Il capogruppo di Più Toscana/Nuovo Centrodestra in Regione, Antonio Gambetta Vianna, ha protocollato una mozione “in merito alla difesa della famiglia naturale”. «Questa mozione – tiene subito a precisare Gambetta Vianna – non è assolutamente omofoba dato che non c’è assolutamente alcuna avversione nei confronti delle persone omosessuali, ma vuole difendere l’istituzione della famiglia naturale uomo-donna e eventualmente figli, unica riconosciuta dalla nostra Costituzione, oltre che la libertà di espressione. Infatti, ci sono degli atti in Parlamento che, attraverso l’istituzione del “reato di omofobia”, stanno cercando di limitare al massimo la libertà di opinione su alcune questioni etiche, soprattutto legate alla famiglia e all’educazione dei figli. In un Paese come l’Italia, dove la libertà di opinione è sancita dalla Costituzione, non si può ghettizzare e criminalizzare chi è contrario a nuove visioni di famiglie che non siano quelle cosiddette “tradizionali”. Bisogna combattere l’omofobia e non vietare che qualcuno la pensi diversamente bollando il suo pensiero col termine “discriminazione”».
Per Gambetta Vianna, «in un periodo in cui, oltre alla crisi economica, ci sono forti crisi di identità e di valori, il nucleo familiare diventa sempre più fondamentale. Non bisogna dimenticarci che il diritto all’educazione dei figli appartiene esclusivamente ai genitori, anche se qualcuno, soprattutto a scuola, tende a scavalcarli. La scuola deve garantire il diritto all’istruzione. Sono i genitori a dover fornire ai propri figli un’educazione etica e sessuale conforme alle loro convinzioni morali e religiose».
E, sulla proposta di sostituire i termini “padre” e “madre” con “genitore 1” e “genitore 2”, l’esponente del Nuovo Centrodestra vede «la volontà di annientare le due figure sociali più importanti per un bambino. La famiglia è composta da due genitori che sono padre e madre, due figure concrete e non due numeri astratti».
Nella mozione, Gambetta Vianna chiede alla Giunta di impegnarsi su tre punti:
- ad attuare qualsiasi azione per poter tutelare la libertà di opinione e la libertà di professare la propria religione, diritti garantiti e tutelati dagli articoli 21 e 19 della Costituzione, con particolare attenzione alla espressione delle proprie convinzioni etiche - specialmente in materia di famiglia e di educazione dei figli -, di giudizi critici in ordine alla previsione per legge di unioni e “matrimoni” fra persone dello stesso sesso o sull’adozione o affidamento di bambini a di persone dello stesso sesso;
- a ribadire il diritto inviolabile dei minori a vivere, crescere e svilupparsi all’interno di una famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna;
- a garantire i pieni diritti dei genitori all’educazione dei propri figli specialmente in materia etica e sessuale.