come risorsa per lo sviluppo sostenibile”. È questo il giudizio di Marta Gazzarri (Idv) sulla legge Finanziaria 2014 e il bilancio di previsione della Regione. Gazzarri ha giudicato positivamente la scelta di considerare “l’agricoltura di qualità e il turismo due punti focali da sostenere”. Così come “è bene continuare a investire nella green economy, dove gli enti pubblici dovrebbero fare scelte ancora più decise, e nella geotermia”. Infine, positivo il giudizio sugli stanziamenti legati al piano dei rifiuti, perché permetteranno “la nascita dell’industria del riciclo, da cui nasceranno nuovi posti di lavoro”.
Andrea Agresti (Ncd) ha giudicato “un’anomalia la mole di residui passivi, pari 2 miliardi e 370 milioni, relativi alla spesa corrente e agli investimenti”. Il dato, secondo Agresti, “dimostra l’incapacità di progettazione e di spesa della Regione e quindi richiamare a scusante i vincoli del patto di stabilità c’entra poco o nulla”. Non solo, “essere incapaci di spendere, vuol dire essere in ritardo sugli investimenti che riguardano le strategie territoriali, ambientali e infrastrutturali”.
Per Giovanni Donzelli (FdI), “la Finanziaria in discussione manca di un disegno e lancia solo segnali da pre-campagna elettorale”. Donzelli ha affermato di ritenere “inutile, in un momento di crisi come questo, finanziare la lotta alla povertà o le attività per la conoscenza dei valori della resistenza e dell’antifascismo. Questi sono tutti finanziamenti che servono a trasferire fondi ad associazioni” vicine al governo regionale. “Manca”, ha aggiunto, “un disegno coerente su temi importanti, come ad esempio la sanità, in particolare sulle Società della salute, sugli accorpamenti delle Asl e sulla compravendita degli immobili da parte delle aziende sanitarie”. Donzelli ha chiesto dove siano finiti “i soldi per la bretella Prato-Signa” e ha criticato alcune modalità di spesa della Regione: “Nel 2012 abbiamo speso 1,6 milioni per l’impianto di riscaldamento di questo palazzo e il risultato è che non funziona”.
Marco Taradash (Ncd) ha richiamato la conclusione dell’illustrazione della legge Finanziaria fatta ieri in aula. “Il consigliere Manneschi”, ha detto Taradash, “sottolineava quanto poco sia il potere delle Regioni e richiamava a un cambio di ruolo necessario. Per me, le Regioni costano molto e possono poco e se non ne ridefiniamo il ruolo davvero non hanno alcuna utilità”. Secondo Taradash aver trascurato il rapporto Ue sulla capacità di intervento del sistema regionale europeo, “dove la Toscana naviga in posizioni poco lusinghiere, è stato un grave errore”. Il consigliere ha giudicato la Finanziaria regionale “priva di voli pindarici e di idee nuove” e ha aggiunto che “non risolve importanti questioni aperte, come il futuro dell’aeroporto di Peretola o dell’ospedale di Livorno, per i quali si mettono risorse a bilancio senza aver chiaro cosa si realizzerà o si potrà realizzare”. Taradash ha anche invitato la Giunta “a decidere cosa farne delle società partecipate non strategiche e a valutare il superamento delle Società della salute”. La Regione, ha aggiunto, “ha i soldi della sanità e dei fondi europei. Dovrebbe concentrarsi su questo e darsi impegni precisi in questi ambiti”. Infine, “se vogliamo tenere sotto controllo i costi della politica, facciamo attenzione ai costi indiretti che, ad esempio, derivano dal sistema elettorale proporzionale con le preferenze”.
Marco Ruggeri (Pd), in relazione ai costi della politica citati da Taradash, ha affermato che “siamo stati troppo timidi nell’affermare i tagli che abbiamo fatto riducendo le spese del Consiglio e il numero dei consiglieri che nella prossima legislatura siederanno in quest’aula, o riformando le funzioni dei gruppi”. Rispetto ai temi posti da “una crisi economica senza eguali, la Regione si è fatta carico di parte dei tagli ai trasferimenti statali. Abbiamo a nostra volta tagliato i trasferimenti agli enti, ma dovremmo chiedere con forza che si faccia altrettanto a livello centrale. Faccio un esempio: ora che la gestione è delle Regioni, non è ammissibile che il ministero della Sanità abbia la stessa struttura di quando la gestione del sistema era nazionale”. Riguardo alla Finanziaria, Ruggeri ha sottolineato come siano importanti gli interventi a favore delle famiglie e dei lavoratori in difficoltà, il sostegno al mondo dell’economia, la copertura dell’annualità non ancora finanziata dei fondi europei, il finanziamento della legge per la competitività delle imprese e gli investimenti in campo ambientale. Sul tema della sanità Ruggeri ha affermato che “ci sono le condizioni per superare le Società della salute, a condizione di non disperdere le realtà positive che ci sono per farne un punto di partenza per un nuovo modello, meno costoso e più efficiente, per la gestione dei servi socio-sanitari”. Infine, Ruggeri ha affermato che “siamo pronti a discutere di riorganizzazioni delle Asl, ma all’opposizione, che su questo è sempre pronta a sollecitare la maggioranza e la Giunta, chiediamo poi di non far seguire la solita lista di interrogazioni, ordini del giorno e manifestazioni a fianco dei comitati che si oppongono ai disegni di riordino. Perché il tema su cui confrontarci è quello di ritrovare un sistema della sanità per la Toscana, che garantisca la cura dei cittadini e accesso ai servizi”.
