
Una Regione impegnata a non lasciare indietro gli ultimi, coloro che non hanno voce, pronta a dare una mano a chi ha bisogno, a chi non è in grado di farcela da solo. É questo il concetto di fondo su cui ha concentrato la propria attenzione il presidente Enrico Rossi nel suo intervento in Consiglio regionale nel corso della seduta solenne per la Festa della Toscana. Attenzione al momento di grande difficoltà, al bisogno di coesione sociale e al grande impegno a cui sono chiamati tutti, istituzioni e governi in modo particolare.
Rossi ha anzitutto puntato il dito sui dati reali della crisi ("in Italia secondo alcuni studi, fra il 2012 e i primi tre mesi del 2013, 121 persone si sono tolte la vita per cause direttamente legate al deterioramento delle condizioni economiche personali o aziendali: precarie condizioni economiche, perdita del lavoro, debiti con l'erario, ritardo dei pagamenti da parte dei committenti, magari pubblici. Senza poi contare il milione di disoccupati, il ricorso agli ammortizzatori sociali - che stanno finendo - e l'aumento della popolazione in condizione di marginalità sociale") risultato, "di una risposta sbagliata e pericolosa al rallentamento dell'economia reale da parte di un sistema che, invece di affidarsi ad un modello di sviluppo diverso ha favorito lo sviluppo senza limiti delle attività finanziarie".
Rossi ha quindi sottolineato le ricadute di tutto ciò in termini di "disgregazione dei sistemi di welfare, smantellamento delle tutele giuridiche dei lavoratori e aumento di nuove povertà" e le azioni concrete messe in campo dalla Regione per dar una mano alle fasce più deboli e indifese "attraverso gli aiuti alle famiglie con figli disabili, a quelle numerose, al bonus per i nuovi nati, per i quali sono già arrivate più di 6 mila richieste, e senza dimenticare il progetto del prestito sociale".
Avviandosi a concludere Rossi ha dapprima messo l'accento sulla delicata situazione delle carceri in Italia e in Toscana, ricordando la proposta presentata pochi giorni fa in Commissione Diritti Umani del Senato per alleviare il sovraffollamento ("consentirebbe non solo una riduzione dei costi per la collettività ma anche un passo avanti nella direzione di una maggior civiltà"), e quindi sulla necessità di "dare più attenzione alla coesione sociale, di indirizzare l'impegno di chi governa a coloro che hanno sempre meno voce, agli ultimi". Questo, in particolare lo ha fatto citando lo Steinbeck di Furore e la canzone di Springsteen che, nella canzone The Ghost of Tom Joad, riprende appunto il discorso finale del protagonista del romanzo, "una canzone che fece un certo scalpore quando uscì, nel 1995, nell'America clintoniana ma anche in Europa, dove credevamo di vivere nel migliore dei mondi possibile. Ecco, il discorso di Tom Joad come ripreso da Springsteen, può ancora avere una suggestione per animare il nostro impegno personale e istituzionale sui temi che riguardano la povertà. Parafrasando Springsteen, vorrei che la regione fosse una regione che è lì, che c'è ovunque c'è sofferenza e qualcuno che ha bisogno di una mano".
L'intervento del vice direttore della Caritas italiana Francesco Marsico
''Uscire dalla crisi sarà difficile ma possibile e in Toscana, dove la tutela dei cittadini più deboli è nella fascia alta rispetto alla media delle regioni italiane, sarà più facile che altrove''. Lo ha detto il vice direttore della Caritas italiana Francesco Marsico, intervenuto oggi alla seduta solenne del Consiglio regionale toscano, dedicata alla povertà. ''La povertà - ha spiegato - è tema prima etico che economico, è questione di democrazia e di libertà, lo gridano i nuovi poveri, non solo disoccupati ma anche lavoratori marginali''. E le cifre lo dimostrano: dal 2007 al 2012 il numero dei poveri è raddoppiato, superando gli 8 milioni; nel primo semestre del 2013 ai Centri Caritas le richieste di aiuto alimentare sono aumentate dal 44,7% al 58,91. Tra questi: disoccupati, famiglie senza figli, immigrati, soggetti che cercano disperatamente di recuperare una posizione nella società, genitori separati, donne sole con figli, persone intrappolate dal gioco. ''La povertà - ha concluso - è un mix di tante falle e che interroga ognuno di noi'' e mentre a livello governativo si parla di ''segnali di attenzione'', Caritas e Acli sono insieme per combattere la povertà, ''per passare dalla sussidiarietà malintesa ad una corresponsabilità effettiva, per costruire insieme una società inclusiva dentro un sistema di valori condivisi''.
Fonte: Regione Toscana
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