Un altro 'tassello' per l'ospedale Santa Maria: inaugurato il reparto di medicina C e il Tempio Galli

L'Ospedale Santa Maria a Firenze

Il costo complessivo dei lavori ventennali alla struttura è stato di 58 milioni di euro. In programma l'apertura del percorso museale


"Oggi è una giornata importantissima. Essere qui oggi è per me una grande emozione. Grazie di cuore a voi tutti. Complimenti al direttore generale Paolo Morello, a tutta la direzione e a quanti hanno lavorato a quest'opera iniziata tanti anni fa e che ora si sta brillantemente concludendo. Santa Maria Nuova è il simbolo di una sanità che riesce sempre a progredire, ad andare avanti". Sono le parole commosse dell'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, che stamani ha partecipato a Santa Maria a una doppia inaugurazione: il nuovo reparto di medicina C, già in funzione dal 15 settembre scorso, e il tempio Galli Tassi, nel cortile monumentale dell'ospedale. All'inaugurazione, con l'assessore Marroni, il direttore generale della Asl 10 di Firenze Paolo Morello Marchese, tutta la direzione, medici e personale sanitario, il rettore dell'Università di Firenze Alberto Tesi, ha preso parte anche il cardinale di Firenze, Giuseppe Betori, che ha benedetto il nuovo reparto.

"Questo ospedale sta uscendo da una fase molto lunga", ha ricordato l'assessore Marroni, che quando i lavori a Santa Maria Nuova sono partiti era direttore generale della Asl fiorentina. "Sta giungendo a conclusione una grande opera di ristrutturazione e rinascita di questo ospedale così glorioso. Stiamo rendendo a questa città una parte importantissima della sua storia. Santa Maria Nuova è davvero nel 'cuore' di Firenze. Oggi inauguriamo un nuovo reparto di medicina, con attrezzature all'avanguardia e un'organizzazione innovativa, che da questo ospedale si sta diffondendo in tutta la regione; e il restauro della parte monumentale. Con il nuovo anno chiuderemo tutti i cantieri. A dimostrazione della grande capacità di investimento e rinnovamento della sanità toscana".

 

Il più antico ospedale è da fantascienza: quasi 20 anni di lavori per il restauro

La prima data, ovviamente, è il 23 giugno 1288. Fu quel giorno di 725 anni fa che venne inaugurato l’ospedale di Santa Maria Nuova voluto da Folco Portinari, il padre della Beatrice musa di Dante Alighieri e la sua divina poesia.

Ma, senza andare tanto indietro nel tempo, è al 7 dicembre 1995 che si deve risalire per trovare il bandolo del filo che oggi conduce all’inaugurazione del reparto di Medicina C, al recupero del tempio Galli Tassi e all’inserimento in agenda degli altri appuntamenti che porteranno a restituire pienamente ai fiorentini e ai tanti turisti il moderno ospedale del centro della città e un nuovo museo.

Diciotto anni fa fra qualche giorno, il 7 dicembre 1995 per l’appunto, fu infatti approvata la delibera che affidava a un gruppo di professionisti l’incarico di elaborare un progetto preliminare di riorganizzazione dell’ospedale di Santa Maria Nuova. L’anno dopo, in novembre, il mandato ai tecnici era quello di redarre un progetto esecutivo di adeguamento di alcuni comparti dell’ospedale.

Timbri, firme, atti e delibere. La macchina che mette in moto i lavori e trova i fondi necessari va avanti. «L’elenco dei documenti è lungo – dice l’architetto Francesco Napolitano, direttore dei lavori a Santa Maria Nuova – e un giorno gli storici lo tireranno fuori dall’archivio come oggi si può fare con le carte in cui si testimonia la presenza di Leonardo da Vinci nei corridoi dell’”ospitale”.

Nel febbraio del 2000 viene approvato il Piano di riqualificazione che contiene il progetto per la realizzazione della camera calda per le ambulanze sotto al loggiato, il via ai primi restauri, il percorso museale, l’accesso alla piazza e il parcheggio. Il Consiglio regionale lo approva con delibera 126 del 29 febbraio di quell’anno. Il 31 luglio parte la gara con cui verrà aggiudicata la realizzazione delle opere.

