Riforma degli enti territoriali, si parla dell'esempio tedesco: il 65% delle municipalità è stato eliminato

In Germania le municipalità erano circa 24mila, l’80% con popolazione inferiore ai 2mila abitanti. Anche le contee sono state ridotte del 45%


La riforma degli enti territoriali ed il superamento di municipalità troppo frammentate attraverso processi di fusione o unione istituzionale, è al centro del dibattito politico in molti paesi europei, non solo in Italia. È possibile individuare un modello comune?

La domanda è stata al centro della relazione della professoressa Sabine Kuhlmann dell’università di Potsdam (Germania), invitata in Consiglio regionale dalla commissione Affari istituzionali, presieduta da Marco Manneschi (IdV).

L’università di Firenze, con il professor Andrea Lippi, è impegnata da tempo in attività di ricerca internazionale su questi temi e la visita nella nostra città dei ricercatori tedeschi è stata l’occasione per l’incontro istituzionale.

Sono molte le differenze tra la realtà tedesca e quella italiana, ma alcuni problemi sono comuni. Tutti i paesi europei fino agli anni ’50 sono stati caratterizzatii da un’estrema frammentazione delle strutture territoriali. In Germania le municipalità erano circa 24mila, l’80 per cento delle quali con popolazione inferiore ai 2mila abitanti. Una prima serie di riforme, tra gli anni 60’ e 70’, ha portato ad una loro riduzione del 65 per cento, in parallelo ad un taglio delle contee, simili alle nostre province, del 42 per cento.

L’unificazione ha poi determinato una seconda serie di riforme ed alla fine degli anni ’90 le contee sono state ridotte del 54 per cento e l’81 per cento delle municipalità nella Germania Est fanno parte di unioni intermunicipali. Il forte calo della popolazione residente e degli introiti finanziari stanno spingendo ad una terza serie di riforme, che interessa anche la Germania Ovest ed anima il dibattito politico. L’organizzazione degli enti territoriali è competenza dei Laender, che decidono su dimensioni, fusioni, città metropolitane. Una differenza non da poco con l’Italia, come ha sottolineato il presidente Manneschi, che, dopo la riforma del titolo V della Costituzione, vede in qualche modo comuni, città metropolitane, province, regioni sullo stesso piano dello stato.

“La popolazione come è stata coinvolta? Ci sono stati processi partecipativi?”, ha chiesto la consigliera Vanessa Boretti. “Dove la riforma è stata calata dall’alto, i risultati sono stati raggiunti - ha osservato la professoressa Kuhlmann – Dove c’è stato molto coinvolgimento della popolazione, i risultati non si sono visti”.

“Sarebbe interessante promuovere uno studio comparato tra la Toscana ed un Laender tedesco assimilabile” ha proposto il consigliere Marco Spinelli, auspicando un ulteriore sviluppo della collaborazione accademica ed istituzionale tra i due paesi. (dp)

 

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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