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PT/Nuovo Centrodestra: “La cittadinanza ai lavoratori cinesi non risolve certamente il problema”

Antonio Gambetta Vianna, a sinistra, e Gian Luca Lazzeri

«La cittadinanza deve essere l’ultimo passo di un’integrazione già avvenuta e non lo stimolo ad integrarsi. Insomma, deve essere l’output e non l’input». È quanto sostengono i consiglieri regionali di Più Toscana/Nuovo Centrodestra, Antonio Gambetta Vianna e Gian Luca Lazzeri, commentando la proposta del Presidente della Regione, Enrico Rossi, di concedere la cittadinanza ai lavoratori cinesi di Prato.

«Non è un pezzo di carta – afferma Gambetta Vianna – che ti fa passare le paure e i timori dovuti allo sfruttamento. La proposta di Rossi, oltre che pericolosa, è troppo semplicistica. Per risolvere i problemi di Prato servono controlli a tappeto mirati, con l’ausilio e l’intervento di tutte le Istituzioni, oltre a una politica a livello governativo ed europeo meno permessivista nei confronti della Cina, e non discorsi del tenore di quelli di Rossi che servono solo a amplificare lo scontro sociale e a distogliere l’attenzione dalle soluzioni concrete. Non ci dimentichiamo che finora l’evidenza è stata quella di una ghettizzazione da parte dei cinesi, nonostante tutti gli interventi sponsorizzati negli anni dalla sinistra per cercare di integrarli, e di certo la cittadinanza non le aprirà al resto di Prato, ma si trasformerà nell’ennesimo fallimento. O forse concedere la cittadinanza serve solo per “risolvere” il nodo clandestini facendoli diventare automaticamente tutti italiani?».

Per Lazzeri, «per integrare i cinesi, come cittadini italiani pretendiamo che vi sia il rispetto delle norme. Lo stato di degrado dei capannoni era sotto gli occhi di tutti e non bisogna ripiombare nella politica delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. C’è una grave responsabilità morale da parte della sinistra. Qualcuno ha fatto, a mio avviso giustamente, mea culpa, ma non si può nuovamente fare come gli struzzi pensando di risolvere il problema con la mera concessione della cittadinanza».

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