“Le entrate tributarie dei primi nove mesi 2013, pur in presenza di una congiuntura economica negativa – ha detto il presidente della commissione Affari istituzionali Marco Manneschi (Idv) – risultano sostanzialmente invariate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ammontano a 291 milioni di euro (-895 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2012)”. “Nel 2013 – ha aggiunto il consigliere – la crisi economica e finanziaria ha continuato il suo percorso, non ha allentato la morsa. In particolare, il gettito Iva risulta in flessione, con 3 miliardi e 600 milioni di euro in meno per un volume d’affari che si attesta attorno ai 15 miliardi di euro. Questo dato – ha precisato il presidente – rileva una diminuzione progressiva delle attività economiche ma con la tenuta delle entrate tributarie e con una pressione fiscale che non va a colpire tutte le fasce di reddito, ma coinvolge soprattutto i lavoratori dipendenti e i pensionati”. Manneschi fa appello ad un’inversione di rotta, perché la Regione diventi un ente più “leggero che fa meno cose ma in modo migliore”. “Questa manovra – conclude – mostra una traccia in questa direzione ad esempio nella decisione di anticipare i fondi comunitari”.
“È un bilancio a cui mancano 500 milioni di euro”, così ha aperto il suo intervento l’assessore regionale Vittorio Bugli. “Questa finanziaria dice cose importanti – ha proseguito Bugli –. Intanto, facciamo tutti gli investimenti possibili e vediamo in termini di Pil cosa hanno prodotto. Manteniamo l’esistente a difesa della coesione sociale e mettiamo qualcosa di nuovo per il futuro, per la crescita, per essere pronti quando arriva la ripresa”. Bugli ha fatto riferimento al mantenimento del “sistema di welfare”, al rifinanziamento del cosiddetto “pacchetto famiglia”, al microcredito a sostegno delle imprese in difficoltà e del prestito per i cassaintegrati che ancora devono riscuotere. Sugli interventi per la crescita, l’assessore ha detto: “C’era il rischio che la Toscana restasse senza fondi europei, abbiamo stanziato 82 milioni di euro come anticipo”. “Inoltre – ha aggiunto Bugli – trasformiamo le nostre fragilità in una visione di crescita. Per una regione che ha sopportato alluvioni e terremoti abbiamo fatto un piano di investimenti di 5 anni per la salvaguardia del territorio dal rischio idraulico: questa deve essere un’occasione per rilanciare l’edilizia”.
Sempre sul piano degli interventi innovativi Bugli ha ricordato le agevolazioni sull’Irap per incentivare la rete delle nuove imprese.
Finanziaria 2014: Manneschi, serve deroga a patto di stabilità
“Abbiamo una parte di società quasi priva di tutele, perché ha perso il lavoro, non riesce a trovarlo, non è in grado di mandare avanti l’impresa. Le Regioni hanno a disposizione mezzi limitati e possiamo solo tamponare, alleviare, incoraggiare. Se non c’è un intervento radicale da parte dello Stato, con misure straordinarie ed una deroga al patto di stabilità, avremo problemi sempre più gravi, che non saremo in grado di affrontare. C’è il rischio di uno scollamento della democrazia, perché, quando le istituzioni non servono, finisce per non servire anche la democrazia”. Così il presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Manneschi (Idv), ha concluso la sua illustrazione in aula del Documento di programmazione economica e finanziaria, della legge finanziaria e del bilancio 2014, nel corso della seduta pomeridiana del Consiglio regionale.
Manneschi ha sottolineato l’importanza di avviare già nel 2014, senza interruzioni, la gestione del nuovo ciclo di programmazione Ue, grazie allo stanziamento di 82 milioni di euro, in attesa della definitiva approvazione dei Programmi operativi regionali (Por). Le risorse si concentreranno sugli interventi di difesa del suolo e messa in sicurezza idraulica del territorio regionale, sulla continuità dei servizi garantiti dai centri per l’impiego, sul sostegno al lavoro e all’istruzione.
Tra le altre misure il presidente ha ricordato il sostegno alle piccole e medie imprese, in stretto raccordo con le agevolazioni fiscali previste da una leggge di accompagnamento per favorire la creazione di nuove strutture imprenditoriali, nuove assunzioni, la promozione dei protocolli d’insediamento. In questo quadro ha sottolineato lo sforzo di valorizzazione, e non più solo di conservazione, del nostro patrimonio culturale.