Nel gennaio del 2002 viene istituito l’ufficio di direzione dei lavori, l’appalto è aggiudicato al raggruppamento temporaneo di imprese che ha vinto la gara e in maggio vengono consegnate le prime aree indispensabili ad aprire il cantiere. Sempre in quell’anno viene firmato un protocollo d’intesa fra Asl e Consorzio per l'assetto edilizio universitario che prevede l’acquisto della porzione di edificio in via della Pergola.

Il 14 ottobre 2002 il Consiglio comunale di Firenze approva un ordine del giorno su "ospedale e centro storico". Sono idee che fanno parte di un progetto per la riqualificazione dell'intera area di Santa Maria Nuova, San Marco e Santissima Annunziata, poi raccolto in un volume realizzato da Palazzo Vecchio.

E siamo al 2003, anno in cui a febbraio viene emessa l’ordinanza di occupazione di suolo pubblico per il cantiere nella piazza di fronte alle Oblate. Stesso anno, settembre: viene installata la gru che svetta ancora e verrà trasferita nei primi mesi del prossimo anno dalla parte di piazza Brunelleschi. Intanto la Giunta regionale approva alcune delibere per l’integrazione del piano finanziario.

La lunga fase di ristrutturazioni che ha ovviamente tenuto conto delle preziose indicazioni fornite via via dalla Sovrintendenza ai beni storico-artistici riguardo le parti vincolate e di particolare pregio, ha comunque consentito finora di completare i lavori e mettere pienamente in attività il punto prelievi e l’area di accettazione amministrativa e accoglienza, il Pronto soccorso, la Terapia intensiva, la nuova sala operatoria “verde”, la farmacia e il laboratorio galenico, la morgue, il padiglione della dialisi, il day hospital medico e la degenza area medica, il servizio di diagnostica per immagini. Poi c’è la parte che si vede meno ma non è meno importante: l’impiantistica generale, la cabina elettrica, i gruppi elettrogeni e di continuità, la centrale per il gas medicale, le unità di trattamento dell’aria, gli spogliatoi per il personale nel sottosuolo dove sono stati realizzati anche i locali tecnici che ospitano i depositi per forniture e servizi: cibo, guardaroba, pulizie, rifiuti. A questo vanno aggiunti i nuovi percorsi in verticale con relativi blocchi ascensori.

La prossima “mossa” è il completamento del restauro della facciata e del loggiato e la riapertura di piazza Santa Maria Nuova, contemporaneamente all’inaugurazione del nuovo accesso visitatori.

Dei circa 36 mila metri quadrati racchiusi fra piazza Santa Maria Nuova, via della Pergola, via degli Alfani, piazza Brunelleschi, nel corso di questi anni si è messo mano all’incirca a 22 mila metri quadrati, il 62 per cento circa della superficie dell’ospedale che nel complesso ha una volumetria di circa 144 mila metri cubi.

Tralasciando la tempistica ipotizzata nella fase di progettazione, e tenendo conto delle varianti approvate nel 2009 e nel 2011, l’ultimo cronoprogramma prevedeva che i lavori venissero ultimati in 3.030 giorni solari e consecutivi vale a dire entro il 30 dicembre 2013 rispetto al quale, ad oggi, è rilevabile un modesto slittamento dei tempi determinato essenzialmente dalla complessità delle lavorazioni che interferivano in modo articolato sul regolare svolgimento delle attività sanitarie.

ll costo complessivo dell’opera previsto nel primo progetto esecutivo ammontava a 24 milioni di euro o più esattamente agli equivalenti miliardi di lire perché allora non c’era ancora la moneta unica. I vari adeguamenti hanno portato a un costo complessivo di 58.296.156 euro. I lavori di ristrutturazione dell’ospedale del centro fiorentino sono stati finanziati con fondi specifici programmati dalla Regione e in parte con fondi propri dell’Azienda sanitaria.

