Coop Sociali: il taglio dell'integrativo riduce gli stipendi. Tensione e aria di sciopero nel settore che serve Residenze sanitarie, ma anche scuole e igiene ambientale

Beatrice Ciofi, a sinistra, e Barbara Rutilensi (foto gonews.it)

Barbara Rutilensi e Beatrice Ciofi della Cgil FP spiegano la situazione dell'accordo disdettato e della forbice sull'indennità Iparsa: "Sono lavoratori qualificati che guadagnano neanche 1000 euro al mese"




Sono duemila nell’Empolese Valdelsa, fino a 25 mila in tutta la Toscana. Sono i lavoratori delle Cooperative sociali. Sono soprattutto donne, ma anche tanti uomini, la maggior parte diplomati, alcuni anche laureati. Guadagnano in media 1000 euro al mese per un full time, con punte fino a 1300 euro e minimi a circa 900 euro.

Si tratta di una realtà che è cresciuta nell'ultimo decennio a ritmi da new economy e che nei servizi agli anziani, all'infanzia, nel settore educativo e di inserimento lavorativo ha consentito, con grandi sforzi e dedizione di chi vi opera, la tenuta dei servizi alla collettività, spesso a salari ridotti e a situazioni di flessibilità organizzativa pesantissimi. Si pensa che certe occupazioni, perché svolte nell’ambito di enti pubblici siano appunto statali: ma invece molto spesso sono le cooperative a essere chiamate in causa attraverso delle gare di appalto.
Negli ultimi mesi la tensione fra i soci lavoratori e i dipendenti delle centinaia di Cooperative, anche nell’Empolese Valdelsa.
Prima la disdetta dell'Accordo integrativo regionale, che garantiva mediamente un premio annuo di circa 200 euro ai lavoratori full time, poi la provocazione delle Centrali Cooperative di disdettare anche l'Accordo sull'Iparsa, un'indennità specifica per chi lavora nelle RSA all'assistenza e che in Toscana, grazie ad un Accordo di sistema che vide garante anche la Regione, assicura un trattamento minimo complessivo agli addetti delle Coop pari a quello dei CCNL di riferimento del settore.

Nel corso degli anni, dal 2006 ad oggi, i lavoratori hanno così potuto beneficiare di una cifra aggiuntiva sulle proprie buste paga che mediamente ha assicurato oltre 1.000 euro.
Adesso Confcooperative Legacoop e Acgi, approfittando delle criticità del settore dovute anche ai tagli statali, hanno portato a far ricadere il peso di questi ‘potature finanziarie’ sugli operai.

Si è aperta apre così una vertenza che ormai va avanti da un paio di anni e che ha portato le responsabile della Funzione Pubblica della Cgil che seguono questo settore, Barbara Rutilensi e Beatrice Ciofi, ad accendere i riflettori anche nell’Empolese Valdelsa.

“Per capire di chi stiamo parlando posso dirvi che si tratta di lavoratori che vengono occupati nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistite per Anziani), RSD (Residenze Sanitarie Disabili), Centri diurni per disabili e anziani, Nidi e Ludoteche, Igiene Ambientale, Assistenza Domiciliare sociale e sanitaria,  Mense scolastiche, Ambito scolastico (sostegno handicap, accompagnatori pulmini, educativo domiciliare), URP e  CUP.  Sono figure professionali di alto livello diplomate e laureate o comunque riqualificate per poter continuare a lavorare – come chi ha avuto il titolo di operatore socio sanitario -  che svolgono funzioni pubbliche pur avendo condizioni contrattuali e salariali del privato con il contratto cooperative sociali”.

“Gli OSS in RSA o RSD non arrivano a 1000 euro al mese pur lavorando di notte e nel festivi – fa notare Beatrice Ciofi -; un educatore professionale laureato o tecnico della riabilitazione arriva a malapena a 1100 euro netti mensili; un operatore dell’igiene ambientale non arriva a 900 euro netti mensili. Queste sono le retribuzioni mensili medie di un Full Time”.

A questi lavoratori il 13 aprile 2013 é stato disdettato dalle Centrali Cooperative l'accordo Integrativo Regionale con la conseguente perdita, fra le altre cose, del pagamento dell'ERT (Elemento Retributivo Territoriale) ovvero il premio di risultato del settore, che nel 2011, l’ultima volta che é stato riscosso, ha pagato 200 euro lordi (annuali). Inoltre lo scorso 3 maggio é stata disdettato anche l’accordo per il pagamento dell'IPARSA che spetta a chi fa assistenza nelle RSA e che rappresenta mediamente a una cifra netta di 80 euro mensili. Questa indennità é stata ridotta del 50% per i mesi di giugno, luglio, agosto e settembre 2013 sulla base di un accordo sindacale transitorio e da novembre 2013, in seguito alla rottura del tavolo sindacale regionale, é stata ridotta in maniera unilaterale dalle cooperative al 25%”.

Gli Enti Appaltanti, su cui grava il peso economico dell’IPARSA, in quanto tale cifra é inserita e prevista quale quota aggiuntiva allo stipendio base nei capitolati di gara, sono stati allertati dalla Funzione Pubblica CGIL ed é in corso una serie di verifiche per fare in modo che tale indennità venga comunque erogata ai lavoratori dell'assistenza. Le RSA interessate sono la Pablo Neruda a Castelfiorentino, le empolesi Via Volta e via delle Chiassatelle, e le Vele di Fucecchio. Inoltre a Villa Serena di Montaione e la Giglioli di Certaldo.

“Se la vicenda non avrà uno sblocco positivo al tavolo sindacale regionale – spiegano Rutilensi e Ciofi - a breve ci sarà la proclamazione di uno stato di agitazione del settore, che porterà allo sciopero generale unitario regionale. I lavoratori e le lavoratrici delle cooperative sociali sono stanchi e arrabbiati!”.

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