“Utilizzare le Società della Salute, o quel che resta di esse, come modelli di riferimento per il buon funzionamento della sanità Toscana, è un’operazione di marketing sbagliata, oltre che pericolosa per il futuro”. Lo sostengono in una nota i Consigliere regionali del PDL Stefano Mugnai e Jacopo Ferri.
“Prima di tutto perché in sanità si applicheranno i costi standard ed in secondo luogo perché il Ministero ha escluso la Toscana dalle Regioni virtuose ( indicate in Emilia Romagna, Umbria e Veneto, nella rosa iniziale anche Lombardia e Marche)” .
“Tuttavia – aggiungono Mugnai e Ferri - questo nuovo schiaffo alla sanità toscana pare non essere servito. C’è infatti chi continua a non guardare in faccia la realtà e chi non trova il coraggio per fare scelte necessarie e responsabili”.
Non manca un riferimento all’attività del Governatore della Toscana: “Il Presidente Rossi spreca il suo tempo in viaggi romani volti a guadagnare una virtuosità sbiadita se non cancellata: meglio farebbe a mettere al centro la persona e non più gli apparati”.
Gli esempi dello stato confusionale in cui versa la sanità toscana sono sotto gli occhi di tutti: “In Lunigiana – affermano Ferri e Mugnai - c’è chi, nonostante le conseguenze del buco all’ASL di Massa, parla di programmi triennali per le Società della Salute. A Firenze, invece, il quadro muta: la SdS fiorentina sud-est chiude i battenti, in considerazione delle titubanze regionali circa la conclusione o il rilancio di un’avventura iniziata fra squilli di tromba e vicina ad essere terminata nel caos”.
Il rischio di paralisi dei servizi, in questo quadro, è tutt’altro che remoto: “La Regione – secondo Mugnai e Ferri - non ha potuto alimentare un’esperienza giunta al capolinea; non ha emanato un normativa di consolidamento (che avrebbe baipassato il quadro vigente) e non ha mai superato la fase di sperimentazione delle SdS”.
Mugnai e Ferri (FI): “La regione non è più un modello perché la sanità risponde solo agli apparati. L'esempio? Le Società della Salute"

foto d'archivio