Le tre varianti in corso d’opera sono state dettate dalla necessità di adeguare i progetti al mutato panorama normativo e alla necessità quindi di ottemperare alle nuove leggi emanate, influendo inevitabilmente sull’andamento dei lavori. I progettisti hanno quindi tenuto conto delle nuove norme in materia di lavori pubblici, governo del territorio, prevenzione incendi, sicurezza sismica, salute e sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro, eliminazione delle barriere architettoniche, inquinamento acustico, accreditamento delle strutture del Servizio sanitario nazionale.

È importante ricordare che i lavori interessano il complesso ospedaliero storico più antico d’Europa caratterizzato da specifiche architettoniche complesse e vincolanti, e sono stati eseguiti tuttavia seguendo le più sofisticate e innovative metodologie necessarie al buon funzionamento di una moderna struttura sanitaria capace di garantire elevati livelli di cura e assistenza.

 

 

Santa Maria Nuova in cifre: come si cura il 'cuore' di Firenze

Lo scorso anno solo gli accessi in Pronto soccorso sono stati 33.337, il 18% dei quali hanno poi avuto bisogno di un ricovero, con un elevato tasso verso l’area medica. L’ospedale di Santa Maria Nuova, uno dei 5 organizzati dall’Azienda sanitaria di Firenze, alle cui attività si affiancano quelle del Palagi, l’ex Iot di viale Michelangelo, cura, accoglie, ricovera ed eroga prestazioni sanitarie a ciclo continuo.

Oltre al Dea, si sono reparti di medicina interna, anestesia e rianimazione, cardiologia, chirurgia generale, otorinolarigoiatria, ortopedia, nefrologia e dialisi, psichiatria. La medicina di urgenza dispone attualmente di 4 ambulatori per codici bianchi, 8 posti letto di osservazione, 5 di alta intensità, 4 di Hdu,15 in degenza breve.

«Serve un bacino d’utenza quantificato in circa 650.000 presenze giornaliere nel centro storico – dice la dottoressa Claudia Capanni, direttore sanitario dell’ospedale –, facendo i conti con una complessa situazione sociale. Spesso gli utenti, infatti, sono anziani, turisti, senza fissa dimora, pazienti che arrivano dalle residenze sanitarie assistite, persone con problemi di marginalità. Elevata è la frequenza di quanti si presentano da soli anche nelle ore notturne».

Il reparto di anestesia e rianimazione dispone di 5 posti letto di terapia intensiva e 2 di sub intensiva ai quali i parenti dei pazienti hanno accesso libero dalle 12 alle 22.

L’Area medica comprende la Medicina interna e la Cardiologia articolate in 3 reparti per un totale di 48 posti letto più 8 di sub intensiva di cui 2 per la terapia intensiva cardiologica (Utic). I ricoveri sono stati 2.616 di cui 590 in cardiologia: Intensissima le attività ambulatoriali di day service e day hospital con 19.000 prestazioni annue di cardiologia e altre 9.000 in angiologia, diabetologia, reumatologia, neurologia, oncologia. Le attività svolte nella sala di emodinamica sono state 351, quelle in elettrofisiologia 287. L’attività di day service è organizzata in modo innovativo con percorsi ospedale-territorio che coinvolgono i medici di medicina generale in modo da rispondere alle diverse urgenze, come per esempio nel caso di malattie trombotiche, cardiache e reumatologiche, prendendo in carico i pazienti ma riducendo i ricorsi al Pronto soccorso e ai ricoveri. Un percorso significativo è quello dello scompenso cardiaco che è di riferimento per tutta l’Azienda.

Area chirurgica, che comprende la chirurgia generale, l’otorinolarigoiatria, l’ortopedia e dispone di 16 posti letto, ha effettuato 1.742 interventi chirurgici ordinari, 797 di day surgery e circa 300 di chirurgia ambulatoriale.

Le 10 postazioni di emodialisi hanno permesso di fare 5.450 trattamenti ai quali si aggiungono 1.460 visite ambulatoriali e 650 consulenze in nefrologia.

Nei 12 posti letto della psichiatria sono stati effettuati 979 ricoveri nel 2012.

Per valutare esattamente cos’hanno i pazienti ed erogare servizi ai cittadini che hanno bisogno di cure, ci sono poi i laboratori per le analisi cliniche, quelli di diagnostica per immagini, di endoscopia digestiva che svolgono attività sia per i pazienti ricoverati che per quelli esterni.