Più in generale, Manneschi ha ricordato che gli interventi prioritari puntano a coniugare gli obiettivi della crescita e della coesione sociale, con il rifinanziamento del cosiddetto “pacchetto famiglia” e delle misure già attivate relative al prestito sociale, al sostegno dell’occupazione ed al contrasto del disagio abitativo, grazie all’alienazione di parte del patrimonio pubblico, da cui ottenere risorse per realizzare nuove abitazioni.
Tra le altre misure il relatore ha segnalato gli interventi a favore del diritto allo studio universitario, le azioni per garantire l’accesso generalizzato alla scuola materna, il proseguimento del “Progetto GiovaniSì” e lo sforzo di revisione del modello organizzativo del sistema sanitario, finalizzato ad una maggiore omogeneità delle procedure e dei livelli di servizio, alla ulteriore razionalizzazione, alla garanzia di tempi certi per il pagamento dei fornitori di beni e servizi. Un cenno, inoltre, all’importanza della riforma istituzionale in corso con la promozione dei processi di fusione fra i comuni ed il sostegno alle forme aggregative. Sul fronte delle società partecipate il progressivo abbandono di quelle non strategiche.
Il presidente della commissione Affari istituzionali ha quindi illustrato brevemente i contenuti della legge finanziaria per il 2014, nella quale vengono confermate le misure di contenimento della spesa per gli enti dipendenti. Sul fronte dei trasporti ha segnalato i finanziamenti sulla mobilità ciclistica, sul parcheggio scambiatore a sud della stazione di Pistoia, sulle spese di investimento per le società di gestione degli aeroporti.
Un capitolo a parte è stato dedicato al rinnovo del patrimonio strumentale e strutturale delle aziende sanitarie, che, al di sopra di una certa soglia, saranno sottoposti a valutazione da un gruppo tecnico. Le micro, piccole e medie imprese che vantano crediti nei confronti delle aziende sanitarie potranno contare su un contributo in conto interessi.
Sgherri: "Ultimo bilancio 'pieno' della legislatura. Necessario affinare tutti gli strumenti per l'efficacia delle nostre azioni"
Questo l'intervento della capogruppo di Federazione della Sinistra/Verdi Monica Sgherri.
DPEF e bilancio Regionali 2014 oggi in aula. Siamo di fronte all'ultimo bilancio “pieno”della legislatura e l'ultimo prima dell'entrata in vigore delle nuove procedure per la programmazione che la Regione si è data.
Siamo dunque di fatto nel mezzo di un periodo ponte: per l’avvicinarsi della fine della legislatura, per l’avvio dal 2014 di tali nuove procedure, ma anche, dobbiamo dirlo, perché di fronte ad un governo nazionale gravemente deficitario se non assente e all'inasprirsi della crisi il rischio è che i grandi sforzi messi in atto dalla regione (dagli ammortizzatori sociali al sostegno alle vertenze aziendali) vengano annullati, come gettare preziose risorse in un contenitore bucato, vanificandone gli effetti reali.
Se questo è il quadro da una parte dobbiamo affinare sempre più i nostri strumenti, a partire da monitorare in tempo reale per comprendere se i nostri interventi sono pienamente efficaci o se necessitano di aggiustamenti, dall'altra dobbiamo aprire una vera e propria vertenza col governo nazionale, pena la condanna di sempre più vasti strati sociali alla povertà e alla mancanza di futuro.
E' questa la corretta impostazione che deve valere per le azioni di questa ultima parte della legislatura e per quanto lasceremo a quella futura.
Si pensi, solo per citare alcuni esempi, all'attento monitoraggio e valutazione delle sperimentazioni toscane volte a rilanciare la nostra economia: dall'attrazione di investimenti esteri, a tutte le politiche per i giovani, dal sostegno e la garanzia al credito a forme attive di intervento e incentivo per rafforzare il lavoro e la sua tenuta nella nostra regione. Così alla valutazione sul Fondo Giovani sì – autonomia dei Giovani: misura che ha costituito una sperimentazione molto interessante, ma che possiamo affinare, per aiutare ad uscire dalla famiglia e nel contempo, sostenere quei giovani che sono usciti di casa e si trovano nuovamente nella fascia critica, quella del rischio del rientro in famiglia. Un altro degli aspetti in discussione più delicati, in assenza dell’approvazione del Piano Socio Sanitario, è quello della Sanità. Riteniamo necessaria con una azione più spedita su tutta questione del riordino e razionalizzazione organizzativa (ASL, Estav ecc); mentre denunciamo forti criticità se fosse confermato l’indirizzo di una sorta di “privatizzazione” di fatto della diagnostica ambulatoriale: per di più non ne capiamo i vantaggi, non prevediamo i risparmi, semmai vediamo il contrario.
Il Gruppo Federazione della Sinistra – Verdi, pur riconfermando la condivisione delle politiche e delle misure praticate o richiamate nel documento (pur con le dovute sottolineature ed emersione delle criticità su singoli aspetti) è con questo sguardo agli effetti concreti che ha guardato in questa occasione e guarderà sempre più ai documenti di programmazione, auspicando una maggiore comunicazione e condivisione dei lavori tra Giunta e Consiglio.
La coperta è corta e la crisi ancora piena, non possiamo quindi permetterci errori.