E' giunto di recente dall'associazione animalista inglese PeTA ( People for Ethical Treatment of Animals ) il risultato delle indagini svolte che mostrano la verità che si nasconde dietro la produzione di pelliccia di coniglio Angora.
L'investigazione è avvenuta tra gli allevamenti in Cina, paese leader per produzione ed esportazione di questo materiale "pregiato" che viene acquistato in tutto il mondo.
Utilizzata per realizzare golfini, maglioni, sciarpe e altri accessori, la lana-pelliccia è ottenuta dal manto di conigli a pelo lungo della razza Angora per l'appunto.
Gli operai cinesi immobilizzano i conigli legandone le zampe anteriori e posteriori alle sommità di tavole dove vengono posizionati distesi.
Agli animali , che non hanno via di fuga o possibilità di muoversi , viene letteralmente strappata via dalla pelle la pelliccia, ciuffo per ciuffo, fino a lasciare l'animale spoglio.
Come viene prodotta la lana angora
Il video girato dalle telecamere nascoste dell'associazione e reso pubblico su YouTube dove solo un pubblico maggiorenne può guardarlo, mostra animali che in natura non emettono suoni molto percettibili all'uomo strillare dal dolore. Urla che rimbombano nelle fatiscenti strutture dove vengono tenuti schiavizzati gli animali. Urla che sembrano non toccare minimamente l'anima degli operai che procedono senza sosta nelle torture.
La mostruosa esperienza segna questi poveri animali nel corpo: nudi, terrorizzati e in profondo stato di agonia.
Lasciati senza pelliccia, vengono tenuti in gabbia al freddo affinché il loro organismo produca velocemente altro pelo protettivo dagli agenti atmosferici esterni.
Una volta ricresciuto, gli operai tornano a seviziare gli animali strappando di nuovo la loro pelliccia.
Sofferenze dietro sofferenze fino a quando l'animale, seviziato, non riesce più' ad avere una pelliccia morbida.
Quando questo avviene subentra la fase finale della catena di s-montaggio di questi esseri viventi: inutili per la produzione di lana, vengono sgozzati e venduti alle macellerie per divenire carne di seconda qualità.
Se la Cina è l'artefice di questa mattanza, suoi complici sono gli altri Stati che acquistano la materia prima che viene importata e utilizzata per la produzione di capi d'abbigliamento e accessori.
L'indagine , che rivela queste torture inaccettabili, ha profondamente scosso l'opinione pubblica.
L'indignazione è giunta anche da alcune aziende che sembrano essersi svegliate da poco, come H&M e C&A, che hanno subito reso noto ai propri clienti la scelta di non vendere più' nei propri negozi abbigliamento realizzato con lana Angora attivando controlli severi nei confronti dei produttori dai quali si servono. Forse per timore di perdere clientela o di ricevere critiche, in quanto anch'esse coinvolte direttamente.
Spesso ci si accanisce contro la mancanza di etica di altri Paesi addossando loro colpe che in parte hanno, ma che potrebbero non avere grazie a noi.
Perchè basterebbe davvero poco per evitare violenza sugli animali, sevizie e torture.
E non è utopia. Non è impossibile.
Sta tutto in un gesto facilissimo e alla portata di tutti: la scelta di acquisto.
Nel mercato spietato che punta solo agli introiti economici non c'è spazio ai sentimenti e all'etica, visto che lo scopo principale è il lucro, il guadagno, il denaro.
Pertanto, se c'è domanda ci sarà sempre e comunque l'offerta.
Basta quindi non acquistare capi realizzati con qualsiasi tipo di materiale derivato dal corpo degli animali ( vi ricordo che anche lana, altre pellicce e pelle sono il frutto di sfruttamento e uccisioni) e preferirne altri.
Se le scelte degli acquirenti si orientano su acquisti etici i venditori che sono soliti guadagnare sulla morte degli animali vedranno calare a picco le proprie entrate economiche e saranno costretti, non per etica ma per business, a virare su una produzione alternativa che riscuote più successo.
L'arma che abbiamo per cancellare questa macchia sulla coscienza dell'umanità è proprio la scelta di acquisto.
Quando fate shopping dunque non abbiate paura di prendere il capo e controllarne l'etichetta.
Per evitare di comprare un accessorio o una maglia fatta con la lana di coniglio Angora, bastano pochi accorgimenti:
Controllate che non sia un abito con peli bianchi in superficie, tipici dei conigli Angora.Leggete l'etichetta all'interno e controllate che non ci sia scritto
- ANGORA FUR
- ANGORA RABBIT
- ANGORA WOOL
- ANGORA WOLLE
- RABBIT ANGORA FUR
Se trovate una di queste diciture, il capo che avete tra le mani è il frutto della sofferenza dei conigli Angora.
Potete lasciarlo sul banco o riporlo sulla gruccia e acquistare qualcosa di altrettanto caldo che non abbia ucciso un animale, tipo il caldo cotone, pile , fibre sintetiche o viscosa.
Carmen Luciano
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