Il punto prelievi dall’ottobre 2009 effettua gli esami del sangue che in precedenza venivano fatti a Montedomini e San Silvestro, e i campioni vengono analizzati nel laboratorio di analisi cliniche che svolge tutte le funzioni anche per i pazienti ricoverati e per la medicina d’urgenza.

L’attività di diagnostica radiologica è articolata in due postazioni, una per il Dea ed una centrale che svolge un’elevata attività su pazienti esterni. Il servizio di diagnostica per immagini dispone di 2 Tac, 1 risonanza magnetica, 3 Rx, 1 mammografo, 2 ecografi. L’endoscopia digestiva esegue gastroscopie, colonscopie, anche in sedazione, ed effettua anche attività di studio delle vie biliari.

C’è infine una farmacia che provvede a distribuire i farmaci ai pazienti in dimissione e un laboratorio galenico che realizza preparati anche per le altre strutture dell’Azienda sanitaria, per altre Asl e in particolare per il Meyer.

 

Ecco il nuovo reparto di medicina C

Sono 15 posti letto di cui 12 in 6 camere doppie e 3 in camere singole. Gli infissi consentono di isolare le stanze sia dal calore che dal rumore, perché, per quanto in zona blu, in via della Pergola dove affaccia il reparto, il passaggio delle auto e delle ambulanze si sentirebbe altrimenti. Anche la temperatura giusta è garantita da un sofisticato impianto che garantisce anche 3 ricambi d’aria all’ora.

È il nuovo reparto di degenza medica C di Santa Maria Nuova che si trova al secondo piano dell’ospedale. In funzione già dal 15 settembre scorso, viene inaugurato oggi con le autorità civili e religiose cittadine e regionali, accolte dal direttore generale dell’Azienda sanitaria di Firenze Paolo Morello Marchese.

Dal locale accoglienza con bancone a “consolle” che si trova lungo il corridoio – sul quale si affacciano anche le stanze dei medici e vari locali di servizio – gli infermieri di turno possono con un sistema di telecamere tenere all’occorrenza sotto controllo il paziente ricoverato in una stanza che ha bisogno di una maggior assistenza.

Ogni posto letto è dotato di una testaletto con i gas medicali (ossigeno, aria compressa e vacuum), del dispositivo di chiamata, di luce di cortesia e notturna, oltre all’impianto televisivo. Le camere a un posto letto e due di quelle doppie sono dotate di servizio igienico dedicato, le altre quattro ne condividono uno a due a due. Ogni camera, tuttavia, ha un lavandino per il lavaggio delle mani. Una camera doppia e una singola dispongono di sollevatori a soffitto per agevolare lo spostamento dei pazienti che non possono muoversi durante il periodo di cura ed uno su ruote serve le restanti camere. Ovviamente c’è impianto di illuminazione d’emergenza e quello anti incendio.

«L’ospedale più antico di Firenze e della Toscana trova nella nuova Medicina gli standard di assistenza più avanzati della Regione», afferma Giancarlo Landini, direttore della Medicina interna di Santa Maria Nuova. Il nuovo reparto di degenza medica C va ad affiancare il reparto di medicina A inaugurato nel 2009 e precede la ristrutturazione della medicina B che inizierà nei primi mesi del 2014. Complessivamente la degenza medica oggi dispone di 48 posti letto (di cui 31 già ristrutturati), a cui si aggiungono 6 di High dependency unit (Hdu) medico-cardiologica e 2 dell’Unità di terapia intensiva coronarica (Utic).

L’apertura del reparto di degenza medica C è l’ultimo tassello di una serie di ristrutturazioni giunte a compimento dal 2009 ad oggi a Santa Maria Nuova e che comprendono, in ordine cronologico, la morgue, il day service/day hospital, il centro prelievi, la medicina A, la radiologia, il laboratorio galenico, il bar interno, la dialisi, il pronto soccorso, gli spogliatoi, la rianimazione, la sala chirurgica “verde”.

