Il Consiglio regionale toscano, in apertura dei lavori d'aula, ha osservato un minuto di silenzio per i lavoratori cinesi morti a Prato nel rogo della ditta dove lavoravano e vivevano.
A chiedere il momento di raccoglimento è stato il presidente dell'Assemblea toscana Alberto Monaci che ha parlato di ''morti di schiavitù'', di ''morti assassinati in uno scorcio di Toscana che ci richiama a un medioevo più feroce''.
A breve, ha annunciato Monaci, il Consiglio toscano terrà una seduta straordinaria ''per discutere ciò che la Toscana può e deve fare contro questo sistema criminoso''.
Monaci ha ricordato che nel distretto pratese ''la manifattura cinese ha fatto piangere tanti imprenditori italiani per la concorrenza non leale e la condizione di assoluta schiavitù dei lavoratori, e contemporaneamente ha fatto la fortuna di altri italiani che di quella manodopera si sono avvalsi. Non parliamo solo di milioni di euro sottratti al fisco italiano''.
Secondo il presidente dell'Assemblea ''facciamo i conti con quello che accade in casa nostra, nel cuore più intimo della Toscana, e non possiamo dire che non vediamo e non sappiamo. Il ricordo del Consiglio regionale è doveroso e merita iniziative di coscienza e nuovi approcci anche di ordine culturale e politico istituzionale''.
”Morti di schiavitù e di malavita, di violazione delle leggi e di ogni regola etica. Morti assassinati in uno scorcio di Toscana che richiama l’alto Medioevo, feroce e insensibile”. Il presidente del Consiglio regionale, Alberto Monaci, apre la seduta con un intervento dedicato agli ultimi fatti accaduti a Prato, prima di far osservare all’assemblea un minuto di silenzio.
Nelle parole di Monaci quanto accaduto nel distretto tessile dove la manifattura cinese, dice, “ha fatto piangere tanti imprenditori italiani per la concorrenza non leale, frutto di manodopera a bassissimo costo e in condizioni di assoluta schiavitù. E che contemporaneamente ha fatto la fortuna di altri italiani, che di quella manodopera si sono avvalsi per arricchirsi”. Il presidente parla di “un grumo spaventoso di malavita e criminalità nascosto e particolarmente attivo in un territorio tutto sommato circoscritto”. Una realtà oltretutto responsabile di milioni e milioni di euro di evasione fiscale sottratti al nostro paese. “Facciamo i conti con quanto accade in casa nostra, intorno a noi, non possiamo dire che non vediamo e non sappiamo”. I conti, aggiunge Monaci, con quel che succede “nel cuore della Toscana, giorno dopo giorno, senza interruzione, nel più totale, insopportabile, dispregio di leggi e di regole”.
Il presidente definisce la cronaca dei fatti “allucinante e più efficace di fiumi di parole”. Il ricordo del Consiglio “pur doveroso” non è “verboso”: quanto è successo “merita iniziative, prese di coscienza, nuovi approcci da parte di tutti, anche di ordine culturale e politico-istituzionale”. Di questo si discuterà prossimamente in Consiglio, in una seduta straordinaria per discutere “di quanto la Toscana può e vuole fare per debellare un sistema che può essere considerato criminoso e che prospera nella nostra terra. Praticamente indisturbato”.
Il presidente ha ringraziato quanti, in questi giorni – e ha citato lo stesso presidente della Giunta, Enrico Rossi – si sono spesi ed esposti per la situazione di Prato: “Siamo impegnati” ha ribadito Monaci, che ha ringraziato anche chi, come il Consolato e alcuni esponenti della comunità cinese, si è mosso “in modo responsabile” per “la comune consapevolezza che così non si può andare avanti”.
Dopo l’intervento del presidente l’aula ha osservato un minuto di silenzio. Su richiesta del capogruppo del Pd, Marco Ruggeri, i lavori si concluderanno entro la fine della mattinata per permettere ai consiglieri regionali non solo pratesi di partecipare al consiglio comunale aperto convocato a Prato questo pomeriggio.
Protesta Fdi contro Rossi in Consiglio. Cartelli con parole plauso usate da governatore su ditte cinesi
Una protesta contro il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, per le parole di plauso usate nei mesi scorsi dal governatore sulle ditte cinesi a Prato. E' quanto inscenato oggi in Consiglio regionale dal gruppo Fdi.
Prima di iniziare i lavori d'aula, in cui è stato osservato un minuto di silenzio per i lavoratori cinesi morti nel rogo della loro fabbrica a Prato, i consiglieri Fdi hanno mostrato una serie di cartelli con citazioni del governatore toscano. Tra questi uno con scritto che ''le aziende cinesi a Prato'' sono ''una risorsa per la nostra economia. Da questa realtà viene un contributo al lavoro e al benessere della regione''. La protesta prende spunto dalle forti critiche che in questi giorni Rossi ha rivolto alle condizioni in cui si lavora nelle aziende cinesi nel distretto pratese.
