
Il prossimo 25 novembre il Consiglio Comunale di Carrara voterà la variante che cambierà la destinazione d’uso di parte dell’area retro portuale, verranno ampliate le superfici a disposizione delle attività produttive e si estenderanno in tal modo le zone deputate a ospitare attività industriali legate allo scalo apuano.
Naturalmente tra i principali beneficiari del provvedimento ci sarà il Nuovo Pignone, che potrà così ampliare le sue attività oltre i 40 mila metri dello yard di viale Zaccagna ed espandere nell'area retro portuale apuana la sua attività industriale di costruzione di maxi-turbine a gas metano destinate all'Australia,
“Peccato però che alcune perplessità sulla presenza del Nuovo Pignone in viale Zaccagna non siano ancora state chiarite né dal Comune né tantomeno dalla Regione - la consigliera regionale Staccioli, rappresentante di Fratelli d’Italia, non ci sta - Un anno e mezzo fa avevo presentato più di un’interrogazione in merito. Interrogazioni alle quali, anche dallo stesso governatore Rossi, sono state date risposte evasive e inconcludenti che di fatto non chiariscono la questione sulla legittimità della presenza e dell’attività svolta dal Nuovo Pignone nella zona retro portuale.”
Nel "Documento preliminare ai fini di assoggettabilità alla procedura di Vas (Valutazione Ambientale Strategica)" datato ottobre 2011 e commissionato dal Comune di Carrara all'architetto Fabio Nardini e alla biologa Antonella Grazzini al fine di predisporre la variante urbanistica che verrà di fatto approvata il 25 novembre, a pagina 67 si legge che per costruire i banchi di prova su cui testare le maxi turbine del Pignone "nella Yard si è reso necessario l'utilizzo di pali infissi fino a 18 metri di profondità e del diametro di 900 mm (90 cm)”.
La Nuovo Pignone e le autorità interpellate in merito, hanno sempre affermato che gli interventi effettuati all'interno del suo stabilimento di Carrara hanno riguardato esclusivamente la realizzazione di semplici piattaforme di cemento appoggiate solo a livello del terreno, su cui poi assemblare moduli, e per questo non è ritenuto necessario alcun intervento di bonifica. Ma la dottoressa Grazzini e l’Architetto Nardini, nel loro Preliminare, dichiarano ben altro.
Il codice ambientale prescrive che su un'area SIN, quale era lo Yard fino a due mesi fa, prima di effettuare qualsiasi tipo di scavo, anche di pochi centimetri, è obbligatorio effettuare e certificare interventi di bonifica sul terreno. Nel caso dell'area occupata dal Nuovo Pignone a Carrara invece il ministero dell'Ambiente ha concesso il riutilizzo dei terreni a fini produttivi senza attendere la bonifica del suolo e della falda in questione, probabilmente perchè il Pignone aveva fatto credere che i blocchi di cemento a sostegno dei moduli sarebbero stati solo appoggiati sul terreno e che quindi il suolo non sarebbe stato violato da questo tipo di lavori.
Come risulta dal verbale della conferenza dei servizi relativa al SIN di Massa-Carrara, convocata il 10 febbraio 2009 presso il Ministero dell’Ambiente, il suolo dello Yard ed una falda acquifera che si trova ad appena due metri di profondità, sono risultati contaminati da Selenio, metallo pesante tossico e dalla presenza di composti cancerogeni (organoclorurati ed alogenuri) quali policlorobifenili, dicloroetilene, dicloropropano e dibromoetano, in concentrazioni 20 volte superiori ai limiti stabiliti. Conficcare dei pali lunghi 18 metri nel terreno comporta che i veleni presenti nella falda superficiale, scoperti dalle analisi, vengano trascinati anche in quella più profonda, inquinando anch'essa.
Stando così le cose sorge anche il problema di che fine abbia fatto il terreno, il materiale estratto per lo scavo che, essendo materiale inquinato dovrebbe essere stato smaltito secondo le apposite procedure.
“Vorremmo solo la certezza che per il Nuovo Pignone, come qualsiasi altra impresa che svolge la sua attività sul territorio, fossero state espletate tutte le procedure richieste dalla legge e dai protocolli di sicurezza ambientale. Ma ogni volta che si chiedono chiarimenti sembra di rimbalzare contro il classico muro di gomma.”
Fonte: Gruppo Fratelli d'Italia - Toscana Consiglio Regionale
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