Il completamento del progetto prevede la riqualificazione di altri spazi del Dea non ricompresi nella prima tranche di interventi, vale a dire i 10 posti letto del reparto di osservazione breve intensiva e 4 di Hdu, del laboratorio di analisi, la costruzione del reparto di medicina D, del poliambulatorio,  delle sale operatorie e di sterilizzazione del nuovo blocco chirurgico, il completamento degli spazi di collegamento verticali. In prospettiva è inoltre prevista la realizzazione di 5 nuovi posti di emodialisi e la ristrutturazione del reparto di psichiatria che attualmente dispone di 10 posti letto.

 

Torna in vita il tempio Galli Tassi

È un tempio con pronao a quattro colonne di ordine tuscanico con capitello simile al dorico ma dall’echino schiacciato e rigonfio, sormontate da un pesante frontone con architrave a metope lisce e triglifi. La cella a corpo rettangolare con edicola centrale a cupola la cui realizzazione fu terminata nel 1873, era destinata ad accogliere i resti mortali del conte Angiolo Orlando Galli Tassi (1792-1863), il quale alla sua morte designava proprio erede universale l’Arcispedale di Santa Maria Nuova.

I reggenti dell’Arcispedale decisero di realizzare in suo onore nel 1871 quel tempietto secondo il progetto di Angiolo Caprilli, un professionista dalla prevalente carriera di ingegnere militare. Il luogo prescelto era ciò che restava dell’originario Cimitero delle Ossa dopo l’edificazione della seicentesca crociera dell’ospedale femminile.

Ora arriva il restauro del tempio e la riapertura, del cortile sovrastato da due lati dallo scalone monumentale che conduce al salone di Martino V, da un lato dagli uffici della presidenza dell’Azienda e dal quarto dalle vetrate del Pronto soccorso e del reparto di terapia intensiva.

Nel tempio sono sepolti il benefattore e alcuni suoi familiari, fra cui la madre Elisabetta Ganucci, il padre Leopoldo e il trisavolo Giovan Battista Galli.

Sebbene i documenti assegnino allo scultore Leopoldo Costoli (1850-1908) la sola paternità della statua del conte, la critica gli attribuisce anche i busti degli altri componenti la famiglia, e specialmente dell’effige della madre, riconducibili alla mano del giovane artista.

La famiglia Galli-Tassi vien fatta risalire ad Agnolo Galli (1604-1657), facoltoso banchiere e membro di una famiglia di umili origini che, giunta a Firenze nell’ultimo quarto del Cinquecento, aveva rapidamente raggiunto un posizione economica di preminenza tramite attività mercantile e poi del banco.

Nel 1630 Agnolo acquistò l’antico palazzo di via Pandolfini e nel 1631 sposò Maddalena Carnesecchi da cui avrebbe avuto ben diciotto figli.

Anche la proprietà del palazzo Galli Tassi di via Pandolfini passò nel 1868 agli Ospedali della Toscana insieme anche alle due Ville Ruspoli (una sulla via Bolognese e l’altra in via di Santa Marta) in seguito riacquistate dalla duchessa di Lucca  della originaria famiglia Ruspoli.

Inoltre il conte filantropo e benefattore, lasciò 1 milione di lire a ciascun ospedale della Toscana (erano in tutto 35) gestiti dall’Arcispedale Santa Maria Nuova. Proprio grazie a quella eredità furono costruiti nel 1912 i padiglioni di Careggi – allora sotto la direzione dell’Arcispedale - e a fine ottocento la ristrutturazione dello stesso ospedale di Santa Maria Nuova.

 

Firenze avrà un nuovo museo

Uffizi, Pitti, Bargello, Accademia e… Santa Maria Nuova. Questo si potrebbe leggere sulle guide turistiche di Firenze a partire dal 2014. quando, terminati i lavori di recupero, dal nuovo accesso all’ospedale si potrebbe accedere al museo con gli oltre 750 capolavori conservati nel più antico ospedale ancora in funzione al mondo, dove dal 23 giugno 1288, quando fu fondato, non si è mai smesso di curare le persone.

I cinque affreschi di Antonio Cercignani, detto il Pomarancio, databili tra il 1613 e il 1616, che campeggiano sotto al portico disegnato dal Buontalenti nel Cinquecento, sono appena stati restaurati e sono già visibili da dietro le palizzate che ancora “nascondono” il lato destro dell’ospedale, dove appunto ci sarà il nuovo accesso all’ospedale.

