Risparmi in sanità con gli Estav da tre a uno, Mugnai (Pdl): «Insomma, avevamo ragione noi. Ma è solo la punta dell’iceberg della spesa d’apparato. Mettiamo mano a Asl e Sds, allora sì che si vedranno risultati»
Il Vicepresidente della Comm. Sanità fa i conti in tasca al nuovo provvedimento: «Serve maggior coraggio, pronti a dare battaglia in Consiglio».
«Tagliare gli Estav accorpandoli da tre a uno? Poteva funzionare e servire a qualcosa tre anni fa, quando lo abbiamo chiesto ottenendo la massima condivisione con il voto unanime del Consiglio regionale sulla nostra mozione. Oggi non basta più. Certo, meglio che nulla e meglio tardi che mai ben venga pure il passaggio dai tre Estav a un Estar; insomma, avevamo ragione noi. Tuttavia oggi ormai è una partita alla meno che non risolve, perché le criticità finanziarie del comparto sanitario nel frattempo si sono acuite».
Lo afferma il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Pdl), a commento dell’iniziativa assunta dalla giunta regionale e presentata oggi alla stampa con cui si accorpano i tre enti di approvvigionamento di area vasta in un’unica centrale regionale d’acquisto.
«Nella relazione finanziaria che accompagna il provvedimento – spiega Mugnai – la giunta punta a un risparmio complessivo pari a 780.080 euro l’anno dal 2015. Sembrano molti. Sono molti. Ma non sono certo tutti quelli che si sarebbero potuti ottenere.
Ecco perché: innanzitutto qui si conta solo l’abbattimento di spesa legato all’eliminazione degli stipendi dei direttori generali, amministrativi e collegio dei sindaci revisori. Tuttavia ci sono anche altre strutture, di segreteria e non solo, che ogni ente si porta dietro per il solo fatto di esistere.
Questo per gli Estav. E poi, pensiamo in rapporto a quanto si potrebbe contrarre la spesa d’apparato riducendo le attuali 12 Asl a 3, una per area vasta. Oltre alle figure sopra elencate, le Asl hanno anche un direttore sanitario. Il risparmio sarebbe assolutissimamente più marcato. E le Sds? Agli annunci di abolizione finora non si è dato alcun seguito. Dunque per ora sulla carta rimangono 34, una per ogni zona distretto, di cui 25 attivate nel corso del quasi decennio di sperimentazione. Ebbene: ognuna di queste ha un direttore con lauto compenso. Inoltre un sistema più snello, semplice ed efficiente produce di per sé risparmi fisiologici».
Insomma: «La nascita dell’Estar è un primo piccolo passo. Un contentino con cui si passa dagli attuali 21 organismi sanitari tra 12 Asl, i 3 Estav appunto, 3 Aziende ospedaliere, il Meyer, la Fondazione Monasterio e l’Ispo a 19 organismi. La differenza è veramente poca. Ci vuole maggior coraggio, e su questo punto daremo battaglia in Consiglio, molto probabilmente anche insieme ad altri gruppi d’opposizione e non solo».