Una risoluzione per chiedere legalità e rispetto
In attesa di un appuntamento specifico, un Consiglio straordinario sulla tragedia di domenica scorsa a Prato, in cui potranno essere approfondite le questioni della riduzione in schiavitù di un gran numero di lavoratori cinesi, l’Aula di palazzo Panciatichi ha oggi approvato, a maggioranza, una risoluzione che esprime il cordoglio per le vittime del rogo e chiede l’impegno del Consiglio toscano a favore dei diritti, dell’integrazione e della legalità all’interno della comunità cinese.
La risoluzione, sottoscritta da consiglieri diversi schieramenti, impegna la Giunta a spingere il Governo a varare un programma per contrastare i fenomeni del traffico di esseri umani, della riduzione in schiavitù e dello sfruttamento del lavoro di migliaia di lavoratori di origine cinese, di rivedere gli accordi con la Cina alla luce dell’emergenza umanitaria che si sta manifestando, nonché a guidare il coordinamento degli Enti locali e delle associazioni di categoria del distretto pratese.
Ad illustrare il testo in Aula è stato Rudi Russo, Centro democratico, primo firmatario della risoluzione, che ha sottolineato anche “il cordoglio per la perdita di sette vite umane e l’indignazione per lo stato di grave e continuato disprezzo per i diritti umani”.
Marco Taradash, Nuovo Centrodestra, ha però osservato che non era corretto, vista l’importanza dell’atto, “continuare la discussione in un’Aula mezza vuota” e ha invitato a “discutere la risoluzione in un’altra occasione, magari nel prossimo Consiglio”.
Il vicepresidente Giuseppe Benedetti, Ndc, che in quel momento coordinava i lavori d’Aula, ha invitato a votare per il valore simbolico e ad approfondire la questione in un’occasione dedicata al caso Prato.
Si è andati dunque alla votazione. Il testo è stato approvato a maggioranza con i voti di tutti i consiglieri ma con le astensioni di Gabriele Chiurli del Gruppo Misto, Marco Carraresi dell’Udc, Paolo Marini del gruppo Fds-Verdi e del citato Taradash.
Centro Democratico: "Sui lavoratori cinesi di Prato nessuno può più chiudere gli occhi"
"Il prossimo 11 dicembre si terrà un Consiglio regionale straordinario per approfondire tutte le tematiche che riguardano la riduzione e il mantenimento in schiavitù di alcuni lavoratori cinesi nel distretto di Prato, la criminalità cinse insediata in città che determina questo fenomeno, le relazioni tra queste aziende e il fisco, i controlli di tutte le autorità competenti per reprimere le attività illegali drammaticamente diffuse nel nostro territorio.
Dinanzi a quanto è accaduto domenica scorsa, però, non si può aspettare. Non si deve aspettare. Per questo, già questa mattina, in occasione del Consiglio regionale, ho presentato una risoluzione tesa non soltanto a esprimere il cordoglio per le vittime del rogo di domenica scorsa, ma anche, e soprattutto, per chiedere già da ora, con una pronuncia solenne del Consiglio Regionale, un impegno concreto per i diritti, l'integrazione e la legalità.
La risoluzione, che ha raccolto un ampio e trasversale consenso tra i Consiglieri, vuole impegnare la Giunta su tre fronti: spingere il Governo a varare un programma d’azione serio ed efficace per contrastare i fenomeni del traffico di esseri umani, della riduzione in schiavitù e dello sfruttamento del lavoro schiavile di migliaia di lavoratori e lavoratrici di origine cinese; rivedere gli accordi internazionali con la Repubblica Popolare Cinese alla luce della assoluta emergenza umanitaria che si sta manifestando e la predisposizione di nuovi strumenti giuridici in tema di cooperazione giudiziaria penale; guidare il coordinamento degli enti locali e delle associazioni rappresentative delle categorie produttive nel distretto industriale di Prato.
Quest'atto, che è frutto di un lavoro che sto svolgendo ormai da tempo, anche se dinanzi alla disgrazia di domenica mi trasferisce un certo senso di impotenza, lo riconosco, è un atto doveroso e per questo il prossimo 11 dicembre cercherò di guidare il Consiglio ad analizzare più approfonditamente il fenomeno dello sfruttamento e dell'illegalità nella quale vivono troppi lavoratori cinesi. Lo dobbiamo alle persone morte e, soprattutto, alle migliaia che ancora vivono in quelle condizioni".
Rudi Russo, Centro Democratico - Consiglio regionale della Toscana
Anche gruppo Più Toscana/Nuovo Centrodestra aderisce a richiesta Consiglio regionale straordinario
«Accettiamo l’invito del presidente Magnolfi e come gruppo aderiamo alla richiesta della convocazione del Consiglio regionale straordinario sul “caso Prato”». A dichiararlo è il capogruppo di Più Toscana/Nuovo Centrodestra, Antonio Gambetta Vianna, per il quale «questo Consiglio deve essere di stimolo per trovare una soluzione a questa emergenza».