
Il consigliere Gianluca Parrini ha introdotto il convegno a Palazzo Bastogi “L’educazione da zero a sei anni: Regioni a confronto”.
Con dati alla mano, Parrini, che fa parte della commissione Cultura, ha presentato la situazione dei servizi in Toscana. Al 31 dicembre 2012, per lo 0-3 il rapporto tra bambini iscritti e frequentanti sul totale della popolazione 0-3 anni era del 31,7 per cento, quindi in linea con l’obiettivo di Lisbona. Per il 3-6 ben il 97 per cento. Sul fronte delle risorse complessive: “Nel 2013 la Toscana ha investito oltre 10 milioni di euro per la fascia 0-3, registrando il superamento dei servizi a titolarità privata su quelli a titolarità pubblica, con oltre il 51 per cento”, ha sottolineato il consigliere. Per lo 0-6 le risorse hanno superato i 5 milioni e mezzo, ovviamente per le paritarie, sia comunali che private.
Tra le peculiarità toscane Parrini si è soffermato sul progetto Pegaso e sui buoni scuola. “Il progetto Pegaso per la scuola dell’infanzia ha visto la Regione sostituirsi allo Stato, garantendo in cinque anni la permanenza di 490 sezioni, rimaste statali, ma finanziate dalla Regione – ha spiegato – frequentate da 11 mila bambini con un impegno finanziario di oltre 21 milioni di euro”. “L’intervento dei buoni scuola, istituito nel 2013 e da replicare negli anni successivi – ha continuato – va a sostenere le famiglie con reddito inferiore a 30 mila euro, come contributo alle spese per la frequenza dei figli, con un impegno finanziario di 1 milione e mezzo di euro”.
Come continuare l’impegno? Secondo Parrini “occorre consolidare l’attuale sistema dei servizi educativi all’infanzia, per evitare che la crisi economica non determini una regressione rispetto agli attuali livelli”. Al tempo stesso “è necessario lavorare per una effettiva e piena integrazione tra pubblico e privato: al di là delle buone intenzioni del governo e del legislatore regionale – ha sottolineato il consigliere – nella nostra regione ci sono ancora riserve ideologiche contro il sistema privato, quasi esclusivamente privato sociale”. “Come conseguenza auspico un patto, un’alleanza tra pubblico e privato, soprattutto nel sistema 3-6 – ha concluso – per intervenire in modo sussidiario rispetto al lento ma sicuro disimpegno da parte dello Stato”.
Presenti al convegno Maria Rosaria Silvestro e Sergio Govi, del Ministero della Pubblica Istruzione, che hanno focalizzato l’attenzione sui “Servizi integrativi per l’infanzia nella prospettiva del sistema 0-6 anni: anticipi e sezioni primavera”. Di fronte alla scolarizzazione che tende ad abbassarsi è quanto mai urgente fare investimenti di qualità nella prima e seconda infanzia, raccordando lo 0-3 e lo 0-6 in una logica di sistema e di continuità: “c’è bisogno di pensare in grande per costruire il futuro”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la consigliera segretaria dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea toscana Daniela Lastri: “Investire sullo 0-6 è una scommessa per la Regione e per un paese che vuole andare avanti, ancora di più in una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo c’è bisogno di sviluppare asili nido e scuole dell’infanzia, per non rischiare di abbassare i livelli culturali raggiunti”. “La Toscana ha creato una rete importante di servizi alla prima infanzia e dato la possibilità di incrementare il numero delle scuole, ma oggi c’è urgente bisogno di trovare risorse necessarie a sostegno di queste politiche anche da parte dello Stato – ha continuato la consigliera – per rendere sempre più omogenei i servizi verso lo 0-6, attivando i livelli essenziali di prestazione (lep), per evitare che l’anticipo nelle scuole dell’infanzia non metta in discussione la qualità raggiunta con i progetti educativi come le sezioni Primavera”.
L'intervento di Dario Danti
“La Toscana deve porsi il problema del mantenimento dei servizi e della relativa copertura dei costi”. Nicola Danti, presidente della commissione Cultura del Consiglio, tira le fila della Giornata di studi che si è svolta nella sala delle Feste di palazzo Bastogi sul tema “L’educazione da zero a sei anni: Regioni a confronto”. Nel passato – ricorda il consigliere – il problema è stato soprattutto quello di potenziare la diffusione dei servizi, “oggi il tema è piuttosto quello di utilizzare pienamente le potenzialità della rete dei servizi disponibili”. L’ottica si sposta dunque dalla quantità alla qualità.
Con Danti, per la sessione pomeridiana, anche il presidente della commissione Cultura dell’Emilia Romagna, Eugenio Pagani; Daniela Lastri dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale e il vicepresidente della Giunta, Stella Targetti.
Per il presidente della commissione Cultura, occorre però garantire il diritto di usufruire di un servizio per la prima infanzia a tutti i bambini sul territorio regionale. Ovvero “verificare il grado di copertura in quelle aree del territorio più marginali, come ad esempio le zone rurali o montane, in modo da poter garantire anche alle famiglie che scelgono di non abitare nei centri urbanizzati la possibilità di scegliere questo tipo di percorso educativo per i loro figli”.
Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia in Toscana, il 68,5% dei bambini frequenta una scuola pubblica statale, l’8,7% una pubblica non statale ed il 19,2% una privata, arrivando così ad un tasso di copertura pari al 96,4%. “Da questi dati si evince come il ruolo statale sia di primaria importanza nella nostra regione”, continua Danti che aggiunge la riflessione sulla cosiddetta Riforma Gelmini per le scuole dell’infanzia. Si è verificato un mancato finanziamento delle ulteriori nuove sezioni e questo ha provocato in Toscana l’esplosione del problema delle liste d’attesa, data la forte domanda da parte delle famiglie. La risposta con cui la Regione Toscana ha ovviato a questo problema è rappresentata dalle cosiddette Classi Pegaso, che sono andate aumentando negli anni, “tanto da rischiare di non essere in futuro più sostenibili da un punto di vista finanziario”. Così, diventa “fondamentale l’integrazione fra pubblico e privato”. In questo senso la politica regionale toscana “ha parzialmente invertito la rotta, con la decisione di finanziare sì le Classi Pegaso attualmente in essere, ma senza istituirne di nuove, al contempo sostenendo finanziariamente le famiglie i cui figli frequentano le scuole dell’infanzia paritarie, pubbliche e private”. Questo nuovo tipo di misura, inizialmente presa per il 2013, è stata confermata con la legge finanziaria per il 2014, che la estende al triennio 2014/2016 e prevede un contributo alle famiglie con ISEE fino a 30.000 mial euro destinato al sostegno al pagamento delle rette.
Per il consigliere “forse l’unica soluzione può essere quella di basarsi, anche per le scuole dell’infanzia, così come per i servizi alla prima infanzia, su di un sistema effettivamente integrato pubblico-privato, con graduatorie uniche: una volta esauriti i posti nelle scuole statali, alle famiglie potrebbe essere proposto un posto in una scuola paritaria (pubblica o privata), con la concessione di un contributo per il pagamento della retta”.
Per la fascia 0-6 anni, la Regione Toscana ha avviato una serie di sperimentazioni di Centri Integrati. Il tema è tuttavia delicato, dal momento che il sistema si compone di due settori diversi per la prima e la seconda infanzia: il primo di competenza regionale, il secondo statale. “Motivo per cui, se realmente si vuol dar vita ad un tale tipo di esperienza – continua Danti -, si deve probabilmente perseguire l’unitarietà nell’orientamento progettuale, senza pensare di dover necessariamente modificare gli assetti organizzativi dei servizi”.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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