Quello attuale condurrà solo agli uffici della direzione dell’Azienda sanitaria di Firenze, raggiungibili dallo scalone monumentale da cui si vede incombere la Cupola del Brunelleschi e che ospita la scultura della vergine Clelia, un’acquasantiera originariamente collocata all’ingresso della chiesa di Sant’Egidio. Da lì si accederà anche al salone di Martino V realizzato nel 1419 per ricevere la visita del Papa e al chiostro che ospita il tempietto Galli Tassi, inaugurato, dopo il restauro, proprio oggi.

L’Azienda sanitaria ha presentato a Comune e Regione una prima proposta di percorso museale che potrebbe rendere tutto questo patrimonio visitabile dal pubblico senza intralciare il lavoro che 120 medici, 265 infermieri, 72 operatori socio sanitari e 45 fra tecnici e amministrativi svolgono quotidianamente per salvare vite e restituire salute. «Abbiamo chiesto che venga inserito nella rete delle offerte culturali e artistiche della città», dice la direttrice amministrativa dell’Azienda sanitaria fiorentina Maria Chiara Innocenti.

Se il progetto verrà approvato ci sarà dunque un percorso per andare a farsi misurare le transaminasi o la glicemia nel sangue o per poter far visita al parente ricoverato a cui è stata asportata la colecisti, uno se si arriva in ambulanza, un altro per chi deve andare negli uffici della direzione dell’Azienda e, infine, uno per chi è innamorato dell’arte del Rinascimento.

Quest’ultimo percorso consentirà, senza intralciare le barelle o dar fastidio a chi da un reparto viene accompagnato dall’infermiere in carrozzina a eseguire una ecografia, di vedere la lunetta in terracotta raffigurante una Madonna con bambino, attribuita a Nanni di Bartolo, collocata nel chiostro delle medicherie, l’affresco di Alessandro Allori nel chiostro della Samaritana, la scultura della vergine Clelia, un’acquasantiera originariamente collocata all’ingresso della chiesa di Sant’Egidio e ora posta sullo scalone che conduce al salone di Martino V, la lastra tombale scolpita nel marmo di Monna Tessa. E ancora la Madonna con bambino di Andrea Della Robbia recentemente esposta a Pechino, lo sportello di tabernacolo del Ghiberti, l’affresco di Bicci di Lorenzo, la terracotta di Dello Delli fino a gennaio esposte al Louvre di Parigi nella mostra "La primavera del Rinascimento".

Quadri, statue, candelabri, pale d’altare, paramenti e reliquari, un’anfora - l’oggetto più antico ma non il più raro -, una raccolta di pendole e orologi tutti ancora in funzione. Capolavori frutto di donazioni che si sono susseguite nel tempo a testimonianza del profondo legame tra la città e il suo più importante luogo di cura. Una parte di questo patrimonio, quando le necessità di conservazione delle opere sono entrate in conflitto con le esigenze ospedaliere, è stata peraltro affidata a vari musei fiorentini – dall’Accademia allo Spedale degli Innocenti, dal Museo di San Marco agli Uffizi – e il “Ritratto di Tommaso e Maria Portinari” di Hans Memling è oggi visibile al Metropolitan Museum di New York. Oppure è il caso del rarissimo e prezioso erbario del Settecento, 1935 esemplari presumibilmente raccolti dal botanico Ottaviano Targioni Tozzetti fra le piante officinali che un tempo i monaci coltivavano in uno dei chiostri del complesso per poi preparare i loro medicamenti: ora è custodito al Museo di storia naturale della Specola.

In un’area sotterranea dell’ospedale, dove si trovano anche le vasche di pietra presumibilmente usate dalla famiglia Portinari per la tintura dei tessuti ed intorno alle quali è ipotizzabile che Leonardo da Vinci tra il 1505 e il 1507 abbia eseguito alcuni dei suoi celebri disegni anatomici, si ipotizza che in futuro vengano esposti anche gli affascinanti strumenti chirurgici e le dotazioni mediche del passato che il Centro di documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità ha pazientemente raccolto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: ASL 10 Firenze

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