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Case popolari di Sant'Ermete, il Comune installa un allarme 'anti-occupazione'

Ylenia Zambito

L'Amministrazione smentisce la voce di migliaia di euro spesi per blindare le porte. Zambito: "Stiamo solo usando un sistema di sorveglianza"

A Sant’Ermete le case popolari sono in cattive condizioni ai limiti della vivibilità. Per questo  il Comune di Pisa ha affrontato, con contributi statali e regionali (23 milioni di euro) la questione decidendo di abbattere le case popolari di Sant’Ermete e ricostruirle. Per questo procede la costruzione del palazzo-volano che servirà per svuotare le case destinate alla demolizione.

A Sant’Ermete sono attualmente 27 gli alloggi sfitti, che, come prevede la Legge, vanno recuperati prima di essere assegnati nuovamente. Di questi 27 alloggi , 4 sono inseriti nei blocchi che  saranno abbattuti per primi. Ne restano 23: di questi una parte andrà a far parte delle “case per emergenze” che saranno assegnate esclusivamente secondo il regolamento dell’emergenza abitativa. Per gli altri appartamenti, Apes è in attesa dei fondi (1 milione e duecento mila euro) della Regione. Quei soldi saranno impegnati esclusivamente per recuperare le case popolari sfitte che saranno assegnate a chi è in graduatoria. Mentre per l’emergenza sfratti in tutta la città saranno messi a disposizione ulteriori 6 alloggi.

Gira sommessamente la voce che l’Amministrazione, nel quartiere di Sant’Ermete, starebbe per spendere “decine di migliaia di euro per blindare con porte apposite e impianti di video sorveglianza le case sfitte”. L’Amministrazione Comunale respinge queste calunnie e precisa che nessuna porta blindata è stata posta e che l’intero sistema d’allarme costa 2 mila euro al mese per 23 appartamenti. Molto ?; ma molto meno di quanto sarebbe necessario spendere per riacquisire la casa una volta occupata. Qualcuno si domanderà perché inserire il sistema d’allarme collegate alla sorveglianza. La risposta per l’Amministrazione Comunale l’ha data l’assessore Zambito: “ Se nessuno minacciasse continuamente di occupare case popolari nessuno si disturberebbe a mettere gli allarmi. Chi protesta per gli allarmi è chi vuole impossessarsi di case che spettano a chi è in graduatoria. La regione ha compreso che la mancanza di risorse nel settore dell'edilizia pubblica non era più sostenibile ed ha assegnato a Pisa un milione e duecentomila euro per recuperare e assegnare le case vuote. Chi le occupa oggi le ruba a chi ne ha diritto”.  Per il resto il Comune di Pisa conferma, in accordo con Apes, che nessun dialogo sarà tenuto con chi agisce con prepotenza e violenza, calpestando i diritti di tutti. Prosegue anche l’impegno di Apes per intervenire sulle questioni aperte; è in corso la potatura degli alberi e la disinfestazione degli alloggi, lavori programmati già da tempo in seguito alle richieste fatte dal Consiglio territoriale di partecipazione.

 

Fonte: Comune di Pisa - Ufficio Stampa

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